La mente degli insegnanti, questa… conosciuta! Già, perché i ricercatori della London University sono riusciti a fare quello che gli studenti sognano di fare da sempre: entrare nella mente dei prof! Gli scienziati inglesi, infatti, hanno fotografato e identificato le aree del cervello che svolgono un ruolo attivo in uno dei momenti chiave dell’insegnamento, ovvero la valutazione e la comprensione degli errori degli studenti.

In futuro, quindi, se i risultati della ricerca verranno convalidati e appurati, potrebbe essere più semplice per uno studente comprendere le motivazioni che spingono un insegnante ad esprimere un particolare giudizio o assegnare un voto negativo, e magari correggere il tiro.

Lo studio inglese, pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha coinvolto un gruppo di volontari a cui è stato chiesto di assumere il ruolo di insegnante, osservando e valutando le risposte di alcuni alunni sottoposti ad una prova interattiva al pc. Il compito degli “insegnati” era appunto quello di comprendere e valutare se le risposte degli alunni fossero giuste o sbagliate. Durante questa verifica i volontari erano collegati al macchinario di risonanza magnetica, che è stato in grado di fotografare quali aree del cervello venissero attivate durante l’intero processo.

I ricercatori della University of London hanno così potuto leggere e interpretare il funzionamento del cervello dei volontari. La regione cerebrale chiamata corteccia cingolata anteriore è stata individuata come la parte del cervello in grado di recepire gli errori degli studenti durante la prova. Questi risultati sono utili al fine di una visione significativa dei processi cerebrali che permettono ad un docente di capire come sta andando il processo di apprendimento di uno studente.

E questo è l’aspetto più interessante della ricerca, quello che può avere un risvolto davvero utile sia per gli studenti che per gli insegnanti. Come ha spiegato l’autore dello studio: “Per i docenti, comprendere che cosa credono gli studenti è una parte vitale del processo di insegnamento, che consente un feedback significativo […] I risultati ci forniscono le basi per capire come funziona la mente delle persone che stanno insegnando, e possono permettere di sviluppare degli strumenti ad hoc per aiutare i docenti a guidare l’apprendimento dei loro studenti”.

Serena De Domenico

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