“La stanza rossa” rappresenta l’interno di una casa borghese dove una cameriera è intenta a sistemare la tavola con frutta, pane e bevande. Una finestra fa intravedere allo spettatore il mondo esterno, dove si intravede un paesaggio. Il rosso è il colore predominante, e lo ritroviamo sulle pareti della stanza e sulla tovaglia: è steso con pennellate larghe e decise, senza sfumature. Questo contribuisce ad intensificare la bidimensionalità del dipinto. Lo stesso accade con il tavolo che, pur essendo realizzato in una prospettiva piuttosto discutibile, segnata appena dalla linea di contorno dello stesso (ma anche dalla sedia e dal davanzale della finestra), sembra far scivolare in avanti tutti gli oggetti che sono stati sistemati sopra di esso. Se sul tavolo non ci fossero quegli oggetti, sembrerebbe quasi la continuazione della parete di fondo. Tutto è realizzato nelle sue forme essenziali, senza la ricerca realistica della rappresentazione; lo stesso paesaggio sullo sfondo è completamente bidimensionale, così come l’uso dei colori primari (rosso, blu e giallo) contribuisce ad amplificare questa sensazione. Il completo disinteresse per la rappresentazione realistica degli oggetti, mette in luce la funzione che Matisse vuole dare al colore, ossia quella di esprimere stati d’animo ed emozioni soggettive.

 

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