Mentre ancora qualche studente è alle prese con l’ultima prova della maturità 2014, il colloquio, da sempre lo zoccolo duro per i maturandi, i tecnici nel Miur sono a lavoro per discutere i cambiamenti da applicare agli esami di maturità a partire già da giugno 2015. Da settembre, infatti, entrerà in vigore la Riforma voluta dall’ex Ministro Gelmini, relativa ai programmi scolastici.
Gli esami, quindi, subiranno delle modifiche, anche significative, sia dal punto di vista contenutistico che strutturale. Ma il Ministro Giannini è stata chiara: si tratterà di una revisione della maturità non di una vera riforma.
Sembra essere venuta meno, definitivamente, l’idea di sostituire la terza prova scritta con una prova Invalsi, o di crearne una quarta a carattere nazionale. La terza prova scritta cambierà, tuttavia la sua elaborazione resterà appannaggio delle singole commissioni d’esame, o delle scuole, guidate da indicazioni e criteri forniti dal Miur.
Cambieranno inoltre le modalità di valutazione del profitto scolastico, soprattutto negli itis e nei professionali, visto che si è data molta più importanza alle attività laboratoriali e ad altre forme di stage o tirocinio.
La novità che sembra però interessare maggiormente gli studenti è la possibile scomparsa della tesina. Un vero e proprio dramma per chi si sentiva “rassicurato” nell’iniziare l’esame da un argomento a piacere, elaborato in prima persona. Sembra che la richiesta dell’abolizione della tesina da presentare al colloquio della maturità provenga dagli insegnanti stessi, stanchi di dover giudicare elaborati troppo spesso scopiazzati dal web, che fanno perdere ogni senso alla prova in sé.
Al centro della discussione, inoltre, tornano le commissioni d’esame e la loro composizione. Nell’ultimo decennio abbiamo visto alternarsi commissioni interne, commissione esterne, e le attuali commissioni miste. Siamo curiosi di scoprire su quale tipo di formazione scommetteranno i tecnici del MIUR.
La revisione della maturità 2015, quindi, comporterà un nuovo approccio agli esami per gli studenti, che saranno informati dei cambiamenti già da settembre. Speriamo che questa revisione si all’inizio di una riflessione più profonda sugli esami di maturità, che con il passare degli anni non perdono il loro “fascino”, ma che per molti insegnanti e alunni appaiano datati e anacronistici.
Serena De Domenico
Che nei professionali le materie di indirizzo debbano contare di più è abbastanza sensato. Mi pare però che, per perseguire questo scopo, riformare solo l’esame non sia la via migliore; non conosco i nuovi programmi di matematica per i professionali; penso, però, che non dovrebbero essere la fotocopia (ridotta) di quello del liceo scientifico. Nei professionali i programmi (di matematica) dovrebbero essere “ritagliati” sulle esigenze delle materie professionalizzanti. Altrimenti c’è il rischio che gli alunni, dovendo studiare una materia i cui contenuti sono slegati dalle loro necessità e che conta poco all’esame, decidano di non studiarla.Per quanto riguarda l’esame in se penso che debba rimanere. La scuola, tra le altre cose, dovrebbe insegnare anche che è una cosa abbastanza normale(nella vita) essere valutati, esaminati, promossi o respinti (se in qualche modo si vuol parlare di merito).