Questo tema è affrontato da Kierkgaard nell’opera “Concetto dell’angoscia”. Mentre Abramo, che ha fede, opta per il principio religioso e segue l’ordine divino, Adamo vive in condizione di “angoscia” in quanto il “divieto divino” lo rende inquieto perché sveglia la “possibilità della libertà” ed è strettamente connessa col peccato ed è a fondamento del cosiddetto “peccato originale”. Adamo vive nell’innocenza, ma essa è in realtà “ignoranza”, non-conoscenza, non è nemmeno lotta perché nell’Eden non c’è nulla contro cui lottare. È proprio il “nulla di preciso” che determina l’angoscia, sentimento della possibilità. È infatti il divieto divino che rende inquieto Adamo, il quale avverte la possibilità della libertà. È dalla “possibilità di potere” che scaturisce l’angoscia. Essa non è necessità, non è libero arbitrio: è libertà limitata che si identifica col sentimento della possibilità.

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