Uno dei primi problemi che si trovò ad affrontare l’Italia unita fu, per dirla con le parole di d’Azeglio ‘fare gli italiani’; infatti la volontà di uno stato unitario fu espressione di una fetta assai limitata di popolazione (soprattutto professionisti e studenti). Mancava nella popolazione, e soprattutto tra gli operai e i contadini il senso e il concetto di ‘patria’ e di ‘nazione’. I problemi che l’Italia dovette affrontare all’indomani dell’unificazione, furono di natura interna ma anche esterna.

Problemi interni:

  • migliorare la rete delle infrastrutture (costruire scuole, ospedali, rete ferroviaria);

  • arretratezza economica (agricoltura e industria);

  • analfabetismo diffuso (nonostante la Legge Casati che aveva istituito la frequenza obbligatoria per i primi due anni di scuola);

  • organizzazione di un esercito unico;

  • deficit finanziario (in quanto raccolse i problemi economici di tutte le regioni d’Italia);

  • brigantaggio (nel meridione);

  • malattie da debellare (pellagra, malaria, colera, tifo);

  • problema linguistico (la maggior parte della popolazione parlava il dialetto locale, mentre l’italiano lo parlava soltanto una parte assai ristretto della popolazione);

  • monete e misure diverse;

  • non esisteva un unico codice di leggi.

Problemi esterni:

  • rapporti difficili con le grandi potenze;

  • tensioni con la Chiesa.

 

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