È così che Nash introduce il concetto di equilibrio per i giochi cooperativi. Il primo articolo di Nash The bargaining problem è pubblicato nel 1950 e ripreso l’anno dopo da Annals of Mathematics. Nash fa quindi passare la Teoria dei Giochi, e le corrispondenti formulazioni matematiche, da schemi di pura competizione (vincere o perdere) a schemi dove addirittura si possono avere delle trattative tra gli stessi giocatori. Il problema dell’equilibrio non è un dettaglio banale. Esso è di cruciale importanza. Se la situazione, competitiva o cooperativa, non è in equilibrio, l’interesse per l'analisi è molto modesto. Ecco perché Nash dedica la sua attenzione alle formulazioni matematiche dell’equilibrio per giochi cooperativi. Dopo molte iniziali critiche e diffidenze, si afferma il concetto di «equilibrio secondo Nash» per un gioco cooperativo e, più in generale, per una classe di sistemi complessi (che qui non possiamo descrivere). Gli economisti hanno visto nei suoi risultati un’importanza fondamentale per le teorie economiche. E ciò gli ha valso il Nobel.
Quanto sopra e' un estratto da:
"Quando la matematica trasforma in «gioco»
la complessità della vita",
articolo(*) a firma di Antonino Zichichi su Il Giornale on line:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=249085&START=0&2col=
L'esercizio consiste nel trovare quali sono le affermazioni non sbagliate nell'estratto qui sopra.
(*) Invito a leggere anche l'articolo, io, in quanto "scienziato praticante", ho trovato deprimente la chiosa finale (a "pagina" 3)
EDIT: modificato il titolo