L’ultima indagine Ocse sulla preparazione dei quindicenni degli Stati membri aveva visto trionfare, e aggiudicarsi il primo posto nella classifica globale gli studenti finlandesi. Gli italiani, invece, avevano ottenuto solo il 36esimo posto su 57 Paesi, restando nella zona medio-bassa della classifica, come avviene da qualche decennio.

Che il sistema scolastico finlandese avesse una marcia in più rispetto al nostro ce lo aspettavamo. A darci la conferma arriva il racconto di Tim Walker, insegnante di scuola primaria americano, trasferitosi alcuni mesi fa con la famiglia nel paese nordeuropeo per insegnare in una scuola elementare, come riportato dall’Associazione docenti italiani. Quella raccontata da Walker è una scuola in cui gli studenti già dalle classi delle elementari agiscono con autonomia e nel pieno rispetto delle regole, in cui la pausa non è il momento del caos a cui gli insegnanti devono porre fine con urla e rimproveri, ma un momento di relax comune.

“Le scuole finlandesi – riferisce Walker – organizzano l’insegnamento in blocchi orari di 45 minuti di lezione, ciascuna seguita da 15 minuti di intervallo. Gli studenti non hanno quasi mai due lezioni consecutive senza intervallo e, nella scuola primaria, gli intervalli si svolgono all’esterno, all’aperto, sia che ci sia il sole sia che piova”.

Una vera e propria utopia per le scuole italiane, dove la pausa non è prevista né per la scuola dell’infanzia, né per gli studenti della scuola primaria, e dove gli spazi esterni per i momenti didattici o ricreativi all’interno degli edifici scolastici, spesso, vertono in condizioni fatiscenti.

Del resto l’importanza delle pause è spesso sottovalutata. Poiché i 15 minuti di break tra una lezione e l’altra non dovrebbero solo essere concepiti come momenti ludici per gli studenti, ma delle occasioni fondamentali per ricaricare le pila sie per gli insegnanti che per gli studenti.

“I colleghi finlandesi – puntualizza Walzer – mi hanno insegnato che le pause consentono agli insegnanti di essere più efficaci. Mi hanno spiegato che l’insegnamento è una maratona, non è uno sprint di 100 metri”.

Prendiamo appunti e riflettiamo: sarà il caso di ripartire da una pausa?

 Serena De Domenico

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