Gli organismi viventi possono sopportare solo variazioni limitate di un certo fattore ecologico ovvero dell’insieme dei fattori abiotici e dei fattori biotici che definiscono e regolano ogni ambiente, agendo direttamente sugli esseri viventi in esso ospitati; i margini di questi limiti possono essere più o meno ampi, in quanto ogni specie è variamente sensibile ai fattori ecologici a seconda della sua valenza ecologica, cioè della capacità di popolare ambienti con caratteristiche differenti in relazione a un determinato fattore ecologico. Rispetto alla valenza ecologica le specie si distinguono in stenoecie, quando tollerano piccole variazioni di un determinato fattore ecologico, ed euriecie, quando tollerano ampie variazioni dello stesso fattore ecologico (per esempio, rispetto al fattore temperatura si avranno specie stenoterme ed euriterme). L’adattamento a condizioni variabili comporta tuttavia un grande dispendio energetico, sostenibile solo se strettamente necessario: per questo motivo le specie che vivono in ambienti stabili hanno fatto, evolutivamente, la scelta stenoecia di minor costo energetico.
Le specie steno acquistano un importante significato per la lettura delle variazioni ambientali: sono infatti ottimi indicatori ecologici, in quanto consentono di monitorare l’ambiente ed effettuare ricerche sul campo di situazioni ambientali a rischio.

 

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