“Non ci sono più i genitori di una volta!”. Quelli che punivano i figli per un brutto voto, che si preoccupavano del loro rendimento scolastico, che dialogavano con gli insegnanti per indirizzare al meglio i ragazzi nei loro studi, pretendendo il massimo. Le mamme e i papà dei nativi digitali hanno poca fiducia nella scuola e negli insegnanti, tanto che proprio a loro attribuiscono la colpa di un brutto voto e perfino delle bocciature dei loro figli.

Ecco spiegata l’esplosione di una nuova tendenza: fare ricorso al TAR per chiedere l’annullamento di una bocciatura alle superiori e perfino alle medie.

In base a quanto riportato dal quotidiano “La Notizia”, negli ultimi anni il numero di richieste al TAR sembra essersi moltiplicato in maniera esponenziale, ma il dato che turba di più gli insegnanti e gli studenti virtuosi è il fatto che molti ricorsi vengano accolti con favore, a differenza di quanto accadeva precedentemente, quando difficilmente i giudici accoglievano i ricorsi dei genitori degli alunni.

Ha i contorni dell’assurdo la sentenza emessa a favore di uno studente romano, bocciato con 3 insufficienze in matematica, fisica e storia dell’arte, poiché ritenute dal giudice “materie non essenziali”.

È fondamentale chiarire, però, che per presentare istanza di annullamento della bocciatura al TAR è fondamentale avere “prove certe” dell’ingiustizia subita. Nessun giudice accetterebbe di portar avanti il procedimento basandosi su opinioni personali, come ad esempio “I prof mi odiano”, “I prof preferiscono i miei compagni”, “Sono certo di meritarmi di più”.

Per fare ricorso al TAR, quindi, è fondamentale rivolgersi ad un legale competente, che provvederà con apposite perizie a verificare l’esistenza di vizi di forma nello svolgimento delle procedure atte a determinare la bocciatura.

Cosa significa?

Partiamo dal presupposto che il giudizio degli insegnanti è indiscutibile per legge. Sono loro, confrontandosi nei vari consigli, a stabilire meriti e demeriti del singolo studente. Tuttavia se dall’analisi dei registri e dei verbali risulterà che la loro compilazione è stata eseguita in modo parziale o scorretto, che il voto finale attribuito all’alunno non deriva da una media fatta sui voti presi nel quadrimestre, o che non è stato dato modo all’alunno di recuperare, ecco che il ricorso diventa legittimo. Prima di iniziare un percorso lungo e dispendioso come quello del ricorso al TAR, quindi, è fondamentale che i genitori siano certi che il figlio abbia subito un’ingiustizia e che i regolamenti scolastici non siano stati rispettati.

Serena De Domenico

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