Lo scorso 17 Maggio a Rotterdam, una delle città più incantevoli dell’Olanda meridionale, si è tenuta la Shell-Eco Marathon, una grande competizione automobilistica nella quale l’obiettivo non era arrivare primi andando veloci bensì consumare meno carburante. I protagonisti di questa iniziativa denominata “auto futuro” non sono né piloti professionisti né meccanici ma ragazzi e ragazze provenienti da oltre 200 istituti, tra università e licei, di 27 paesi d’Europa e dintorni, intenti a sfidarsi per un’innovazione a sviluppo sostenibile per l’ambiente utilizzando motori ibridi, etanolo e batterie a polimeri di litio.

I francesi si sono presentati in tanti, con 57 squadre in gara, a seguire la Germania, la Spagna e la Turchia con 20 squadre ciascuna. L’Italia ha mandato i suoi rappresentanti dal Politecnico di Torino, dall’Università della Basilicata e da tre licei emiliani, tutti con una gran voglia di fare qualcosa di grande e di importante per l’ambiente.

Paolo Fiorillo, un ex professore di un istituto tecnico di Faenza partecipa con i suoi alunni da circa 18 anni a questa manifestazione, presentando un prototipo dal design innovativo che può essere alimentato a gas liquido, e parla con orgoglio dell’impegno e della dedizione che i suoi ragazzi ogni anno ci mettono in questo progetto che ha portato via qualche centinaio di ore di lavoro.

La gara è stata strutturata in due gruppi, il primo è rappresentato dai prototipi, ossia prodotti simili a dei piccoli siluri con l’unico obiettivo di andare su strada consumando il meno possibile: un prototipo del team francese è riuscito a fare 3.191 Km (una distanza maggiore di quella che separa Roma e Mosca) con solo un litro di benzina!

L’altro gruppo invece è rappresentato dai cosiddetti “urban concept”, ossia veicoli più completi, finiti e maturi già pronti per camminare in città. Per entrambi i gruppi sono stati previsti dieci giri da 1.600 metri (16 Km in tutto) da compiere in meno di 39 minuti con una velocità media di circa 25 Km/h, e ad essere determinante è stato il carburante totale che si è consumato al termine dei giri, che è stato valutato dai giudici di gara a fine prova.

La ‘utilitaria’ presentata dal Politecnico di Torino si chiama XAM, per il team che l’ha realizzata è stato un grande investimento andato oltre la Shell-Eco Marathon di Rotterdam: secondo Alessandro Messana, un ingegnere torinese che ha fatto parte di questo team, il loro prototipo è un’auto concepita un po’ più grande, sempre rispettando i limiti di grandezza che impongono le regole della competizione, ideale per grandi spostamenti in stazioni e aeroporti, per il car sharing e per essere municipalizzata.

Sicuramente non resterà un progetto fine a se stesso ed esibito solo per le gare, ma la costanza e la passione che unisce questi grandi ricercatori ci dà buone speranze che in un futuro prossimo finalmente potremo disporre di auto che consumeranno poco e che quindi non solo ci daranno un risparmio nell’acquisto del carburante, ma, cosa ancora più importante, saranno meno dannose per l’ambiente e per i nostri polmoni.

Antonella Sibilla

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