articoli111.jpgSi è da pochi giorni celebrata la Giornata Mondiale dei Mancini (13 agosto), festeggiata per la prima volta nel 1976 grazie a Dean R. Campbell (1932-1995), fondatore di Lethanders International. Negli ultimi anni, grazie a questa iniziativa, la tematica del mancinismo ha conquistato anche l’interesse dei mass-media e la giornata è un modo per ricordare le disparità tra mancini e destrimani.

Il mancinismo è la tendenza a usare il lato sinistro del corpo: nelle prime fasi di vita, nel cervello umano ha luogo una specializzazione funzionale dei due emisferi cerebrali, ovvero una lateralizzazione, e nei mancini è l’emisfero destro a predominare. Le cause di questa differenza non sono ancora chiare, ma la cosa più interessante è che quando un gruppo di ricercatori ha catalogato centinaia di impronte di mani nei disegni preistorici, si è evidenziato che la proporzione dei mancini rispetto ai destrimani era uguale a quella attuale: la percentuale si aggira intorno al 10% della popolazione, per la precisione un uomo su 9 e una donna su 13. Nell’evoluzione la percentuale di mancini si è mantenuta costante perché essere mancini comporta dei vantaggi: in ogni caso, alcuni studi effettuati su bambini adottati hanno dimostrato come il mancinismo non abbia alcun legame con i genitori adottivi, il che escluderebbe che il mancinismo si sviluppi per fattori ambientali, la vera causa è l’eredità genetica. Eppure il mancinismo in passato era considerato una devianza: negli anni ’20 venne associato alla demenza e negli anni ’40 alla dislessia. Solo a partire dagli anni ’70 si è rinunciato a imporre l’uso della mano destra, una rieducazione che poteva comportare anche disturbi fisici e psichici. Nella credenza popolare la mano sinistra era considerata la “mano del diavolo” e i bambini erano costretti, magari legando la mano sinistra dietro la schiena per impedirne l’uso, a scrivere con la mano destra. L’etimologia della parola è la dimostrazione che i mancini non erano considerati positivamente: in italiano, “mancino” deriva dal latino mancus, sinonimo di mutilato e sinistro significa anche avverso, sfavorevole, in inglese significa anche lasciato e in francese sgraziato.

I mancini sono sicuramente svantaggiati nell’utilizzo di alcuni utensili, progettati solo per destrimani, come ad esempio le forbici e i temperamatite, due dei primi oggetti che un bambino utilizza nell’infanzia. Ma anche i coltelli con la lama asimmetrica o gli apriscatole possono dare problemi, tant’è che è più probabile che un mancino sia vittima di incidenti domestici, rispetto alla frequenza con cui sono coinvolti i destrimani. Ci sono anche alcuni ambiti in cui i mancini sono avvantaggiati: molti sportivi, come i tennisti o gli schermidori, sono favoriti, visto che i giocatori destrimani vengono in genere sorpresi dal gioco a specchio. Secondo alcuni studi anche se da piccoli i mancini sono sfavoriti nei primi anni di scuola, nel mondo del lavoro comincia una rimonta che vede i mancini guadagnare all’incirca il 5% in più all’anno (questo divario vale solo per gli uomini, visto che le donne in genere vengono pagate meno delle proprie colleghe destrimani). Pare che i mancini siano più soggetti all’ansia e alla timidezza, ma secondo alcuni studi hanno punteggi maggiori ai test di intelligenza.

 

Una pagina facebook, intitolata “Il bello di essere mancini” – aperta il 26 marzo del 2012 – elenca alcuni personaggi famosi che sono mancini. Troviamo le immagini di Lady Gaga e di Albert Einstein, di Barack Obama e Friedrich Nietzche, di Marylin Monroe, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Gli esempi celebri non mancano, insomma.

Daniela Molinari

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