Verga, nella prefazione ai Malavoglia, descrive il progresso come una fiumana inarrestabile che procede attraverso una dura lotta di selezione degli uomini, riprendendo la teoria darwiniana della lotta di selezione della specie. La corsa impetuosa di questo fiume, se vista da lontano, appare imponente e priva di fratture ma, vista da vicino, rivela tutti i risvolti negativi che porta con sé, con i soprusi che i deboli devono subire da parte dei più forti. Verga quindi afferma la positività del progresso, così come era stata formulata dalla cultura positivista e dal darwinismo sociale, ma allo stesso tempo non può non soffermarsi sulle conseguenze che esso ha nella vita dei più deboli. In quanto scrittore, Verga si propone di osservare da vicino lo scorrere del progresso, e quindi ne osserva le vittime, rendendole protagoniste di tutte le sue opere. Possiamo così notare che, pur teorizzando una concezione positiva del progresso, Verga ne sottolinei soprattutto le conseguenze nefaste sulla vita di coloro che dal progresso vengono sconfitti.

 

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