Per superare la crisi del ’29, il presidente degli Stati Uniti Roosevelt decise di avviare un intervento statale nell’economia e una politica di ridistribuzione della ricchezza. Il complesso della sua politica viene indicato con il nome New Deal, un nuovo corso per migliorare le condizioni economiche e sociali del paese. Il programma di riforme prevedeva una ridistribuzione delle ricchezze in modo tale da diminuire la distanza sociale tra i cittadini, infatti le tasse vennero distribuite in modo proporzionale ai redditi e vennero utilizzate per la costruzione di opere pubbliche che potessero fronteggiare la disoccupazione. Inoltre per riequilibrare i redditi tra industria e agricoltura e sostenere la domanda interna del paese garantendo anche l’ampliamento del mercato per i prodotti industriali, furono sovvenzionati gli agricoltori e regolata la produzione in modo da limitare i fallimenti e alzare salari e profitti. Queste misure portarono ad un netto intervento dello stato in economia, che si inserì nel libero gioco della concorrenza tra imprenditori pur senza danneggiare i grandi gruppi industriali. Ma, anche se in contrasto con i canoni del capitalismo, il New Deal riuscì nella ripresa economica del paese che continuò a rappresentare la patria del capitalismo

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