Nella Comunicazione della Commissione europea 2006/C 323/01, a titolo “Disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione”, viene riportata la seguente definizione di “Organismo di Ricerca”: «soggetto senza scopo di lucro, quale un’università o un istituto di ricerca, indipendentemente dal suo status giuridico (costituito secondo il diritto privato o pubblico) o fonte di finanziamento, la cui finalità principale consiste nello svolgere attività di ricerca di base, di ricerca industriale o di sviluppo sperimentale e nel diffonderne i risultati, mediante l’insegnamento, la pubblicazione o il trasferimento di tecnologie; tutti gli utili sono interamente reinvestiti nelle attività di ricerca, nella diffusione dei loro risultati o nell’insegnamento; le imprese in grado di esercitare un’influenza su simile ente, ad esempio in qualità di azionisti o membri, non godono di alcun accesso preferenziale alle capacità di ricerca dell’ente medesimo né ai risultati prodotti.”

 

La definizione è interessante e conforme al sentire comune, che vede in tali organismi la massima espressione di soggetti che, senza scopo di lucro, svolgono attività con finalità principali di ricerca (di base e/o industriale), sviluppo sperimentale e diffusione dei risultati, mediante insegnamento, pubblicazione o il trasferimento di tecnologie.

Pur non essendo strettamente contemplato dalla definizione, riterrei che un suo conseguente corollario è che tali organismi abbiano anche la benemerita fondamentale finalità di adoperarsi alla ‘formazione’ di coloro che ‘ricercano’ e/o che hanno l’attitudine a divenire ‘ricercatori’.

Ora quali potrebbero essere i parametri rispetto ai quali poter discettare in merito a qualcuna delle finalità primarie degli organismi di ricerca italiani, ed ove reperire i dati?

Ci viene in aiuto la recente apertura e libera messa a disposizione di dati del Siope, ovvero dei dati del Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici (www.siope.it – Copyright 2014 Siope – Banca D’Italia). Il Siope riporta, tra l’altro, proprio dati di sufficiente dettaglio in merito agli ‘Enti di Ricerca’ italiani, permettendo una libera consultazione ed estrazione di dati relativi a tali Enti, sotto forma di file excel e/o pdf (licenza IODL 2.0 – www.dati.gov.it/content/open-data-siope-continua-il-percorso-di-apertura-dei-dati-relativi-alla-finanza-pubblicawww.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/e-GOVERNME1/SIOPE/ ).

In particolare selezionando sulla maschera principale del Siope come parametri e relativi valori: Comparto: Enti Ricerca; Sottocomparto: Enti di Ricerca – Amministrazione Centrale; Prospetto: Periodicità annuale – anno 2014; Tipo prospetto: Pagamenti per Cod. Gestionali; si perviene (alla data del 28 luglio 2014) ad un elenco di 39 Enti, dei quali 25 propongono, alla data citata, dati (file Excel) scaricabili e tutti contenenti all’interno la dicitura ‘Data ultimo aggiornamento 24-lug-2014’. Una rapida indagine dei dati presenti nei file Excel, ha permesso di osservare che solo in 22 dei 25 file scaricati è sempre presente una o più delle seguenti voci si spesa: 1426 – Spese correnti per brevetti 2101 – Dottorato di ricerca 2102 – Assegni di ricerca 2103 – Borse di studio 2104 – Studi, consulenze e indagini per attività di ricerca.

Nel seguito si valuteranno tali voci di spesa, con la precisazione che la scelta di appuntare l’attenzione solo su tali cinque voci segue la logica di voler tendere a verificare la oggettiva presenza di risultati innovativi ottenuti (ciò che è testimoniato dalla presenza di spese per brevetti) e di volere operare valutazioni in merito alle spese relative alle attività volte alla formazione dei ricercatori, ciò che, filosofeggiando, è tendenzialmente uno dei presupposti per una futura capacità di progresso della nazione Italia, sia nell’ambito più prettamente tecnologico/scientifico che culturale tout-court.

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