Il corporativismo è il sistema politico ed economico che vuole superare i contrasti tra datori di lavoro e lavoratori attraverso la mediazione dello stato. Il documento che proclamava i principi del corporativismo fascista era la Carta del lavoro del 1927. In essa ogni tipo di lavoro (intellettuale, tecnico e manuale) era definito un “dovere sociale” e si affermava che l’impresa era responsabile della propria produzione di fronte allo stato. Inoltre, per controllare la vita economica del paese, sempre nel 1926 nacque il Consiglio nazionale delle corporazioni, fu vietato lo sciopero e il Sindacato unico fascista ebbe autorità giuridica.

 

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