maraschini-bravi_matematica.jpgFresco di stampa il libro di Walter Maraschini "Bravi in matematica", edito da Bruno Mondadori.

Le pagine che seguono si rivolgono a chiunque abbia avuto difficoltà in matematica o sia stato vicino a persone in sofferenza per tale materia: persone, magari colte, che non l’hanno mai digerita, dalla scuola in poi; quelli che ne dicono ‘io non ne ho mai capito niente’; genitori alle prese con figli con debiti scolastici in matematica; insegnanti di scuola media o superiore, che si sentono impotenti di fronte all’analfabetismo e alla riluttanza matematici dei loro studenti; signori qualunque cui piacerebbe rinverdire qualche antica conoscenza; giovani, che magari vogliono capire se possono affrontare una facoltà a carattere scientifico o se, per una volta, qualcuno dirà loro: Bravo in matematica!

Il libro si rivolge a chiunque, dei precedenti. Ma non intende né può risolvere i problemi di nessuno.

Facilmente potrei stilare un elenco di raccomandazioni per cercare di diventare bravi, o almeno più bravi, in matematica:

− avere pazienza;

− avere penna e carta, fare esercizi, provare da soli;

− leggere bene, tra le righe, qualunque cosa sia scritta o detta, da chiunque sia espressa;

− non fidarsi mai delle conclusioni più immediate, più banali, più semplici;

− non seguire acriticamente le opinioni correnti;

− osare pensieri con accostamenti arditi;

− integrare calcolo, ragionamento, immagini, modalità di pensiero diverse;

− …

Ma – me ne rendo conto – questo sarebbe un catalogo etico più che disciplinare, e in fondo inutile. La matematica tuttavia, esercitandola ed esercitandosi, educa a tutto ciò.

Queste pagine intendono soltanto aprire una porta d’ingresso: da una parte – in una sorta di sala d’aspetto in cui si condensano ansie, rimorsi, ricordi, paure e aspettative – vogliono invitare a riflettere sulla personale esperienza passata relativa alla matematica, una dimensione del sapere ridotta per i più al calcolo di un’espressione o al voto sulla pagella; dall’altra parte intendono stimolare curiosità e interessi, almeno accendere qualche scintilla o insinuare il dubbio, per chi si considera matematicamente morto o incapace a resuscitare altri a lui vicini, che un’altra stagione è possibile, che un’altra dimensione è raggiungibile, che qualcosa se ne può capire, e soprattutto che non è dignitoso dirsi e proclamarsi del tutto incapaci e ignoranti nel merito.

Dunque, Bravi in matematica avrà raggiunto il suo obiettivo se, semplicemente, avrà chiarito quanto sia naturale provare difficoltà in tale materia, quali ne siano le ragioni, se avrà un po’ fatto vergognare chi si gloria o non si cura di tale ignoranza, se in qualcuno avrà sollecitato curiosità maggiori, voglia di approfondimento. Tutto qui, e non è poco.

Secondo una consolidata tradizione dialettica, questo libretto si sarebbe dovuto dividere in tre parti.

La prima, La mano sporca: è una sorta di riflessione, su basi autobiografiche, relativa alle sensazioni e alle emozioni, così forti, di odio o amore, interesse o frustrazione, che ha suscitato e suscita in molti, anche nelle persone più colte, la matematica, comunque vissuta nell’esperienza scolastica.

La seconda, La mente pulita: presenta in tono divulgativo alcuni – pochissimi tra i tanti! – temi matematici, scelti secondo criteri volutamente estremi: o molto vicini alla matematica scolastica e di tutti i giorni, affinché se ne comprendano meglio il senso, il linguaggio e gli strumenti, oppure molto lontani dalla quotidianità, affinché se ne apprezzi il suo metodo d’indagine applicato a questioni più generali: l’infinito, le diverse geometrie, i limiti della conoscenza.

La terza parte, La sintesi, non c’è. E’ affidata al lettore, cui spetta, se non scriverla, praticarla. Il quale, chiunque esso sia, non dovrebbe essere tratto in inganno dai titoli delle due parti qui scritte: non credo affatto che la mano – cioè: il corpo, l’esperienza, le percezioni, la materia, … – sia il male mentre la mente – cioè: il pensiero, la cultura, l’astrazione, la riflessione, … – sia il bene.

Dalla mano nascono i numeri finché essi s’installano nella mente, e questo va sempre rimembrato – cosa che riguarda le membra –, mai può essere dimenticato – cosa che riguarda la mente – né soprattutto scordato – cosa che riguarda il cuore, le emozioni, le reazioni primarie e più veloci al nostro essere nel mondo.

Tutto questo è un bel misto e in mezzo c’è un linguaggio, una via di conoscenza, di espressione e traduzione, con sue proprie regole, ineliminabile. Buona lettura.

 

Dall’Introduzione del libro

http://www.maraschini.it/

Walter Maraschini insegna Matematica all’Istituto superiore Machiavelli in Roma

E’ autore, con Mauro Palma, di libri di testo per le Scuole superiori

E’ Presidente di ANIMAT (Associazione Nazionale degli Insegnanti di Matematica)

Cura la Pagina di Matematica del Sito "Treccani Scuola" della Enciclopedia Italiana

 

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