Simboli matematici

Formulario completo di matematica 1. Simboli 1.1 Simboli comuni 1.2 Insiemi numerici 1.3 Simboli insiemistici 1.4 Geometria 1.5 Logica 1.6 Funzioni particolari 1.7 Calcolo combinatorio 1.8 Analisi 1.9 Spazi funzionali 1.10 Algebra Lineare 1.11 Probabilità e statistica 1.12 Costanti matematiche 1.13 Alfabeto greco 1.14 Multipli e sottomultipli.

Scarica il primo capitolo del formulario: I simboli matematica http:/www.matematicamente.it/staticfiles/formulario/1-Simboli.pdf

Vedi anche la sezione di esercizi di matematica

Insiemi

today_is_a_good_day-sails.jpgTutto sugli insiemi, tutte (o quasi) le formule che bisogna conoscere e che si possono incontrare: Generalità, Relazioni e operazioni, Funzione, Strutture algebriche.

https://www.matematicamente.it//staticfiles/formulario/2-insiemi.pdf

 

Insiemi numerici

martin_ujlaki-odd_numbers.jpgFormulario sugli insiemi numerici: Proprietà delle quattro operazioni, Numeri primi e divisibilità, Numeri primi da 1 a 10000, Massimo comune divisore e minimo comune multiplo, Frazioni e numeri razionali, Assiomatizzazione degli insiemi numerici, Valore assoluto, Funzione segno, Parte intera, Approssimazione, Fattoriale.

Geometria piana

jurek_d-geomtry.jpgFormulario completo di geometria piana, tutte le formule e tutti i teoremi più importanti. Rettangolo, quadrato, parallelogramma, triangolo, rombo, deltoide, trapezio, poligoni regolari, circonferenza, cerchio, settore circolare, corona circolare, triangolo inscritto e circoscritto a un cerchio, poligono inscritto e circoscritto, tutte le definizioni e i teoremi di geometria piana.

Unità di misura, fattori di conversione, costanti fisiche

sanchtv-07.jpg5.1. Unità di misura del Sistema Internazionale (SI) – Grandezze fondamentali – Grandezze supplementari – 5.2. Multipli e sottomultipli del Sistema Internazionale – 5.3. Principali grandezze derivate – Meccanica – Elettromagnetismo – 5.4. Principali unità di misura che non appartengono al SI – 5.5. Intervalli di variabilità di alcune unità fondamentali – Lunghezze – Tempi – Masse – Temperature – 5.6. Costanti fisiche.

Geometria solida

articoli12.jpgFormulario completo di geometria solida: parallelepipedo, cubo, prisma, piramide, tronco di piramide, poliedri regolari, cilindro, cono, tronco di cono, sfera, calotta sferica e segmento sferico a una base, settore sferico, zona sferica e segmento sferico a due basi, fuso sferico o spicchio sferico, cilindro a sezione obliqua, corona cilindrica, obelisco, cuneo, toro, prisma obliquo triangolare.

Potenze e radicali

jahdakine-mudding-the_masque_of_the_red_death.jpg 7.1 Definizione di potenza – 7.2 Proprietà delle potenze – 7.4 Proprietà delle radici – 7.5 Razionalizzazione del denominatore – 7.6 Radicali doppi

Valore assoluto, funzione segno, parte intera

Valore assoluto

Definizione 

Il valore assoluto è una funzione reale di variabile reale, $|cdot|: mathbb{R} o mathbb{R}$, che associa alla variabile $x$ il numero stesso se $x$ è non negativa, $-x$ se invece $x$ è negativa. Il valore assoluto di $x$ si indica con $|x|$, e risulta

$|x| = {(x, quad "se " x ge 0),(-x, quad "se " x < 0):}$


Di seguito viene riportato il grafico della funzione valore assoluto.
 
valoreassoluto.png

Proprietà del valore assoluto


Il valore assoluto è una funzione definita positiva, in quanto gode delle due seguenti proprietà

$|x| ge 0 quad forall x in mathbb{R}$

$|x| = 0 iff x = 0$


Il valore assoluto è anche una funzione positivamente omogenea, infatti

$|x cdot y| = |x| cdot |y| quad forall x, y in mathbb{R}$

$|frac{x}{y}| = frac{|x|}{|y|} quad forall x in mathbb{R}, quad forall y in mathbb{R} setminus {0}$


Vale anche la disuguaglianza traingolare, ovvero

$|x + y| le |x| + |y| quad forall x, y in mathbb{R}$


Grazie a queste tre condizioni si può affermare che il valore assoluto è una norma. Conseguenza diretta della disuguaglianza triangolare è la seguente

$||x| – |y|| le |x – y| quad forall x, y in mathbb{R}$


Inoltre, per ogni $n in mathbb{N}$ pari, risulta

$
oot{n}{x^n} = |x| quad forall x in mathbb{R}$


Le seguenti proprietà, utili per la risoluzione di equazioni e disequazioni con valori assoluti, sono conseguenza diretta della definizione

$|x| = |c| implies x = pm c$

$|x| = c implies x = pm c$

$|x| le c implies {(
exists x in mathbb{R}, quad "se " c < 0),(x = 0, quad "se " c = 0),(-c le x le c, quad "se " c > 0):}$

$|x| < c implies {(
exists x in mathbb{R}, quad "se " c le 0),(-c < x < c, quad "se " c > 0):}$

$|x| ge c implies {(x in mathbb{R}, quad "se " c le 0),(x le -c vee x ge c,  quad "se " c > 0):}$

$|x| > c implies {(x in mathbb{R}, quad "se " c < 0),(x
e 0, quad "se " c = 0),(x < -c vee x > c, quad "se " c > 0):}$


Infine il valore assoluto di un numero può anche essere espresso per mezzo del massimo fra $x$ e $-x$

$|x| = max {x, -x} quad forall x in mathbb{R}$
 

Funzione segno

Definizione

La funzione segno è una funzione reale di variabile reale, $"sgn": mathbb{R} o mathbb{R}$, che vale $1$ quando il suo argomento è positivo, $-1$ quando il suo argomento è negativo, $0$ atrimenti. In formule

$"sgn"(x) = {(1, quad "se " x > 0),(0, quad "se " x = 0),(-1, quad "se " x < 0):}$


Di seguito viene riportato il grafico della funzione segno.
 
segno.png


Proprietà della funzione segno

Proprietà della funzione segno

 

$|x| = x cdot "sgn"(x) quad forall x in mathbb{R}$

$"sgn"(x) = frac{|x|}{x} = frac{x}{|x|} quad forall x in mathbb{R} setminus {0}$


Parte intera

 

Parte intera

Definizione

Dato un numero reale $x$, si definisce parte intera superiore di $x$, e si indica con $lceil x
ceil$, il più piccolo intero non minore di $x$. Analogamente si indica la parte intera inferiore di $x$ come il più grande intero minore o uguale di $x$, e si indica con $lfloor x
floor$. Sono riportati di seguito i grafici delle funzioni parte intera superiore e inferiore, rispettivamente.

parteinterasuperiore.png


parteinterainferiore.png

 

Proprietà della parte intera

Proprietà


$lfloor x
floor = x = lceil x
ceil iff x in mathbb{Z}$

$lfloor lfloor x
floor
floor = lfloor x
floor quad forall x in mathbb{R}$

$lceil lceil x
ceil
ceil = lceil x
ceil quad forall x in mathbb{R}$

$lfloor x + y
floor = x + lfloor y
floor quad forall (x,y) in mathbb{Z} imes mathbb{R}$

$lceil x + y
ceil = x + lceil y
ceil quad forall (x,y) in mathbb{Z} imes mathbb{R}$

$lfloor x
floor le x < lfloor x
floor + 1 quad forall x in mathbb{R}$

$x le lceil x
ceil < x + 1 quad forall x in mathbb{R}$

$lceil x
ceil = – lfloor -x
floor quad forall x in mathbb{R}$

$x = lfloor frac{x}{2}
floor + lceil frac{x}{2}
ceil quad forall x in mathbb{Z}$


Infine, se $m$ e $n$ sono due interi primi fra di loro, risulta

$sum_{i=1}^{n-1} lfloor i frac{m}{n}
floor = frac{(m-1)(n-1)}{2}$

Fattoriale e semifattoriale

Fattoriale

Definizione 

Per ogni $n \in \mathbb{N}$, si definisce il fattoriale ricorsivamente così come segue

$n! = \{(1, \quad "se " n = 0),(n \cdot (n-1)!, \quad "se " n > 0):}$

Pertanto il fattoriale di ogni numero naturale $n$ coincide con il prodotto dei primi $n$ naturali

$n! = n \cdot (n-1) \cdot \ldots \cdot 3 \cdot 2 \cdot 1 = \prod_{k=1}^n k$

Proprietà del fattoriale 

Direttamente dalla definizione discendono le seguenti proprietà

$\frac{n!}{(n-1)!} = n \quad \forall n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$

$\frac{n!}{n} = (n-1)! \quad \forall n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$

$\frac{n!}{m!} = n \cdot (n-1) \cdot \ldots \cdot (n – m + 2) \cdot (n – m + 1) \quad n, m \in \mathbb{N}, \quad n > m$

Vale inoltre l’approssimazione di Stirling

$n! \approx n^n \cdot e^{-n} \sqrt{2 \pi n}$

Semifattoriale

Definizione 

Per ogni $p \in \mathbb{N}$ pari, si definisce il semifattoriale ricorsivamente così come segue

$p!! = \{(1, \quad "se " p = 0),(p \cdot (p-2)!!, \quad "se " p \ge 2):}$

Nel caso di $d \in \mathbb{N}$ dispari, la definizione è del tutto analoga

$d!! = \{(1, \quad "se " d = 1),(d \cdot (d-2)!!, \quad "se " d \ge 3):}$

Dunque per ogni naturale pari $p$, il semifattoriale di $p$ equivale al prodotto di tutti i naturali pari compresi fra $2$ e $p$

$p!! = p \cdot (p – 2) \cdot (p – 4) \cdot \ldots \cdot 4 \cdot 2 = \prod_{k=1}^{\frac{p}{2}} 2k$

Analogamente, per ogni naturale dispari $d$, il semifattoriale di $d$ equivale al prodotto di tutti i naturali dispari compresi fra $1$ e $d$

$d!! = d \cdot (d – 2) \cdot (d – 4) \cdot \ldots \cdot 5 \cdot 3 \cdot 1 = \prod_{k=0}^{\frac{d-1}{2}} 2k + 1$

Proprietà del semifattoriale 

Il fattoriale ed il semifattoriale sono legati dalla seguente formula

$n! = n!! \cdot (n-1)!! \quad \forall n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$


Calcolo combinatorio

Coefficiente binomiale

Dati $n, k in mathbb{N}$, con $n ge k$, si definisce coefficiente binomiale di $n$ su $k$
 
$((n),(k)) = frac{n!}{k! (n-k)!}$
 
Esempio: $((4),(2)) = frac{4!}{2! (4-2)!} = frac{4!}{2! cdot 2!} = frac{4 cdot 3 cdot 2 cdot 1}{2 cdot 1 cdot 2 cdot 1} = 6$
 

Proprietà del coefficiente binomiale

I coefficienti binomiali rispettano le seguenti proprietà

$((n),(0)) = ((n),(n)) = 1 quad forall n in mathbb{N}$

 

$((n),(1)) = ((n),(n – 1)) = n quad forall n in mathbb{N}$

 

$((n),(k)) = ((n),(n-k)) quad forall n,k in mathbb{N}$, $n ge k$

 

$((n+1),(k+1)) = ((n),(k+1)) + ((n),(k)) quad forall n,k in mathbb{N}$, $n ge k$

 

$sum_{k=0}^n ((n),(k)) a^k b^{n-k} = (a+b)^n$

 

In particolare, dall’ultima proprietà discende che

$sum_{k=0}^n ((n),(k)) = 2^n quad forall n in mathbb{N}$

 

Coefficiente multinomiale

Dati $r+1$ numeri naturali, $n, k_1, k_2, ldots, k_r in mathbb{N}$, tali che $k_1 + k_2 + ldots + k_r = n$, si definisce coefficiente multinomiale

$((n),(k_1"," k_2"," ldots"," k_r)) = frac{n!}{k_{1}! cdot k_{2}! cdot ldots cdot k_{r}!} = frac{n!}{prod_{i=1}^r k_{i}!}$

 

e comunque si scelgano i numeri naturali $n, k_1, k_2, ldots, k_r$ (purché $k_1 + k_2 + ldots + k_r = n$), risulta

$((n),(k_1"," k_2"," ldots"," k_r)) in mathbb{N}$

 

Proprietà del coefficiente multinomiale

Fissato $n in mathbb{N}$, e detto $A_n subset mathbb{N}^r$ l’insieme di tutte le $r$-ple di naturali $(k_1, k_2, ldots, k_r)$ tali che $k_1 + k_2 + ldots + k_r = n$, risulta

$(x_1 + x_2 + ldots + x_r)^n = sum_{(k_1, k_2, ldots, k_r) in A_n} ((n),(k_1"," k_2"," ldots"," k_r)) cdot x_1^{k_1} cdot x_2^{k_2} cdot ldots cdot x_r^{k_r}$

 

Permutazioni semplici

Dato un insieme $X$ con $n$ elementi, si chiama permutazione ogni ordinamento dell’insieme $X$. Equivalentemente, dati $n$ oggetti distinti, il numero di permutazioni $P_n$ è il numero di tutti i possibili ordinamenti degli $n$ oggetti, e risulta

$P_n = n!$

 

Esempio: in quanti modi diversi si possono disporre $10$ persone in fila? Risposta: $10!$

Permutazioni con ripetizione

Dati $n$ oggetti non tutti distinti fra di loro, un ordinamento di tali oggeti si chiama permutazione con ripetizione. Supponiamo di poter suddividere gli $n$ oggetti in $h$ tipi diversi (ovviamente $h le n$). Siano $n_i$ il numero di elementi di tipo $i$, per ogni $i=1, 2, ldots, h$, allora $n = n_1 + n_2 + ldots + n_h$. Indicando con $P_{n_1, n_2, ldots, n_h}^{**}$ il numero delle permutazioni con ripetizione, ovvero il numero di tutti i possibili ordinamenti degli $n$ oggetti, risulta

$P_{n_1, n_2, ldots, n_h}^{**} = frac{n!}{n_{1}! cdot n_{2}! cdot ldots cdot n_{h}!}$

 

Esempio: Quanti sono i possibili anagrammi della parola matematica?

Si hanno in totale $10$ elementi, visto che la parola matematica è costituita da $10$ lettere. Tali lettere non sono tutte distinte, ma possono essere partizionate in $6$ tipi diversi

1° tipo: lettera m, $n_1 = 2$

 

2° tipo: lettera a, $n_2 = 3$

 

3° tipo: lettera t, $n_3 = 2$

 

4° tipo: lettera e, $n_4 = 1$

 

5° tipo: lettera i, $n_5 = 1$

 

6° tipo: lettera c, $n_6 = 1$

 

Per determinare il numero di tutti i possibili anagrammi della parola matematica basta calcolare le permutazioni con ripetizione

$frac{10!}{2! cdot 3 ! cdot 2! cdot 1! cdot 1! cdot 1!} = 10 cdot 9 cdot 8 cdot 7 cdot 6 cdot 5 = 151200$

 

Combinazioni semplici

Dato un insieme $X$ con cardinalità $n$ (quindi contenente $n$ elementi distinti), ogni sottoinsieme di $X$ con $k$ elementi ($0 le k le n$) viene detto combinazione di $n$ oggetti di classe $k$, e si indica con $C_{n,k}$.

$C_{n,k}$ rappresenta il numero di tutti possibili modi con cui si possono scegliere $k$ elementi fra $n$ oggetti dati, e risulta

$C_{n,k} = ((n),(k)) = frac{n!}{k! (n-k)!}$

 

ed inoltre

$C_{n,k} = frac{n!}{k! (n-k)!} = P_{k, n-k}^{**}$

 

Esempio: Quanti sono i possibili sottoinsiemi di un insieme $n$ elementi? I possibili sottoinsiemi possono essere l’insieme vuoto, gli insiemi con $1$ elemento, gli insiemi con $2$ elementi, etc. Quindi il numero di tutti i possibili sottoinsiemi è

$sum_{k=0}^n ((n),(k)) = 2^n$

 

Combinazioni con ripetizione

Dato un insieme $X$ di cardinalità $n$, ossia dati $n$ oggetti distinti, ogni raggruppamento di $k$ elementi di $X$, ammettendo anche ripetizioni di oggetti, viene detto combinazione con ripetizione di $n$ oggetti di classe $k$. Notare che $k$ può essere maggiore di $n$, e in ogni raggruppamento non conta l’ordine con cui vengono elencati gli elementi. Indicando con $C_{n,k}^{**}$ il numero di tutte le possibili combinazioni con ripetizione di $n$ oggetti di classe $k$, risulta

$C_{n,k}^{**} = ((n+k-1),(k))$

 

Esempio: Dato $X = {a, b, c, d}$, quante sono le possibili coppie formate da elementi di $X$, ammettendo anche ripetizioni, senza contare l’ordine con cui tali elementi sono elencati? Risposta: $C_{4,2} = ((4+2-1),(2)) = ((5),(2)) = 10$. E infatti tutte le coppie possibili sono

tab.png

Esempio: In quanti modi si possono scegliere $5$ carte da un mazzo di $40$ con rimpiazzo? Risposta: $C_{40,5}^{**} = ((40 + 5 – 1),(5)) = ((44),(5))$

Disposizioni semplici

Dati $n$ oggetti, ogni ordinamento di $k$ oggetti ($0 le k le n)$ comunque scelti fra gli $n$ si chiama disposizione di $n$ oggetti di classe $k$. Notare che due disposizioni possono differire o per gli oggetti contenuti o per l’ordine degli oggetti. Il numero di tutte le possibili disposizioni di $n$ oggetti di classe $k$ si indica con $D_{n,k}$ e risulta

$D_{n,k} = frac{n!}{(n-k)!} = n cdot (n-1) cdot ldots cdot (n-k+1)$

 

Esempio: Da un’urna contenente $90$ palline numerate, quante sono le possibili sequenze di $5$ numeri che si possono ottenere estraendo, senza rimpiazzo, cinque palline? Risposta: $D_{90,5} = frac{90!}{85!}$

Disposizioni con ripetizione

Dati $n$ oggetti, ogni ordinamento di $k$ oggetti in cui sono ammesse anche ripetizioni (quindi $k$ può essere qualsiai) si chiama disposizione con ripetizione di $n$ oggetti di classe $k$. Indicando con $D_{n,k}^{**}$ il numero di tutte le possibili disposizioni con ripetizioni di $n$ oggetti di classe $k$, risulta

$D_{n,k}^{**} = n^k$

 

Esempio: Da un’urna contenente $90$ palline numerate, quante sono le possibili sequenze di $5$ numeri che si possono ottenere estraendo, con rimpiazzo, cinque palline? Risposta: $D_{90,5}^{**} = 90^5$

Esempio: quante sono le parole di $4$ lettere che si possono formare utilizzando le lettere ${a,b,c,d,e}$? Risposta: $D_{5,4}^{**} = 5^4$.

Numeri complessi

Definizione

L’insieme dei numeri complessi è definito come l’insieme di tutte le coppie di numeri reali, ossia

$mathbb{C} = mathbb{R} imes mathbb{R}$

Su $mathbb{C}$ sono definite due operazioni interne, un’operazione di somma e un’operazione di prodotto, che agiscono nel modo seguente

$(a,b) + (c,d) = (a+c, b+d) quad forall (a,b), (c,d) in mathbb{C}$

 

$(a,b) cdot (c,d) = (a cdot c – b cdot d, a cdot d + b cdot c) quad forall (a,b), (c,d) in mathbb{C}$
Da notare che $(0,0)$ è l’elemento neutro rispetto alla somma e che $(1,0)$ lo è rispetto al prodotto. Inoltre $(0,1) cdot (0,1) = (-1,0)$. L’insieme $mathbb{C}$, munito di queste due operazioni, è un campo.

Forma algebrica dei numeri complessi

Posto $1 =_{def} (1,0)$ e $i =_{def} (0,1)$, ogni numero complesso $(a,b)$ si può esprimere in forma algebrica così come segue

$(a,b) =_{def} a + ib$

Il numero reale $a$ si chiama parte reale, mentre il numero reale $b$ si chiama parte immaginaria. Il numero complesso $i$ viene detto unità immaginaria, e secondo la definizione risulta $i^2 = -1$. Le operazioni di somma e prodotto si estendono naturalmente ai numeri complessi espressi in forma algebrica

$(a + ib) + (c + id) = a + ib + c + id = a + c + i(b + d)$

 

$(a + ib) cdot (c + id) = a c + i a d + i b c + i^2 b d = a c – bd + i (a d + b c)$

Complesso coniugato

Dato un numero complesso $z = (a,b) = a + ib$, il suo complesso coniugato è $ar{z} = (a, -b) = a – ib$.

Modulo e fase

Dato un numero complesso $z = a + ib$, si definisce modulo di $z$ la quantità $M = sqrt{a^2 + b^2}$, si definisce invece fase, o argomento, di $z$, la quantità

$ heta = {(“arctg”(frac{b}{a}), quad “se ” a > 0),(“arctg”(frac{b}{a}) – pi, quad “se ” a < 0 ” e ” b < 0),(“arctg”(frac{b}{a}) + pi, quad “se ” a < 0 ” e ” b > 0),(frac{pi}{2}, quad “se ” a = 0 ” e ” b > 0),(-frac{pi}{2}, quad “se ” a = 0 ” e ” b < 0),(-pi, quad “se ” a < 0 ” e ” b = 0):}$

Rappresentazione in forma trigonometrica

Ogni numero complesso $z = a + ib$ può essere espresso in modulo e fase, così come segue

$z = M (cos( heta) + i sin( heta))$
Si noti che in questa rappresentazione il complesso coniugato si scrive come $ar{z} = M (cos( heta) – i sin( heta))$.

Formula di Eulero

Tramite gli sviluppi in serie di Taylor di seno, coseno e esponenziale si dimostra la seguente formula di Eulero

$e^{i heta} = cos( heta) + i sin( heta) quad forall heta in mathbb{R}$

Di conseguenza seno e coseno possono essere espressi con esponenziali complessi nel modo seguente

$cos( heta) = frac{e^{i heta} + e^{-i heta}}{2}$

 

$sin( heta) = frac{e^{i heta} – e^{-i heta}}{2i}$

Rappresentazione in forma esponenziale

Ogni numero complesso $z = a + ib$, con modulo $M$ e fase $ heta$, può essere espresso in forma esponenziale nel modo seguente

$z = M e^{i heta}$
Si noti che in questa forma il complesso coniugato si scrive come $ar{z} = M e^{-i heta}$.

Formule di De Moivre

Dati due numeri complessi, $z_1 = M_1 (cos( heta_1) + i sin( heta_1))$ e $z_2 = M_2 (cos( heta_2) + i sin( heta_2))$, valgono le seguenti formule di De Moivre

$z_1 cdot z_2 = M_1 M_2 (cos( heta_1 + heta_2) + i sin( heta_1 + heta_2))$

 

$frac{z_1}{z_2} = frac{M_1}{M_2} (cos( heta_1 – heta_2) + i sin( heta_1 – heta_2))$ con $z_2
e 0$

In particolare, indicando con $|cdot|$ il modulo di un numero complesso e con $”arg”(cdot)$ la fase, risulta

$|z_1 cdot z_2| = |z_1| cdot |z_2|$

 

$|frac{z_1}{z_2}| = frac{|z_1|}{|z_2|}$

 

$”arg”(z_1 cdot z_2) = “arg”(z_1) + “arg”(z_2)$

 

$”arg”(frac{z_1}{z_2}) = “arg”(z_1) – “arg”(z_2)$

Dato $z in mathbb{C}$, detto $M$ il suo modulo e $ heta$ la sua fase, risulta

$z^n = M^n (cos(n heta) + i sin(n heta))$

Radici $n$-esime

Dato un numero complesso $w$, si dice che $z$ è la radice $n$-esima di $w$ se e solo se $z^n = w$. Se $w
e 0$, allora esistono esattamente $n$ radici $n$-esime di $w$. Dette $z_1, z_2, ldots, z_n$ tali radici, e posto $w = M (cos( heta) + i sin( heta))$, risulta
$z_k = M_k (cos( heta_k) + i sin( heta_k))$

con

$M_k = M^{frac{1}{n}}$

 

$ heta_k = frac{ heta + 2 k pi}{n}$

per ogni $k = 0, 1, ldots, n-1$.

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Calcolo letterale

articoli127.jpgIl capitolo 12 del Formulario di matematica, un formulario completo da stampare e consultare su tutti gli argomenti. In questo capitolo il calcolo letterale: 1. espressioni letterali – 2. Prodotti notevoli – 3. Scomposizione in fattori – raccoglimento a fattor comune totale, raccoglimento parziale, quadrato di binomio, cubo di binomio, differenza di quadrati, differenza di cubi, somma di cubi, differenza di potenze di uguale esponente,trinomio caratterestico.

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Principi di equivalenza ed equazioni di primo grado

Principi di equivalenza

Primo principio di equivalenza: data un’equazione, aggiungendo ad entrambi i membri uno stesso numero od una stessa espressione contenente l’incognita si ottiene un’equazione equivalente, a patto che, nel caso di aggiunta di un’espressione dipendente da un’incognita, non vengano ristrette le condizioni di esistenza.

Conseguenze dirette del primo principio di equivalenza sono la regola del trasporto e la regola di cancellazione.

Regola del trasporto: data un’equazione, trasportando un termine da un membro all’altro e cambiandolo di segno si ottiene un’equazione equivalente.

Regola di cancellazione: data un’equazione, termini uguali presenti in entrambi i membri possono essere cancellati, ottenendo un’equazione equivalente.

Secondo principio di equivalenza: data un’equazione, moltiplicando ambo i membri per un numero diverso da zero, o per un’espressione contenente l’incognita che non si annulli qualunque sia il valore dell’incognita stessa, e che non restringa le condizioni di esistenza, si ottiene un’equazione equivalente.

Conseguenze dirette del secondo principio di equivalenza sono la regola di divisione per un fattore comune diverso da zero e la regola del cambiamento di segno.

Regola della divisione per un fattore comune diverso da zero: data un’equazione in cui tutti i termini hanno un fattore comune diverso da zero, dividendo per tale numero si ottiene un’equazione equivalente.

Regola del cambiamento di segno: data un’equazione, cambiando segno a tutti i termini di entrambi i membri si ottiene un’equazione equivalente.

Equazioni di primo grado

Un’equazione di primo grado in forma normale si scrive come

$ax + b = 0$

 
La soluzione dipende dai valori delle costanti $a$ e $b$:

1° caso: se $a = 0$ e $b \ne 0$ l’equazione non ha soluzione e si dice impossibile

2° caso: se $a = b = 0$ allora l’equazione ha infinite soluzioni, in particolare è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$ ($\mathbb{C}$), e si dice indeterminata

3° caso: se $a \ne 0$ allora l’equazione si dice determinata ed ha una e una sola soluzione, che vale $x = -\frac{b}{a}$

Equazioni di secondo grado

Un’equazione di secondo grado (i coefficienti si intendono reali) può presentarsi sotto tre forme: pura, spuria, completa. In tutti e tre i casi il coefficiente di grado massimo, indicato con $a$, deve essere diverso da zero. Le soluzioni dell’equazione si chiamano radici.

Equazione pura: un’equazione pura di secondo grado è della forma $a x^2 + c = 0$.

1° caso: se $a$ e $c$ sono concordi l’equazione ha due soluzioni complesse coniugate, che valgono $x_1 = – i \sqrt{\frac{c}{a}}$, $x_2 = i \sqrt{\frac{c}{a}}$

Es: $x^2+4=0\Rightarrow x_{1,2}=\pm2i$

2° caso: se $c = 0$ l’equazione ha due soluzioni coincidenti, entrambre nulle, $x_1 = x_2 = 0$

3° caso: se $a$ e $c$ sono discordi l’equazione ha due soluzioni reali distinte, che valgono $x_1 = – \sqrt{-\frac{c}{a}}$ e $x_2 = \sqrt{-\frac{c}{a}}$

Es: $4x^2-9=0\Rightarrow x^2=9/4\Rightarrow x_{1,2}=\pm 3/2$

Equazione spuria: un’equazione spuria di secondo grado è della forma $a x^2 + bx = 0$.

Raccogliendo $x$ l’equazione si scrive come $x (ax + b) = 0$, e da qui si nota che le due soluzioni (reali) sono $x_1 = 0$ e $x_2 = – \frac{b}{a}$.

Es: $3x^2-5x=0\Rightarrow x(3x-5)=0\Rightarrow x_1=0;x=5/3$

Equazione completa: un’equazione completa di secondo grado si scrive come $a x^2 + bx + c = 0$. La formula risolutiva è

$x_{1,2} = \frac{- b \pm sqrt{b^2 – 4 ac}}{2a}$

Per la risoluzione è possibile utilizzare anche la formula ridotta, equivalente alla precedente:

$x_{1,2} = \frac{-\frac{b}{2} \pm \sqrt{\frac{b^2}{4} – ac}}{a}$

La quantità $\Delta = b^2 – 4 ac$ si chiama discriminante, e a seconda del segno che assume si distinguono tre casi.

1° caso: se $\Delta > 0$ l’equazione ha due soluzioni reali distinte, che valgono $x_1 = \frac{- b – \sqrt{b^2 – 4 ac}}{2a}$ e $x_2 = \frac{-b + \sqrt{b^2 – 4 a c}}{2a}$

2° caso: se $\Delta = 0$ l’equazione ha due soluzioni reali coincidenti, che valgono $x_1 = x_2 = -\frac{b}{2a}$

3° caso: se $\Delta < 0$ l’equazione ha due soluzioni complesse coniugate, che valgono $x_1 = \frac{-b – i \sqrt{4 a c – b^2}}{2a}$ e $x_2 = \frac{-b + i \sqrt{4 a c – b^2}}{2a}$

Relazioni fra i coefficienti di un’equazione e le radici

Data un’equazione di secondo grado $a x^2 + b x + c = 0$, che ha come soluzioni $x_1$ e $x_2$, fra le radici e i coefficienti $a, b, c$ sussistono le seguenti relazioni:

Somma delle radici: $x_1 + x_2 = – \frac{b}{a}$

Differenza delle radici: $x_1 – x_2 = \frac{\sqrt{b^2 – 4 a c}}{2a}$

Prodotto delle radici: $x_1 \cdot x_2 = \frac{c}{a}$

Somma dei reciproci delle radici: $\frac{1}{x_1} + \frac{1}{x_2} = – \frac{b}{c}$

Somma dei quadati delle radici: $x_1^2 + x_2^2 = \frac{b^2 – 2 ac}{a^2}$

Somma dei reciproci dei quadrati delle radici: $\frac{1}{x_1^2} + \frac{1}{x_2^2} = \frac{b^2 – 2 a c}{c^2}$

Somma dei cubi delle radici: $x_1^3 + x_2^3 = \frac{3abc – b^3}{a^3}$

Somma dei reciproci dei cubi delle radici: $\frac{1}{x_1^3} + \frac{1}{x_2^3} = \frac{3 a b c – b^3}{c^3}$

Da queste relazioni discendono le seguenti proprietà:

– Le radici sono opposte se e solo se $b=0$
– Le radici sono reciproche se e solo se $a = c$
– Le radici sono antireciproche se e solo se $a = -c$
– Una radice è zero se e solo se $c = 0$
– Se $\Delta > 0$, allora le radici sono concordi se e solo se $\frac{c}{a} > 0$, e sono discordi se e solo se $\frac{c}{a} < 0$
– Una radice è $n$ volte l’altra se e solo se $[\frac{-b}{(n+1) a}]^2 = \frac{c}{an}$

Scomposizione di un trinomio di secondo grado 

Scomposizione di un trinomio di secondo grado 

Dato un trinomio $a x^2 + bx + c$, e dette $x_1, x_2$ le soluzioni dell’equazione $a x^2 + bx + c = 0$, risulta

$a x^2 + bx + c = a (x – x_1) (x – x_2)$

 

 

Equazioni di terzo grado

Un’equazione di terzo grado in forma normale si scrive come $c_1 x^3 + c_2 x^2 + c_3 x + c_4 = 0$. Affinché l’equazione sia effettivamente di terzo grado deve risultare $c_1 \ne 0$, dividendo quindi per tale termine si porta l’equazione nella forma
 
$x^3 + a x^2 + b x + c = 0$
 
1° caso: se $c = 0$, mettendo in evidenza $x$ l’equazione diventa $x (x^2 + ax + b) = 0$. Pertanto una soluzione è $x = 0$, le altre si trovano risolvendo l’equazione di secondo grado $x^2 + ax + b = 0$.
 
2° caso: se $c \ne 0$ (in tala caso $x=0$ non è soluzione), operando il cambiamento di variabile $y = x + \frac{a}{3}$, l’equazione diventa
 
$y^3 – a y^2 + \frac{a^2}{3} y – \frac{a^3}{27} + a y^2 + \frac{3 a^3}{27} – 2 \frac{a^2}{3} y + by – \frac{ab}{3} + c = 0$
 
Eseguendo le somme si arriva a
 
$y^3 + y(b – \frac{a^2}{3}) + \frac{2 a^3}{27} – \frac{ab}{3} + c = 0$
 
Posto $p = b – \frac{a^2}{3}$ e $q = \frac{2a^3}{27} – \frac{ab}{3} + c$, l’equazione diventa
 
$y^3 + p y + q = 0$
 
Operando il cambiamento di variabile $y = z – \frac{p}{3z}$, l’equazione si riscrive come
 
 $z^3 – p z + \frac{p^2}{3z} – \frac{p^3}{27 z^3} + p z – \frac{p^2}{3z} + q = 0$
 
Eseguendo le somme e moltiplicando ambo i membri per $z^3$ si arriva a
 
$z^6 + q z^3 – \frac{p^3}{27} = 0$
 
Ponendo $t = z^3$, si trova un’equazione di secondo grado
 
$t^2 + q t – \frac{p^3}{27} = 0$
 
le cui soluzioni sono
 
$t = -\frac{q}{2} \pm \sqrt{\frac{q^2}{4} + \frac{p^3}{27}}$
 
e ricordando la sostituzione $t = z^3$
 
$z = \root{3}{-\frac{q}{2} \pm \sqrt{\frac{q^2}{4} + \frac{p^3}{27}}}$
 
Ricordando le altre sostituzioni effettuate si arriva alle soluzioni dell’equazione di terzo grado iniziale.
 
 
 

Equazioni di quarto grado

Un’equazione di quarto grado in forma normale si scrive come

$a x^4 + b x^3 + c x^2 + dx + e = 0$

 
con $a \ne 0$, altrimenti il grado dell’equazione sarebbe inferiore a $4$.

1° caso: se $e = 0$ si può raccogliere a fattor comune $x$, ottenendo $x (a x^3 + b x^2 + c x + d) = 0$, pertanto una soluzione è $x = 0$, le altre tre si trovano risolvendo l’equazione di terzo grado $a x^3 + b x^2 + cx + d = 0$.

2° caso: se $e \ne 0$ allora $x = 0$ non è soluzione dell’equazione. Operando il cambio di variabile $x = y – \frac{b}{4a}$ l’equazione diventa

$a (y – \frac{b}{4a})^4 + b (y – \frac{b}{4a})^3 + c (y – \frac{b}{4a})^2 + d (y – \frac{b}{4a}) + e = 0$

 
Svolgendo i calcoli si riconduce l’equazione a questa forma

$y^4 + 2 (\frac{c}{2a} – \frac{3b^2}{16 a^2})y^2 – (\frac{bc}{2 a^2} – \frac{d}{a} – \frac{b^3}{8 a^3}) y – (\frac{3 b^4}{256 a^4} – \frac{b^2 c}{16 a^3} + \frac{db}{4 a^2} – \frac{c}{a})$

 
Ponendo $A = \frac{c}{2a} – \frac{3b^2}{16 a^2}$, $B = \frac{bc}{2 a^2} – \frac{d}{a} – \frac{b^3}{8 a^3}$, $C = \frac{3 b^4}{256 a^4} – \frac{b^2 c}{16 a^3} + \frac{db}{4 a^2} – \frac{c}{a}$, l’equazione si riscrive nella forma

$y^4 + 2 A y^2 = By + C$
 
Aggiungendo $A^2$ ad ambo i membri si ottiene, alla sinistra dell’uguale, un quadrato perfetto
 
$(y^2 + A)^2 = By + C + A^2$
 
Aggiungendo ora $w^2 + 2 A w + 2 w y^2$ (con $w$ per il momento ancora da determinare) si ottiene
 
$(y^2 + A + w)^2 = 2 w y^2 + By + w^2 + 2 A w + A^2 + C$
 
Scegliamo $w$ in modo che il membro di destra sia un quadrato perfetto, per far questo basta calcolarne il discriminante rispetto a $y$ e porlo uguale a zero$
 
$B^2 – 8 w (w^2 + 2 A w + A^2 + C) = 0$
 
Questa è un’equazione di terzo grado a coefficienti reali, pertanto ammette (almeno) una soluzione reale. Sia $D$ tale soluzione (reale), allora l’equazione di quarto grado diventa
 
$(y^2 + A + D)^2 = 2 D (y + \frac{B}{4D})^2$
 
Estraendo la radice quadrata si trovano due equazioni secondo grado
 
$\{(y^2 + A + D = \sqrt{2D} y + \sqrt{2D} \frac{B}{4D}),(y^2 + A + D = -\sqrt{2D} y – \sqrt{2D} \frac{B}{4D}):}$
 
Risolvendo tali equazioni si trovano quattro valori di $y$, e ricordando che $x = y – \frac{b}{4a}$ si determinano le quattro soluzioni dell’equazione di partenza.
 

 

Equazioni esponenziali e logaritmiche

Equazioni esponenziali 

Dato $a \in \mathbb{R}^+$, un’equazione esponenziale elementare si scrive come
 
$a^x = b$
 
1° caso: se $b \le 0$ l’equazione non ha soluzione
2° caso: se $b > 0$ e $a \ne 1$ l’equazione ha una ed una sola soluzione, che vale $x = \log_{a}(b)$
3° caso: se $b > 0$, $b \ne 1$ e $a = 1$ l’equazione non ha soluzione
4° caso: se $b = 1$ e $a = 1$ l’equazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$
 
Nel caso particolare in cui l’equazione sia della forma $a^{f(x)} = a^g(x)$ ($a \in \mathbb{R}^+ \setminus \{1\}$), dato che le basi sono uguali basta risolvere l’equazione $f(x) = g(x)$.
 
Nel caso in cui l’equazione non sia in forma elementare è possibile usare dei metodi, esposti nei seguenti esempi, che consentono di ricordursi a tale forma.
 
Esempi:
 
1) $2^{x-3} = \frac{1}{4} \implies 2^x \cdot 2^{-3} = \frac{1}{4} \implies 2^x = \frac{1}{4} \cdot 2^3 \implies 2^x = 2 \implies x = 1$
 
2) $3^{3x + 5} = 3^{7x-10} \implies 3x + 5 = 7x – 10 \implies 4x = 15 \implies x = \frac{15}{4}$
 
3) $7 \cdot 3^x = 5 \cdot 2^x \implies \frac{3^x}{2^x} = \frac{5}{7} \implies (\frac{3}{2})^x = \frac{5}{7} \implies x = \log_{\frac{3}{2}}(\frac{5}{7})$
 
4) $25^x -3 \cdot 5^x + 2 = 0 \implies (5^2)^x – 3 \cdot 5^x + 2 = 0 \implies 5^{2x} – 3 \cdot 5^x + 2 = 0 \implies (5^x)^2 – 3 \cdot 5^x + 2 = 0$
Sostituzione $t = 5^x$, si ottiene un’equazione di secondo grado
$t^2 – 3 t + 2 = 0 \implies t_1 = 2 \quad t_2 = 1$, ricordando la sostituzione fatta
 
$5^x = 2 \implies x = \log_{5}(2)$
 
$5^x = 1 \implies 5^x = 5^0 \implies x = 0$
 

Equazioni logaritmiche

Dato $a \in \mathbb{R}^+ \setminus \{1\}$ e $b \in \mathbb{R}$, un’equazione logaritmica elementare è un’equazione della forma

$\log_{a}(x) = b$

 
ed ha una ed una sola soluzione che, per definizione di logaritmo, vale $x = a^b$. Se un’equazione logaritmica si presenta nella forma

$\log_{a}(f(x)) = \log_{a}(g(x))$

 
dove i logaritmi hanno la stessa base, per determinare la soluzione è sufficiente risolvere il sistema

$\{(f(x) > 0),(g(x) > 0),(f(x) = g(x)):}$

 
Nei casi in cui l’equazione non si presenti in una di queste forme, è possibile usare dei metodi illustrati negli esempi seguenti.

Esempi:

1) $\log_{5}(3x – 2) = 6 \implies 3x – 2 = 5^6 \implies 3x = 5^6 – 2 \implies x = \frac{5^6 – 2}{3}$

2) $\log_{4}(x-1) + \log_{4}(x-3) = 2$

Per l’esistenza dei logaritmi deve essere verificato il sistema

$\{(x-1>0),(x-3>0):}$

 
che ha come soluzione $x > 3$. Applicando le proprietà dei logaritmi l’equazione logaritmica si scrive come

$\log_{4}((x-1)(x-3)) = 2 \implies (x-1)(x-3) = 4^2 \implies x^2 -4x + 3 = 16 \implies x^2 – 4x – 13 = 0$

che ha come soluzioni $x_1 = 2 – \sqrt{17}$ e $x_2 = 2 + \sqrt{17}$. Ma solo $x_2$ risulta essere maggiore di $3$, quindi l’unica soluzione dell’equazione logaritmica è $x = 2 + \sqrt{17}$.

3) $(\log_{2}(x))^2 – \log_{2}(x) – 2 = 0$

Per l’esistenza dei logaritmi deve risultare $x>0$. Posto $t = \log_{2}(x)$, si ottiene l’equazione di secondo grado $t^2 – t -2 = 0$ che ha come soluzioni $t_1 = -1$ e $t_2 = 2$. Ricordando la sostituzione fatta si ottengono le due soluzioni (che non violano la condizione di esistenza del logaritmo, essendo entrambe positive)

$\log_{2}(x) = -1 \implies x = 2^{-1} \implies x_1 = \frac{1}{2}$
 
  $\log_{2}(x) = 2 \implies x = 2^2 \implies x_2 = 4$

 

Equazioni fratte e irrazionali

Equazioni fratte

La forma generale di un’equazione fratta è

$\frac{a(x)}{b(x)} = \frac{c(x)}{d(x)}$

 
L’insieme di definizione di tale equazione è $D = \{x \in \mathbb{R}: b(x) \ne 0, d(x) \ne 0\}$ (supponendo che $a(x), b(x), c(x), d(x)$ siano definiti su tutto $\mathbb{R}$, se così non fosse andrebbero aggiunti ulteriori vincoli, all’insieme $D$, che garantiscono la loro esistenza). Moltiplicando ambo i membri per $b(x) d(x)$ si ottiene

$a(x) d(x) = b(x) c(x)$

 
La soluzione dell’equazione fratta iniziale è data dall’insieme di tutte le $x$ appartenenti a $D$ tali che $a(x) d(x) = b(x) c(x)$.

Esempio: risolvere $\frac{x+1}{3x+6} = \frac{2}{x-1}$

$D = \{x \in \mathbb{R}: x \ne -2, x \ne 1\}$

Moltiplicando ambo i membri per $(3x+6)(x-1)$ si ottiene l’equazione

$x^2 – 1 = 6x + 12 \implies x^2 – 6x -13 = 0 \implies x_{1,2} = 3 \pm \sqrt{9 + 13}$

Entrambe sono diverse da $-2$ e $1$, quindi le soluzioni dell’equazione fratta sono

$x_1 = 3 – \sqrt{22} \quad x_2 = 3 + \sqrt{22}$
 

 

Equazioni irrazionali

 
Dato $n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$, un’equazione irrazionale si scrive come

$\root{n}{f(x)} = g(x)$

 
1° caso: se $n$ è dispari, allora l’insieme di definizione $D$ coincide con l’insieme in cui sono ben definite $f(x)$ e $g(x)$

2° caso: se $n$ è pari, allora l’insieme di definizione $D$ coincide con l’insieme delle $x \in \mathbb{R}$ tali per cui $f(x)$ e $g(x)$ risultano ben definite e inoltre $f(x), g(x) \ge 0$

Una volta determinato $D$, si elevano ambo i membri alla pontenza $n$-esima, ottenendo

$f(x) = g^n(x)$

 
La soluzione dell’equazione iniziale coincide con l’insieme delle $x$ appartenenti a $D$ tali che $f(x) = g^n(x)$.

Esempio: risolvere $\sqrt{2x+6} = x – 1$

L’insieme di definizione è $D = \{x \in \mathbb{R}: x \ge 1\}$. Elevando ambo i membri al quadrato si ottiene

$2x +6 = x^2 – 2x + 1 \implies x^2 – 4x -5 = 0 \implies x_{1,2} = 2 \pm \sqrt{4+5} = 2 \pm 3$

 
Risulta $x_1 = -1$, $x_2 = 5$. Dato che $x_1 \notin D$, l’unica soluzione dell’equazione è $x = 5$.

 

Proprietà delle disuguaglianze

1) Monotonia dell’addizione: data una disuguaglianza, aggiugendo ad ambro i membri uno stesso numero si ottiene una disuguaglianza soddisfatta con lo stesso verso
 
Esempio: da $10 < 7$ segue $10 + 3 < 7 + 3$, cioè $13 < 10$.
 
2) Moltiplicazione, o divisione, per un numero positivo: data una disuguaglianza, moltiplicando, o dividendo, ambo i membri per uno stesso numero positivo (quindi diverso da zero) si ottiene una disuguaglianza soddisfatta con lo stesso verso.
 
Esempio: da $36 \ge 12$ segue $36 \cdot \frac{1}{12} \ge 12 \cdot \frac{1}{12}$ cioè $3 \ge 1$.
 
3) Moltiplicazione, o divisione, per un numero negativo: data una disuguaglianza, moltiplicando, o dividendo, ambo i membri per uno stesso numero negativo (quindi diverso da zero) si ottiene una disuguaglianza verificata con il verso opposto.
 
Esempio: da $1 \le 2$ segue $1 \cdot (-1) \ge 2 \cdot (-1)$ cioè $-1 \ge -2$.
 
4) Proprietà dei reciproci di numeri concordi: dati due numeri condordi non nulli, la disuguaglianza fra i loro reciproci ha verso contrario rispetto alla disuguaglianza fra i numeri stessi.
 
Esempio: da $-10 < -6$ segue $-\frac{1}{10} > – \frac{1}{6}$
 
5) Addizione di disuguaglianze con lo stesso verso: sommando membro a membro due disuguaglianze aventi lo stesso verso si ottiene una disuguaglianza soddisfatta con lo stesso verso.
 
Esempio: da $2 < 5$ e $-6 < 1$ segue $2 + (-6) < 5 + 1$ cioè $-4 < 6$.
 
6) Prodotto di disuguaglianze dello stesso verso fra numeri positivi: moltiplicando membro a membro due disuguaglianze con lo stesso verso fra numeri positivi, si ottiene una disuguaglianza soddisfatta con lo stesso verso.
 

Esempio: da $\frac{1}{2} \le 2$ e $5 \le 10$ segue $\frac{5}{2} \le 20$.

 

Disequazioni di primo grado

Una disequazione è una disuguaglianza fra due espressioni letterali per la quale si vuole stabilire quali valori dell’incognita rendono la disuaguaglianza vera. Una disequazione di primo grado si scrive, senza perdita di generalità, in uno dei seguenti due modi

$ax + b \ge 0$
$ax + b > 0$

con $a, b \in \mathbb{R}$. Se una disequazione si presenta con il segno di disuguaglianza $<$ o $\le$, basta moltiplicare per $-1$ per ricondursi ad una delle due forme precedenti.

Caso $ax + b \ge 0$

Data una disequazione di primo grado $ax + b \ge 0$, per determinare la soluzione si distinguono i seguenti casi

– se $a=0$ e $b \ge 0$ la disequazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $a = 0$ e $b < 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sia soddisfatta

– se $a>0$ la disequazione è soddisfatta per $x \ge -\frac{b}{a}$

– se $a < 0$ la disequazione è soddisfatta per $x \le -\frac{b}{a}$

Esempio: la disequazione $-2x + 5 \ge 0$ è soddisfatta per $x \le \frac{5}{2}$

Caso $ax + b > 0$

Data una disequazione di primo grado $ax + b > 0$, per determinare la soluzione si distinguono i seguenti casi

– se $a=0$ e $b > 0$ la disequazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $a = 0$ e $b \le 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sia soddisfatta

– se $a>0$ la disequazione è soddisfatta per $x > -\frac{b}{a}$

– se $a < 0$ la disequazione è soddisfatta per $x < -\frac{b}{a}$

Esempio: la disequazione $3x – 7 > 0$ è soddisfatta per $x > \frac{7}{3}$

 

Disequazioni di secondo grado

Una disequazione di secondo grado si può sempre scrivere, senza perdita di generalità, in uno dei seguenti due modi
 
$a x^2 + bx + c \ge 0$  $a x^2 + bx + c > 0$ 

 

con $a, b, c \in \mathbb{R}$ e $a \ne 0$, altrimenti il grado della disequazione sarebbe inferiore al secondo. Se una disequazione di secondo grado si presenta con il verso di disuguaglianza $<$ o $\le$, per ricondursi ad una delle due forme precedenti è sufficiente moltiplicare ambo i membri per $-1$.
 

Caso $a x^2 + bx + c \ge 0$

Sia $\Delta = b^2 – 4 ac$ il discriminante del polinomio $a x^2 + bx + c$, e siano $x_1$ e $x_2$ le soluzioni (eventualmente complesse) dell’equazione associata $a x^2 + bx + c = 0$. Per determinare la soluzione della disequazione $ax^2 + bx + c \ge 0$ si distinguono i seguenti casi

– se $\Delta < 0$ e $a > 0$ la disequazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $\Delta < 0$ e $a < 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sia soddisfatta

– se $\Delta = 0$ e $a > 0$ la disequazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $\Delta = 0$ e $a < 0$ la disequazione è soddisfatta per il solo valore $x = x_1$ (notare che in questo caso risulta $x_1 = x_2$)

– se $\Delta > 0$ e $a > 0$, supponendo senza perdita di generalità $x_1 < x_2$, la disequazione è soddisfatta per $x \le x_1 \quad \vee \quad x \ge x_2$

– se $\Delta > 0$ e $a < 0$, supponendo senza perdita di generalità $x_1 < x_2$, la disequazione è soddisfatta per $x_1 \le x \le x_2$

Esempio: risolvere $x^2 – 3x + 2 \ge 0$. Risulta $\Delta > 0$, e le soluzioni dell’equazione associata sono $x_1 = 1$ e $x_2 = 2$. Dato che $a = 1 > 0$ la disequazione è soddisfatta per $x \le 1 \quad \vee x \ge 2$.

Caso $a x^2 + bx + c > 0$

Sia $\Delta = b^2 – 4 ac$ il discriminante del polinomio $a x^2 + bx + c$, e siano $x_1$ e $x_2$ le soluzioni (eventualmente complesse) dell’equazione associata $a x^2 + bx + c = 0$. Per determinare la soluzione della disequazione $ax^2 + bx + c > 0$ si distinguono i seguenti casi

– se $\Delta < 0$ e $a > 0$ la disequazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $\Delta < 0$ e $a < 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sia soddisfatta

– se $\Delta = 0$ e $a > 0$ la disequazione è soddisfatta per $x \ne x_1$ (notare che in questo caso risulta $x_1 = x_2$)

– se $\Delta = 0$ e $a < 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sia soddisfatta

– se $\Delta > 0$ e $a > 0$, supponendo senza perdita di generalità $x_1 < x_2$, la disequazione è soddisfatta per $x < x_1 \quad \vee \quad x > x_2$

– se $\Delta > 0$ e $a < 0$, supponendo senza perdita di generalità $x_1 < x_2$, la disequazione è soddisfatta per $x_1 < x < x_2$

Esempio: risolvere $-x^2 + 5x – 6 > 0$. Risulta $\Delta > 0$, e le soluzioni dell’equazione associata sono $x_1 = 2$ e $x_2 = 3$. Dato che $a = -1 < 0$ la disequazione è soddisfatta per $2 < x < 3$.

 

Disequazioni fratte

Una disequazione fratta si può sempre scrivere, senza perdita di generalità, in uno dei seguenti due modi
 
$\frac{N(x)}{D(x)} \ge 0$  $\frac{N(x)}{D(x)}>0$ 
 
Se la disequazione si presenta con il verso di disuguaglianza $<$ o $\le$, è sufficiente moltiplicare ambo i membri per $-1$ per ricondursi ad una delle precedenti forme.
 

Caso $\frac{N(x)}{D(x)} \ge 0$

Per risolvere una disequazione fratta nella forma $\frac{N(x)}{D(x)} \ge 0$, occorre per prima cosa risolvere separatamente le disequazioni $N(x) \ge 0$ e $D(x) > 0$. La disequazione fratta risulta soddisfatta per le $x$ tali che $N(x) \ge 0$ e contemporaneamente $D(x) > 0$, oppure $N(x) \le 0$ e contemporaneamente $D(x) < 0$.

Esempio: risolvere $\frac{x-2}{2x+3} \ge 1$. Portando il termine $1$ al primo membro e facendo il denominatore comune, si ottiene

$\frac{x-2}{2x+3} – 1 \ge 0 \implies \frac{x-2-2x-3}{2x+3} \ge 0 \implies \frac{-x-5}{2x+3} \ge 0$

$N(x) \ge 0 \implies -x-5 \ge 0 \implies x \le -5$

$D(x) > 0 \implies 2x+3 > 0 \implies x > -\frac{3}{2}$

Quindi la disequazione è soddisfatta per $-5 \le x < -\frac{3}{2}$, dato che in tale intervallo numeratore e denominatore sono entrambi negativi. Non esistono invece intervalli in cui numeratore e denominatore siano entrambi positivi.

Caso $\frac{N(x)}{D(x)} > 0$

Per risolvere una disequazione fratta nella forma $\frac{N(x)}{D(x)} > 0$, occorre per prima cosa risolvere separatamente le disequazioni $N(x) > 0$ e $D(x) > 0$. La disequazione fratta risulta soddisfatta per le $x$ tali che $N(x) > 0$ e contemporaneamente $D(x) > 0$, oppure $N(x) < 0$ e contemporaneamente $D(x) < 0$.

Esempio: risolvere $\frac{2x-1}{x+2} > 0$. Per prima cosa si studia il segno del numeratore e del denominatore.

$N(x) \ge 0 \implies 2x-1 > 0 \implies x > \frac{1}{2}$

$D(x) > 0 \implies x+2 > 0 \implies x > -2$

Quindi la disequazione è soddisfatta per $x<-2 \quad \vee \quad x > \frac{1}{2}$. Infatti nell’intervallo $(-\infty, -2)$ numeratore e denominatore sono entrambi negativi, invece nell’intervallo $(\frac{1}{2}, +\infty)$ numeratore e denominatore sono entrambi positivi.

 

Disequazioni irrazionali

Dato $n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$, una disequazione irrazionale è una disuguaglianza in cui l’incognita compare sotto il segno di radice, pertanto ogni disequazione irrazionale si può scrivere in una di queste quattro forme
 
$\root{n}{f(x)} \ge g(x)$  $\root{n}{f(x)} > g(x)$  $\root{n}{f(x)} \le g(x)$  $\root{n}{f(x)} < g(x)$ 

 

Se $n$ è dispari, per risolvere la disequazione è sufficiente elevare ambo i membri alla potenza $n$-esima, e risolvere la nuova disequazione così ottenuta.

Esempio: risolvere la disequazione $\root{5}{6x+5} \le 10 – x$ è equivalente a risolvere la disequazione $6x + 5 \le (10 – x)^5$, e quella ottenuta non è più irrazionale, bensì polinomiale.

Nel seguito consideriamo i casi con $n$ pari.

Casi $\root{n}{f(x)} \ge g(x)$ e $\root{n}{f(x)} > g(x)$

Il procedimento risolutivo di una disequazione irrazionale del tipo $\root{n}{f(x)} \ge g(x)$, consiste nella risoluzione dei seguenti sistemi

$\{(f(x) \ge 0),(g(x) < 0):} \quad \vee \quad \{(g(x) \ge 0),(f(x) \ge g^n(x)):}$

Esempio: risolvere $\sqrt{2x+3} \ge x+1$

$\{(2x+3 \ge 0),(x+1<0):} \quad \vee \quad \{(x+1 \ge 0),(2x+3 \ge x^2 + 2x + 1):}$

È immediato verificare che il primo sistema è risolto per $-\frac{3}{2} \le x < -1$, mentre il secondo è risolto per $-1 \le x \le \sqrt{2}$, pertanto la soluzione della disequazione irrazionale è $-\frac{3}{2} \le x \le \sqrt{2}$.

Il procedimento risolutivo per disequazioni nella forma $\root{n}{f(x)} > g(x)$ è del tutto analogo al precedente, a parte il segno di disuguaglianza presente nella seconda equazione del secondo sistema:

$\{(f(x) \ge 0),(g(x) < 0):} \quad \vee \quad \{(g(x) > 0),(f(x) > g^n(x)):}$

Casi $\root{n}{f(x)} \le g(x)$ e $\root{n}{f(x)} < g(x)$

La risoluzione di una disequazione irrazionale del tipo $\root{n}{f(x)} \le g(x)$ equivale alla risoluzione del seguente sistema:

$\{(f(x) \ge 0),(g(x) \ge 0),(f(x) \le g^n(x)):}$

Esempio: risolvere la disequazione $\sqrt{3x+6} \le x-3$, è equivalente a risolvere questo sistema

$\{(3x+6 \ge 0),(x – 3 \ge 0),(3x+6 \le x^2 – 6x + 9):} = \{(x \ge -2),(x \ge 3),(x^2 – 9x +3 \ge 0):}$

Dalle prime due condizioni si nota che deve risultare $x \ge 3$. La terza disequazione è verificata per $x \le \frac{9 – \sqrt{69}}{2} \quad \vee \quad x \ge \frac{9 + \sqrt{69}}{2}$, quindi la disequazione irrazionale iniziale è soddisfatta per $x \ge \frac{9 + \sqrt{69}}{2}$.

Il procedimento risolutivo per disequazioni del tipo $\root{n}{f(x)} < g(x)$ è analogo al precedente, con alcune piccole modifiche alle condizioni del sistema da studiare:

$\{(f(x) \ge 0),(g(x) > 0),(f(x) < g^n(x)):}$

 

Disequazioni esponenziali

Dati $a \in \mathbb{R}^{+} \setminus \{1\}$ e $b \in \mathbb{R}$, una disequazione esponenziale in forma elementare si può esprimere in uno dei quattro modi seguenti

$a^x \ge b$  $a^x > b$  $a^x \le b$  $a^x < b$ 

Caso $a^x \ge b$

Per la risoluzione di una disequazione in questa forma si distinguono i seguenti casi:

– se $b \le 0$ la disequazione è verificata per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $b > 0$ e $0 < a < 1$ la disequazione è verificata per $x \le \log_{a}(b)$

– se $b > 0$ e $a > 1$ la disequazione è verificata per $x \ge \log_{a}(b)$

Esempio: la disequazione $(\frac{1}{2})^x \ge 5$ è verificata per $x \le \log_{\frac{1}{2}}(5)$

Caso $a^x > b$

Per la risoluzione di una disequazione in questa forma si distinguono i seguenti casi:

– se $b \le 0$ la disequazione è verificata per ogni $x \in \mathbb{R}$

– se $b > 0$ e $0 < a < 1$ la disequazione è verificata per $x < \log_{a}(b)$

– se $b > 0$ e $a > 1$ la disequazione è verificata per $x >\log_{a}(b)$

Esempio: la disequazione $3^x > 9$ è verificata per $x > \log_{3}(9)$, cioè per $x > 2$, dal momento che $\log_{3}(9) = 2$.

Caso $a^x \le b$

Per la risoluzione di una disequazione in questa forma si distinguono i seguenti casi:

– se $b \le 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sia verificata

– se $b > 0$ e $0 < a < 1$ la disequazione è verificata per $x \ge \log_{a}(b)$

– se $b > 0$ e $a > 1$ la disequazione è verificata per $x \le \log_{a}(b)$

Esempio: la disequazione $(\frac{1}{3})^x \le 7$ è verificata per $x \ge \log_{\frac{1}{3}}(7)$

Caso $a^x < b$

Per la risoluzione di una disequazione in questa forma si distinguono i seguenti casi:

– se $b \le 0$ non esiste $x \in \mathbb{R}$ per cui la disequazione sa verificata

– se $b > 0$ e $0 < a < 1$ la disequazione è verificata per $x > \log_{a}(b)$

– se $b > 0$ e $a > 1$ la disequazione è verificata per $x < \log_{a}(b)$

Esempio: la disequazione $6^x < 3$ è verificata per $x < \log_{6}(3)$

Riconduzione a disequazioni esponenziali in forma normale

Nei seguenti esempi vengono illustrati alcuni casi particolari di disequazioni esponenziali che possono essere riportati, mediante alcuni passaggi algebrici, alla forma elementare.

1) Risolvere $(\frac{1}{2})^{x+9} > 4$. Posto $t = x+9$ ci si riconduce ad una disequazione esponenziale in forma elementare, del tipo $(\frac{1}{2})^t > 4$. Pertanto la soluzione è

$t < \log_{\frac{1}{2}}(4) \implies t < -2 \implies x+9 < -2 \implies x < -11$

2) Risolvere $(\frac{1}{3})^{2x} \ge 3$. Ponendo $t = 2x$ ci si riconduce ad una disequazione in forma elementare del tipo $(\frac{1}{3})^t \ge 3$, la cui soluzione è

$t \le \log_{\frac{1}{3}}(3) \implies t \le 1 \implies 2x \le 1 \implies x \le \frac{1}{2}$

3) Risolvere $3^{2x} – 5 \cdot 3^x + 6 \ge 0$. Posto $t = 3^x$, e osservando che $t^2 = 3^{2x}$, la disequazione precedente diventa

$t^2 – 5t + 6 \ge 0$

la cui soluzione è $t \le 2 \quad \vee \quad t \ge 3$. Ricordando la sostituzione $t = 3^x$, si deduce che la soluzione della disequazione esponenziale è $3^x \le 2 \quad \vee \quad 3^x \ge 3$, ossia

$x \le \log_{3}(2) \quad \vee \quad x \ge 1$

Disequazioni logaritmiche

Dati $a \in \mathbb{R}^{+} \setminus \{1\}$ e $b \in \mathbb{R}$, una disequazione logaritmica in forma elementare si può scrivere in uno dei seguenti quattro modi
 
$\log_{a}(x) \ge b$  $\log_{a}(x) > b$  $\log_{a}(x) \le b$  $\log_{a}(x) < b$ 
 
Si nota che in ogni caso, affinché il logaritmo esista, deve risultare $x > 0$.
 

Caso $\log_{a}(x) \ge b$

Per risolvere una disequazione logaritmica del tipo $\log_{a}(x) \ge b$ si distinguono i seguenti casi:

– se $0 < a < 1$ la disequazione è soddisfatta per $0 < x \le a^b$

– se $a > 1$ la disequazione è soddisfatta per $x \ge a^b$

Esempio: la disequazione $\log_{\frac{1}{2}}(x) \ge 3$ è soddisfatta per $0 < x \le \frac{1}{8}$ 

Caso $\log_{a}(x) > b$

Per risolvere una disequazione logaritmica del tipo $\log_{a}(x) > b$ si distinguono i seguenti casi:

– se $0 < a < 1$ la disequazione è soddisfatta per $0 < x < a^b$

– se $a > 1$ la disequazione è soddisfatta per $x > a^b$

Esempio: la disequazione $\log_{3}(x) > 2$ è soddisfatta per $x >9$.

Caso $\log_{a}(x) \le b$

Per risolvere una disequazione logaritmica del tipo $\log_{a}(x) \le b$ si distinguono i seguenti casi:

– se $0 < a < 1$ la disequazione è soddisfatta per $x \ge a^b$

– se $a > 1$ la disequazione è soddisfatta per $0 < x \le a^b$

Esempio: la disequazione $\log_{\frac{1}{2}}(x) \le 3$ è soddisfatta per $x \ge \frac{1}{8}$

Caso $\log_{a}(x) < b$

Per risolvere una disequazione logaritmica del tipo $\log_{a}(x) < b$ si distinguono i seguenti casi:

– se $0 < a < 1$ la disequazione è soddisfatta per $x > a^b$

– se $a > 1$ la disequazione è soddisfatta per $0 < x < a^b$

Esempio: la disequazione $\log_{2}(x) < 3$ è soddisfatta per $0 < x < 8$

Disequazioni logaritmiche riconducibili alla forma elementare

Nei successivi esempi sono illustrati alcuni casi di disequazioni logaritmiche riconducibili alla forma elementare.

1) Risolvere $\log_{5}(x-7) > 2$. Posto $x-7 = t$, la disequazione diventa $\log_{5}(t) > 2$, la cui soluzione è

$t > 5^3 \implies t > 25 \implies x – 7 > 25 \implies x > 32$

2) Risolvere $\log_{\frac{1}{2}}(3x – 2) > 3$. Posto $3x – 2 = t$, la disequazione diventa $\log_{\frac{1}{2}}(t) > 3$, la cui soluzione è

$0 < t < \frac{1}{8} \implies 0 < 3x – 2 < \frac{1}{8} \implies 2 < 3x < \frac{1}{8} + 2 \implies 2 < 3x < \frac{17}{8} \implies \frac{2}{3} < x < \frac{17}{24}$

3) Risolvere $\log_{\frac{1}{2}}(3^{2x} – 3^x + 1) > 0$. Posto $z = 3^{2x} – 3^x + 1$, la disequazione diventa $\log_{\frac{1}{2}}(z) > 0$, la cui soluzione è $0 < z < 1$, quindi la disequazione iniziale è soddisfatta se e solo se è verificata la seguente disequazione esponenziale

$0 < 3^{2x} – 3^x + 1 < 1$

Posto $t = 3^x$, osservando che $t > 0$ per ogni $x \in \mathbb{R}$, si nota che risolvere la precedente disequazione equivale a risolvere il sistema

$\{(t^2 – t + 1 > 0),(t^2 – t + 1 < 1),(t > 0):} \implies \{(t^2 – t + 1 > 0),(t^2 – t < 0),(t > 0):}$

La prima disequazione è soddisfatta per ogni $t \in \mathbb{R}$, la seconda è soddisfatta per $0 < t < 1$, quindi il sistema è risolto per $0 < t < 1$, e ricordando la sostituzione $3^x = t$ si nota che

$0 < t < 1 \iff \{(3^x > 0),(3^x < 1):}$

La prima disequazione è soddisfatta per ogni $x \in \mathbb{R}$, la seconda invece è soddisfatta per $x < \log_{3}(1)$, cioè $x < 0$. Quindi la disequazione logaritmica iniziale è soddisfatta per $x < 0$.

 

Geometria analitica nel piano: retta

Equazione in forma implicita: dati $a, b, c \in \mathbb{R}$, con $a$ e $b$ non contemporaneamente nulli, l’equazione cartesiana di una retta in forma implicita è $ax + by + c = 0$
 
Equazione di una retta in forma esplicita: se $b \ne 0$, posto $m = -\frac{a}{b}$ e $q = -\frac{c}{b}$ si ottiene l’equazione cartesiana in forma esplicita di una retta, ovvero $y = mx + q$. Il termine $m$ si dice coefficiente angolare, il termine $q$ si dice quota.
 
Retta parallela all’asse $x$: l’equazione di una generica retta parallela all’asse $x$ è $y = k$, ottenuta dall’equazione in forma implicita per $a=0$ e $k = -\frac{c}{b}$. Il coefficiente angolare di una retta di questo tipo è $0$, mentre la quota è $k$.
 
Retta parallela all’asse $y$: l’equazione di una generica retta parallela all’asse $y$ è $x = h$, ottenuta dall’equazione in forma implicita per $b=0$ e $h = -\frac{c}{a}$. Per rette parallele all’asse $y$ non sono definiti né il coefficiente angolare né la quota.
 
Equazione parametrica: l’equazione parametrica di una retta parallela all’asse $y$, avente equazione cartesiana $x = x_0$, è
 
$\{(x = x_0),(y = t):} \qquad t \in \mathbb{R}$
 
Invece l’equazione parametrica di una retta avente equazione cartesiana $y = mx + q$ è
 
$\{(x = t),(y = mt + q):} \qquad t \in \mathbb{R}$
 
Equazione di una retta passante per due punti: l’equazione della retta passante per due punti distinti $A = (x_1, y_1)$ e $B = (x_2, y_2)$ è $(x – x_1) (y_2 – y_1) = (y – y_1) (x_2 – x_1)$
 
Coeff. angolare di una retta passante per due punti: il coefficiente angolare della retta passante per due punti distinti $A = (x_1, y_1)$ e $B = (x_2, y_2)$ vale
 
– $m = \frac{y_1 – y_2}{x_1 – x_2}$ se $x_1 \ne x_2$
 
– non è definito se $x_1 = x_2$, dato che in tal caso la retta è parallela all’asse $y$ ed ha equazione $x = x_1$
 
Condizione di parallelismo: due rette di equazione $ax + by + c = 0$ e $a’x + b’y + c’ = 0$ sono parallele se e solo se $a \cdot b’ – b \cdot a’ = 0$.
Se le due rette possono essere scritte in forma esplicita, $y = mx +q$ e $y = m’x + q’$, la condizione di parallelismo diventa $m = m’$, ossia i coefficienti angolari devono essere uguali. 
 
Intersezione fra due rette: se due rette di equazione $a x + by + c = 0$ e $a’ x + b’y + c’ = 0$ non sono parallele, allora hanno uno e un solo punto di intersezione, le cui coordinate $(x,y)$ sono date dalla risoluzione del sistema
 
$\{(ax + by + c = 0),(a’x + b’y + c’ = 0):}$
 
Condizione di perpendicolarità: due rette di equazione $ax + by + c = 0$ e $a’x + b’y + c’ = 0$ sono ortogonali se e solo se $a \cdot a’ + b \cdot b’ = 0$.
Se le due rette possono essere scritte nella forma esplicita $y = mx + q$ e $y = m’x + q’$, la condizione di perpendicolarità diventa $m = – \frac{1}{m’}$, ossia $m \cdot m’ = -1$.
 
Fascio improprio di rette: si dice fascio improprio di rette l’insieme di tutte le rette parallele ad una retta data, della base del fascio.
Se $ax + by + c = 0$ è l’equazione della retta data, base del fascio, al variare di $k \in \mathbb{R}$ l’equazione $ax + by + k = 0$ rappresenta l’equazione del fascio improprio.
Se $y = mx + q$ è l’equazione in forma esplicita della base del fascio, l’equazione del fascio improprio, al variare di $k \in \mathbb{R}$, è $y = mx + k$.
 
Casi particolari: $x = k$ rappresenta l’equazione del fascio di rette parallele all’asse $y$, $y = k$ rappresenta invece l’equazione del fascio di rette parallele all’asse $x$.
 
Equazione della retta passante per un punto e parallela ad una retta data: l’equazione della retta passante per un punto $(x_0, y_0)$ e parallela alla retta di equazione $ax + by + c = 0$ è
 
$ax + by – a x_0 – b y_0 = 0$
 
Equazione della retta passante per un punto e perpendicolare ad una retta data: l’equazione della retta passante per un punto $(x_0, y_0)$ e perpendicolare alla retta di equazione $a x + by + c = 0$ è
 
$bx – ay – b x_0 + a y_0 = 0$
 
Fascio proprio di rette: si dice fascio proprio di rette con centro $P$ l’insieme di tutte le rette del piano passanti per $P$. Se $ax + by + c = 0$ e $a’x + b’y + c’ = 0$ sono due rette (non parallele) incidenti nel punto $P = (x_0, y_0)$, allora, al variare di $h, k \in \mathbb{R}$ non contemporaneamente nulli, l’equazione del fascio di rette proprio con centro $P$ è
 
$h (ax + by + c) + k(a’x + b’y + c’) = 0$
 
Posto $\gamma = \frac{h}{k}$, l’equazione
 
$\gamma (ax + by + c) + a’x + b’y + c’=0$
 
rappresenta al variare di $\gamma \in \mathbb{R}$ l’insieme di tutte le rette del piano passanti per $P$, ad eccezione della retta di equazione $ax + by + c = 0$.
 
Caso particolare: dato un punto $P = (x_0, y_0)$, l’equazione del fascio proprio con centro $P$ è descritto, al variare di $h, k \in \mathbb{R}$ non contemporaneamente nulli, dall’equazione
 
$h (x – x_0) + k (y – y_0)$
 
Pertanto al variare di $m \in \mathbb{R}$ l’equazione
 
$y – y_0 = m (x – x_0)$
 
individua l’insieme di tutte le rette del piano passanti per $P$, ad eccezione della retta di equazione $x = x_0$.
 
Distanza punto-retta: la distanza fra un punto $P = (x_0, y_0)$ e una retta di equazione $a x + by + c = 0$ vale $d = \frac{|a x_0 + b y_0 + c|}{\sqrt{a^2 + b^2}}$ 
 
 

Geometria analitica nel piano: circonferenza

Definizione: una circonferenza è il luogo dei punti del piano equidistanti da un punto dato detto centro.

Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di una circonferenza con centro in $(\alpha, \beta)$ e raggio $R$ è

$(x – \alpha)^2 + (y – \beta)^2 = R^2$

Analogamente l’equazione $x^2 + y^2 + ax + by + c = 0$, se $\frac{a^2}{4} + \frac{b^2}{4} – c \ge 0$, rappresenta una circonferenza con

centro in $(-\frac{a}{2}, -\frac{b}{2})$

raggio pari a $R = \sqrt{\frac{a^2}{4} + \frac{b^2}{4} – c} = \frac{1}{2} \sqrt{a^2 + b^2 – 4c}$
Caso particolare: se $\frac{a^2}{4} + \frac{b^2}{4} – c = 0$ l’equazione $x^2 + y^2 + ax + by + c = 0$ rappresenta il solo punto di coordinate $(-\frac{a}{2}, -\frac{b}{2})$.

Circonferenze con centro nell’origine: l’equazione di una circonferenza di raggio $R$ e centro nell’origine è $x^2 + y^2 = R^2$

 
Equazione parametrica: data una circonferenza con equazione cartesiana $x^2 + y^2 + ax + by + c = 0$ (dunque $\frac{a^2}{4} + \frac{b^2}{4} – c \ge 0$), la sua equazione parametrica è
 
$\{(x = \sqrt{\frac{a^2}{4} + \frac{b^2}{4} – c} \quad \cos(t)),(y = \sqrt{\frac{a^2}{4} + \frac{b^2}{4} – c} \quad \sin(t)):} \qquad t \in [0, 2 \pi)$

Circonferenze passanti per l’origine: l’equazione di una circonferenza passante per l’origine è $x^2 + y^2 + ax + by = 0$, in cui, rispetto all’equazione canonica, risulta $c=0$.

Intersezioni fra una circonferenza e una retta: una circonferenza di equazione $x^2 + y^2 + ax + by + c = 0$ e una retta di equazione $a’x + b’y + c’=0$ si intersecano nei punti che risolvono il sistema

$\{(x^2 + y^2 + ax + by + c = 0),(a’x + b’y + c’ = 0):}$

Ricavando una variabile dalla seconda equazione e sostituendo tale valore nella prima si ottiene un’equazione di secondo grado, e indicando con $\Delta$ il suo distcriminante si distinguono i tre seguenti casi

– se $\Delta < 0$ il sistema non ha soluzioni reali, e la retta risulta esterna alla circonferenza

– se $\Delta = 0$ il sistema ha due soluzioni reali coincidenti, e in tal caso la retta risulta tangente alla circonferenza

– se $\Delta > 0$ il sistema ha due soluzioni reali distinte, e la retta risulta secante

Rette tangenti ad una circonferenza: se $x^2 + y^2 + ax + by + c = 0$ è l’equazione di una circonferenza $\gamma$, e $P = (x_0, y_0)$ è un punto esterno alla circonferenza, allora le due tangenti a $\gamma$ passanti per $P$ hanno equazione $y – y_0 = m (x – x_0)$, dove i due valori di $m$ si ottengono imponendo che il sistema

$\{(x^2 + y^2 + ax + by + c = 0),(y – y_0 = m (x – x_0)):}$

abbia due soluzioni reali coincidenti, esattamente come al passo precedente. Notare che se nel porre il discriminante uguale a zero si ottiene un’equazione in $m$ di primo grado, allora una tangente è $x = x_0$.

Circonferenza passante per tre punti: se $(x_1, y_1)$, $(x_2, y_2)$ e $(x_3, y_3)$ sono tre punti non allineati, allora l’equazione della circonferenza passante per tali punti è $x^2 + y^2 + ax + by + c = 0$, dove i parametri $a,b,c$ sono la soluzione del sistema

$\{(x_1^2 + y_1^2 + a x_1 + b y_1 + c = 0),(x_2^2 + y_2^2 + a x_2 + b y_2 + c = 0),(x_3^2 + y_3^2 + a x_3 + b y_3 + c = 0):}$

Circonferenza di cui si conosce il centro e un punto di passaggio: l’equazione della circonferenza con centro in $(\alpha, \beta)$ e passante per il punto $(x_0, y_0)$ è

$(x – \alpha)^2 + (y – \beta)^2 = (x_0 – \alpha)^2 + (y_0 – \beta)^2$

Circonferenza di cui si conosce il centro e una retta tangente: l’equazione di una circonferenza con centro in $(\alpha, \beta)$ e tangente alla retta di equazione $ax + by + c = 0$ è

$(x – \alpha)^2 + (y – \beta)^2 = \frac{(a \alpha + b \beta + c)^2}{a^2 + b^2}$
 
Circonferenze concentriche: al variare di $k \in \mathbb{R}$, l’equazione
 
$(x – \alpha)^2 + (y – \beta)^2 = k^2$
 
rappresenta l’insieme di tutte le circonferenze con centro in $(\alpha, \beta)$.
 
Circonferenze tangenti ad una retta data in un punto: siano $x^2 + y^2 + a_1 x + b_1 y + c_1 = 0$ e $x^2 + y^2 + a_2 x + b_2 y + c_2 = 0$ le equazioni di due circonferenze (distinte) tangenti in un punto $P = (x_0, y_0)$ ad una retta $r$. Al variare di $h, k \in \mathbb{R}$, con $h \ne -k$, l’equazione
 
$(h + k) x^2 + (h + k) y^2 + (h a_1 + k a_2) x + (h b_1 + k b_2) y + h c_1 + k c_2 = 0$
 
rappresenta l’insieme di tutte le circonferenze tangenti alla retta $r$ nel punto $P$.
 

Geometria analitica nel piano: parabola

Definizione: una parabola è il luogo dei punti del piano equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una retta fissa detta direttrice.
 

1° caso: parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$

Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di una parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$ è $y = a x^2 + bx + c$, con $a, b, c \in \mathbb{R}$ e $a \ne 0$.

Equazione parametrica: l’equazione parametrica di una parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$ è

$\{(x = t),(y = a t^2 + bt + c):} \qquad t \in \mathbb{R}$

 
Fuoco: le coordinate del fuoco sono $F = (-\frac{b}{2a}, \frac{1 – b^2 + 4 ac}{4a})$

Direttrice: l’equazione della direttrice è $y = \frac{-1 – b^2 + 4ac}{4a}$

Asse di simmetria: l’asse di simmetria ha equazione $x = -\frac{b}{2a}$

Vertice: il vertice ha coordinate $V = (-\frac{b}{2a}, \frac{-b^2 + 4ac}{4a})$

Concavità: se $a > 0$ la parabola rivolge la concavità verso l’alto, e si dice convessa, se invece $a < 0$ rivolge la concavità verso il basso, e si dice concava.

2° caso: parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $x$

Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di una parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $x$ è $x = a y^2 + by + c$, con $a, b, c \in \mathbb{R}$ e $a \ne 0$.

Equazione parametrica: l’equazione parametrica di una parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $x$ è

$\{(x = a t^2 + bt + c),(y = t):} \qquad t \in \mathbb{R}$

 
Fuoco: le coordinate del fuoco sono $F = (\frac{1 – b^2 + 4 ac}{4a}, -\frac{b}{2a})$

Direttrice: l’equazione della direttrice è $x = \frac{-1 – b^2 + 4ac}{4a}$

Asse di simmetria: l’asse di simmetria ha equazione $y = -\frac{b}{2a}$

Vertice: il vertice ha coordinate $V = (\frac{-b^2 + 4ac}{4a}, -\frac{b}{2a})$

Concavità: se $a > 0$ la parabola rivolge la concavità verso destra, se invece $a < 0$ rivolge la concavità verso sinistra.

Nel seguito si considera il caso di parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$, ma tutti i ragionamenti possono essere estesi per dualità al caso di parabole con asse di simmetria parallelo all’asse $x$

Intersezioni di una parabola con una retta: data un parabola di equazione, il punto di intersezione con una retta parallela all’asse $y$ di equazione $x = x_0$ è $(x_0, a x_0^2 + b x_0 + c)$. Se invece la retta non è parallela all’asse $y$, ma ha equazione $y = mx + q$, si distinguono i seguenti casi

– se $b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq < 0$ allora la retta e la parabola non si intersecano

– se $b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq = 0$ allora la retta è tangente alla parabola nel punto $(\frac{m-b}{2a}, \frac{m^2 – mb + 2aq}{2a})$

– se $b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq > 0$ allora la retta interseca la parabola nei due punti

$(\frac{m – b – \sqrt{b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq}}{2a}, \frac{m – b – \sqrt{b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq}}{2a} \cdot m + q)$

$(\frac{m – b + \sqrt{b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq}}{2a}, \frac{m – b + \sqrt{b^2 – 2bm + m^2 – 4ac + 4aq}}{2a} \cdot m + q)$

Rette tangenti ad una parabola: data una parabola $\gamma$ di equazione $y = a x^2 + bx + c$ e un punto esterno alla parabola $P = (x_0, y_0)$, le equazioni delle rette passanti per $P$ e tangenti a $\gamma$ sono

$y – y_0 = m_1 (x – x_0)$  $y – y_0 = m_2 (x – x_0)$ 

dove $m_1$ e $m_2$ sono le soluzioni dell’equazione di secondo grado in $m$

$m^2 – (2b + 4 a x_0) m + b^2 – 4ac + 4a y_0 = 0$

Parabola passante per tre punti: l’equazione della parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$ passante per i punti $(x_1, y_1)$, $(x_2, y_2)$ e $(x_3, y_3)$ è $y = ax^2 + bx + c$, dove $a,b,c$ sono la soluzione del sistema

$\{(y_1 = a x_1^2 + b x_1 + c),(y_2 = a x_1^2 + b x_2 + c),(y_3 = a x_3^2 + b x_3 + c):}$

Parabola di cui si conosce vertice e fuoco: l’equazione della parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$, di cui si conoscono il vertice $V = (x_0, y_0)$ e il fuoco $F = (x_0, y_1)$ è $y = ax^2 + bx + c$, dove $a,b,c$ sono la soluzione del sistema

$\{(-\frac{b}{2a} = x_0),(y_0 = a x_0^2 + b x_0 + c),(y_1 = \frac{1 – b^2 + 4ac}{4a}):}$

Parabola di cui si conosce un vertice e un punto di passaggio: l’equazione di una parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$, avente vertice in $V = (x_0, y_0)$ e passante per il punto $(x_1, y_1)$ è $y = ax^2 + bx + c$, $a,b,c$ sono la soluzione del sistema

$\{(-\frac{b}{2a} = x_0),(y_0 = a x_0^2 + b x_0 + c),(y_1 = a x_1^2 + b x_1 + c):}$

Parabola di cui si conosce il vertice e la direttrice: l’equazione di una parabola con asse di simmetria parallelo all’asse $y$, avente vertice in $V = (x_0, y_0)$ e avente direttrice di equazione $y = y_d$ è $y = ax^2 + bx + c$, dove $a,b,c$ sono la soluzione del sistema

$\{(-\frac{b}{2a} = x_0),(y_0 = a x_0^2 + b x_0 + c),(y_d = \frac{-1-b^2 + 4ac}{4a}):}$

Parabola di cui si conosce l’equazione dell’asse di simetria, la direttrice e un punto di passaggio: l’equazione con asse di simmetria avente equazione $x = x_s$, direttrice $y = y_d$ e passante per il punto $(x_0, y_0)$ è $y = ax^2 + bx + c$, dove $a,b,c$ sono la soluzione del sistema

$\{(-\frac{b}{2a} = x_s),(y_d = \frac{-1-b^2 + 4ac}{4a}),(y_0 = a x_0^2 + b x_0 + c):}$ 

 

Geometria analitica nel piano: ellisse

Definizione: un’ellisse è il luogo dei punti del piano per cui è costante la somma delle distanze da due punti fissi detti fuochi.

Equazione canonica: l’equazione di un’ellisse con centro nell’origine e asse focale parallelo ad uno degli assi cartesiani è $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$ (dove $a,b > 0$). Se $a > b$ l’asse focale è parallelo all’asse $x$, se invece $a < b$ l’asse focale è parallelo all’asse $y$.

Notare che se $a = b$ si ottiene l’equazione di una circonferenza con centro nell’origine e raggio $a$.

Equazione dell’ellisse traslata: l’equazione cartesiana di un’ellisse con asse focale parallelo ad uno degli assi cartesiani e centro in $(x_0, y_0)$ è $\frac{(x – x_0)^2}{a^2} + \frac{(y – y_0)^2}{b^2} = 1$.

Equazione parametrica: dato un’ellisse con equazione cartesiana $\frac{(x – x_0)^2}{a^2} + \frac{(y – y_0)^2}{b^2} = 1$, la sua equazione parametrica è

$\{(x = a \cos(t) + x_0),(y = b \sin(t) + x_0):} \qquad t \in [0, 2 \pi)$

Vertici: dato un’ellisse di equazione $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$, le coordinate dei vertici sono

$A_1 = (a, 0)$  $A_2 = (-a, 0)$  $B_1 = (0,b)$  $B_2 = (0,-b)$ 

Asse focale: si dice asse focale il segmento contenente i due fuochi dell’ellisse. Se $a > b$ il segmento $A_1 A_2$ è l’asse focale mentre $B_1 B_2$ è l’asse minore, se invece $a < b$ il segmento $B_1 B_2$ è l’asse focale e $A_1 A_2$ è l’asse minore. Quindi se $a > b$ la lunghezza dell’asse focale è $2a$, se $a < b$ la lunghezza dell’asse focale è $2b$.

Fuochi: data un’ellisse di equazione $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$, posto $c = \sqrt{|a^2 – b^2|}$, le coordinate dei fuochi sono

– $F_1 = (c, 0)$ e $F_2 = (-c, 0)$ se $a > b$

– $F_1 = (0, c)$ e $F_2 = (0, -c)$ se $a < b$

Eccentricità: data un’ellisse di equazione $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2}$, e posto $c = \sqrt{|a^2 – b^2|}$

– se $a > b$ l’eccentricità vale $e = \frac{c}{a}$

– se $a < b$ l’eccentricità vale $e = \frac{c}{b}$

Comunque si scelgano $a,b > 0$, con $a \ne b$, risulta $0 < e < 1$. Se $a = b$, ossia nel caso di una circonferenza, risulta $e = 0$.

Intersezione di un’ellisse con una retta: dato un’ellisse di equazione $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$ e una retta di equazione $y = mx + q$:

– se $a^4 m^2 q^2 – a^2 (q^2 – b^2) (b^2 + a^2 m^2) < 0$ la retta è esterna all’ellisse, e non ci sono intersezioni

– se $a^4 m^2 q^2 – a^2 (q^2 – b^2) (b^2 + a^2 m^2) = 0$ la retta è tangente all’ellisse, e le coordinate del punto di tangenza sono date dalla soluzione del sistema

$\{(\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1),(y = mx + q):}$

– se $a^4 m^2 q^2 – a^2 (q^2 – b^2) (b^2 + a^2 m^2) > 0$ la retta è secante, e le coordinate dei due punti di intersezione sono dati dalle soluzioni del sistema

$\{(\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1),(y = mx + q):}$

Nel caso di una retta parallela all’asse $y$ di equazione $x = x_0$:

– se $|x_0| > a$ la retta è esterna e non ha punti di intersezione con l’ellisse

– se $x_0 = -a$ la retta è tangente e il punto di tangenza ha coordinate $(-a,0)$

– se $x_0 = a$ la retta è tangente e il punto di tangenza ha coordinate $(a,0)$

– se $-a < x_0 < a$ la retta è secante e interseca l’ellisse nei due punti $(x_0, \pm b \sqrt{1 – \frac{x_0^2}{a^2}})$

Ellisse passante per due punti: dati due punti $(x_1, y_1)$ e $(x_2, y_2)$ non simmetrici rispetto agli assi o all’origine, l’equazione dell’ellisse con centro in $(0,0)$ e asse focale parallelo ad uno degli assi cartesiano è $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$, dove $a, b$ sono la soluzione del sistema

$\{(\frac{x_1^2}{a^2} + \frac{y_1^2}{b^2} = 1),(\frac{x_2^2}{a^2} + \frac{y_2^2}{b^2} = 1):}$

Ellisse di cui si conosce un fuoco e un vertice: l’equazione di un’ellisse che ha un fuoco in $(c, 0)$ e un vertice in $(a,0)$ è $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{a^2 – c^2} = 1$.

L’equazione di un’ellisse con un fuoco in $(0,c)$ e vertice in $(a, 0)$ è $\frac{x^2}{a^2} + \frac{y^2}{a^2 + c^2} = 1$

L’equazione di un’ellisse con un fuoco in $(0,c)$ e vertice in $(0, b)$ è $\frac{x^2}{b^2 – c^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$

L’equazione di un’ellisse con un fuoco in $(c,0)$ e vertice in $(0, b)$ è $\frac{x^2}{b^2 + c^2} + \frac{y^2}{b^2} = 1$

 

 

 

Geometria analitica nel piano: iperbole

Definizione: l’iperbole è il luogo dei punti del piano per cui è costante la differenza delle distanze da due punti fissi detti fuochi.
 
Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di un’iperbole con i fuochi sull’asse $x$ e simmetrici rispetto all’origine è
 
$\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1$
 
Invece l’equazione di un’iperbole con i fuochi appartenenti all’asse $y$ e simmetrici rispetto all’origine è
 
$\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = -1$
 
In entrambi i casi risulta $a, b \in \mathbb{R}^{+}$.
 
Equazione parametrica: data un’iperbole con equazione cartesiana $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1$, l’equazione parametrica corrispondente è
 
$\{(x = a \cosh(t)),(y = b \sinh(t)):} \qquad t \in [0, 2 \pi)$
 
Data invece un’iperbole con equazione cartesiana $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = -1$, l’equazione parametrica corrispondente è
 
$\{(x = a \frac{\sin(t)}{\cos(t)}),(y = \frac{b}{\cos(t)}):} \qquad t \in [0, 2 \pi) \setminus \{\frac{\pi}{2}, 3 \frac{\pi}{2}\}$
 
Vertici: i vertici di un’iperbole di equazione $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1$ hanno coordinate
 
$A_1 = (a, 0) \qquad A_2 = (-a,0)$
 
Invece i vertici di un’iperbole di equazione $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = -1$ hanno coordinate
 
$B_1 = (0, b) \qquad B_2 = (0, -b)$
 
Asintoti: gli asintoti di un’iperbole con equazione $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1$ o $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = -1$ sono le rette di equazione
 
$y = \frac{b}{a} x \qquad y = -\frac{b}{a} x$
 
Fuochi: posto $c^2 = a^2 + b^2$, i fuochi hanno coordinate
 
$F_1 = (c, 0) \qquad F_2 = (-c, 0)$
 
o
 
$F_1 = (0, c) \qquad F_2 = (0, -c)$
 
a seconda del caso considerato (vale a dire fuochi appartenenti all’asse $x$ o all’asse $y$).
 
Eccentricità: nel caso di iperbole con fuochi appartenenti all’asse $x$ l’eccentricità vale $e = \frac{c}{a}$.
Nel caso di iperbole con fuochi appartenenti all’asse $y$ l’eccentricità vale $e = \frac{c}{b}$.
 
Iperbole equilatera: nel caso di $a=b$ si ottiene un’iperbole equilatera, di equazione
 
$x^2 – y^2 = a^2$ se i fuochi appartengono all’asse $x$
 
$x^2 – y^2 = -a^2$ se i fuochi appartengono all’asse $y$
 
Gli asintoti di un’iperbole equilatera hanno equazione $y = x$ e $y = -x$.
 
L’eccentricità di un’iperbole equilatera è $e = \sqrt{2}$.
 
Iperbole equilatera riferita agli assi: un’iperbole equilatera ruotata di $45^{\circ}$ è un’iperbole equilatera che ammette per asintoti gli assi cartesiani, ed ha equazione
 
$xy = k$
 
con $k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}$.
 
– Se $k > 0$ l’iperbole è situata nel primo e terzo quadrante
 
– Se $k < 0$ l’iperbole è situata nel secondo e quarto quadrante.
 
Intersezioni fra un’iperbole e una retta: i punti di intersezione fra un’iperbole di equazione $\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1$ e una retta di equazione $y = mx + q$ sono i punti che risolvono il sistema
 
$\{(\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1),(y = mx + q):}$
 
– Se $b^2 – m^2 a^2 = 0$ la retta è parallela ad un asintoto ed ha un solo punto di intersezione con l’iperbole, la cui ascissa vale $x = – \frac{q^2 + b^2}{2 m q}$. Se $q = 0$ la retta coincide con un asintoto, e in tal caso non ci sono punti di intersezione.
 
– Se $4 m^2 q^2 a^4 + 4 (a^2 q^2 + a^2 b^2) (b^2 – m^2 a^2) < 0$ la retta è esterna all’iperbole, e non ci sono punti di intersezione
 
– Se $4 m^2 q^2 a^4 + 4 (a^2 q^2 + a^2 b^2) (b^2 – m^2 a^2) = 0$ la retta è tangente all’iperbole
 
– Se $4 m^2 q^2 a^4 + 4 (a^2 q^2 + a^2 b^2) (b^2 – m^2 a^2) > 0$ la retta è secante ed interseca l’iperbole in due punti distinti
 
Tangente all’iperbole per un punto: sia $P = (x_0, y_0)$ un punto appartenente ad un’iperbole, nella tabella seguente sono riportate le equazioni delle tangenti all’iperbole in $P$, per ogni tipo di iperbole fin qui considerato
 
 Equazione iperbole
Equazione tangente 
$\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = 1$  $\frac{x x_0}{a^2} – \frac{y y_0}{b^2} = 1$ 
$\frac{x^2}{a^2} – \frac{y^2}{b^2} = -1$  $\frac{x x_0}{a^2} – \frac{y y_0}{b^2} = -1$ 
$x^2 – y^2 = a^2$  $x x_0 – y y_0 = a^2$ 
$x^2 – y^2 = -a^2$  $x x_0 – y y_0 = -a^2$ 
$xy = k$  $\frac{x y_0 + x_0 y}{2} – k = 0$ 

 

Funzione omografica: una funzione omografica è un’iperbole equilatera con asintoti paralleli agli assi cartesiani, ma non necessariamente coincidenti con gli assi stessi. Dati $a, b, c, d \in \mathbb{R}$, con $c \ne 0$, l’equazione generica di una funzione omografica è
 
$y = \frac{ax + b}{cx + d}$
 
– Se $ad – bc = 0$ allora l’equazione precedente rappresenta una retta parallela all’asse $x$ privata del punto di ascissa $-\frac{d}{c}$
 

– Se $ad – bc \ne 0$ l’equazione precedente rappresenta un’iperbole equilatera con centro di simmetria in $(-\frac{d}{c}, \frac{a}{c})$ e asintoti di equazione $x = -\frac{d}{c}$ e $y = \frac{a}{c}$.

 

Geometria analitica nel piano: altri luoghi geometrici

Segmento: dati due punti (distinti) $A = (x_1, y_1)$ e $B = (x_2, y_2)$, l’equazione parametrica del segmento $AB$ è

$\{(x = t x_1 + (1 – t) x_2),(y = t y_1 + (1-t) y_2):} \qquad t \in [0,1]$
 
Punto medio di un segmento: il punto medio di un segmento $AB$, con $A = (x_1, y_1)$ e $B = (x_2, y_2)$, è $M = (\frac{x_1 + x_2}{2}, \frac{y_1 + y_2}{2})$.
 
Distanza fra due punti (lunghezza di un segmento): la distanza fra due punti $A = (x_1, y_1)$ e $B = (x_2, y_2)$, cioè la lunghezza del segmento $AB$, vale
 
$d = \sqrt{(x – x_1)^2 + (y – y_2)^2}$
 
Asse di un segmento: l’asse di un segmento è il luogo dei punti equidistanti dagli estremi del segmento. L’asse di un segmento $AB$, con $A = (x_1, y_1)$ e $B = (x_2, y_2)$, è la retta di equazione
 
$2 (x_1 – x_2) x + 2 (y_1 – y_2) y – (x_1^2 – x_2^2) – (y_1^2 – y_2^2) = 0$
 
Bisettrice: due rette (distinte) di equazioni $a_1 x + b_1 y + c_1 = 0$ e $a_2 x + b_2 y + c_2 = 0$ individuano nel piano quattro angoli, le cui bisettrici sono le due rette aventi equazione
 
$\frac{a_1 x + b_1 y + c_1}{\sqrt{a_1^2 + b_1^2}} = \frac{a_2 x + b_2 y + c_2}{\sqrt{a_2^2 + b_2^2}}$
 
$\frac{a_1 x + b_1 y + c_1}{\sqrt{a_1^2 + b_1^2}} = – \frac{a_2 x + b_2 y + c_2}{\sqrt{a_2^2 + b_2^2}}$
 
Luogo dei punti a distanza assegnata da una retta: il luogo dei punti a distanza $d$ dalla retta di equazione $ax + by + c = 0$ è dato dalle due rette di equazione
 
$ax + by + c – d \sqrt{a^2 + b^2} = 0$
 
$ax + by + c + d \sqrt{a^2 + b^2} = 0$
 
Baricentro di un triangolo: dato un triangolo avente i vertici in $A = (x_1, y_1)$, $B = (x_2, y_2)$, $C = (x_3, y_3)$, le coordinate del baricentro sono
 
$G = (\frac{x_1 + x_2 + x_3}{3}, \frac{y_1 + y_2 + y_3}{3})$
 
Area di un triangolo: dato un triangolo avente i vertici in $A = (x_1, y_1)$, $B = (x_2, y_2)$, $C = (x_3, y_3)$, la sua area vale
 
$"Area" = \frac{1}{2} | \det ((x_1 \quad, y_1 \quad, 1),(x_2 \quad, y_2 \quad, 1),(x_3 \quad, y_3 \quad, 1))| = \frac{1}{2} |x_1 y_2 + x_3 y_1 + x_2 y_3 – x_3 y_2 – x_1 y_3 – x_2 y_1|$
 
 

Geometria analitica nel piano: traslazioni e rotazioni

Traslazioni nel piano

Siano $xOy$ e $X O’ Y$ due riferimenti cartesiani paralleli ed equiversi, e siano $(x_0, y_0)$ le coordinate di $O’$ rispetto a $O$, allora le coordinate dei due riferimenti sono legate dalle equazioni

$\{(X = x – x_0),(Y = y – y_0):}$

 
Esempio: sia $2x + 3y – 5 = 0$ l’equazione di una retta $r$ riferita al sistema cartesiano $x O y$, $O = (0,0)$. Scrivere l’equazione della retta $r$ rispetto al sistema cartesiano $X O’ Y$ centrato in $(1, 3)$.

Risulta

$\{(X = x – 1),(Y = y – 3):} \implies \{(x = X + 1),(y = Y + 3):}$

 
Sostituendo tali valori nell’equazione della retta $r$ si trova

$2(X + 1) + 3 (Y + 3) – 5 = 0 \implies 2 X + 2 + 3 Y + 9 – 5 = 0 \implies 2 X + 3 Y + 6 = 0$

 
che è l’equazione di $r$ rispetto al nuovo sistema $X O’ Y$.

Esempio: data la parabola di equazione $y = 3x^2 – 5x + 6$, scrivere l’equazione della parabola simmetrica rispetto alla retta $y = 2$.

Per prima cosa si considera un nuovo riferimento cartesiano $X O’ Y$ centrato in $(0, 2)$, quindi

$\{(X = x – 0),(Y = y – 2):} \implies \{(x = X),(y = Y + 2):}$

 
L’equazione della parabola rispetto al nuovo sistema è $Y + 2 = 3 X^2 – 5 X + 6$, ovvero $Y = 3 X^2 – 5 X + 4$. Chiedere la simmetrica rispetto alla retta $y = 2$ equivale a chiedere la simmetrica rispetto alla retta $Y = 0$, e l’equazione di tale parabola rispetto al nuovo sistema è banalmente

$Y = – 3X^2 + 5 X – 4$

 
Ricordando che

$\{(X = x),(Y = y – 2):}$

 
sostituendo nella precedente equazione si trova

$y – 2 = – 3x^2 + 5 x – 4 \implies y = – 3x^2 + 5x – 2$

 
che è l’equazione della parabola simmetrica a $y = 3x^2 – 5x + 6$ rispetto alla retta $y = 2$.

Rotazioni nel piano

Sia $x O y$ un riferimento cartesiano ortogonale, $O = (0,0)$, e sia $X O Y$ un nuovo riferimento ottenuto come rotazione antioraria di un angolo $\theta$ attorno ad $O$ di $x O y$. Le coordinate dei due riferimenti sono legate dalle seguenti equazioni

$\{(X = x \cos(\theta) – y \sin(\theta)),(Y = x \sin(\theta) + y \cos(\theta)):}$

 
Esempio: scrivere l’equazione dell’ellisse con asse focale appartenente alla retta $y = x$ di lunghezza $6$, asse minore appartenente alla retta $y = -x$ di lungezza $4$, centrato in $(0,0)$.

Si consideri come nuovo riferimento cartesiano $X O Y$ quello ottenuto ruotando il riferimento canonico in senso orario di un angolo pari a $\frac{\pi}{4}$. In tal modo gli assi dell’ellisse appartengono agli assi del nuovo riferimento, e l’equazione dell’ellisse rispetto a $X O Y$ è banalmente

$\frac{X^2}{9} + \frac{Y^2}{4} = 1$

 
Ricordando le relazioni della rotazione in questione

$\{(X = x \cos(\frac{\pi}{4}) – y \sin(\frac{\pi}{4})),(Y = x \sin(\frac{\pi}{4}) + y \cos(\frac{\pi}{4})):} \implies \{(X = \frac{x}{\sqrt{2}} – \frac{y}{\sqrt{2}}),(Y = \frac{x}{\sqrt{2}}  + \frac{y}{\sqrt{2}}):}$

 
e sostituendo nell’equazione precedente, si trova l’equazione dell’ellisse richiesto rispetto al sistema $x O y$, ovvero
 
$\frac{(\frac{x}{\sqrt{2}} – \frac{y}{\sqrt{2}})^2}{9} + \frac{(\frac{x}{\sqrt{2}}  + \frac{y}{\sqrt{2}})^2}{4} = 1$
 

 

 

Geometria analitica nel piano: cicloide

Definizione: la cicloide è la curva descritta da un punto fisso su di una circonferenza che rotola su una retta.
cicloide.gif
Lunghezza di un arco: la lunghezza di un arco della cicloide è $8r$, dove $r$ è il raggio del cerchio generatore.
 
Area sottesa da un arco: l’area sottostante un arco di cicloide è pari al triplo dell’area del cerchio generatore, cioè è pari a $3 pi r^2$.
 
Equazione parametrica: se $r$ è il raggio del cerchio generatore, l’equazione parametrica della cicloide è
 
${(x = r (t – sin(t))),(y = r (1 – cos(t))):} qquad t in mathbb{R}$
 
Equazione cartesiana: se $r$ è il raggio del cerchio generatore, l’equazione cartesiana della cicloide è
 
$x = sqrt{y (2r – y)} + r cdot "arccos"(1 – frac{y}{r})$
 
Differenziabilità: nei punti in cui è differenziabile, cioè ovunque ad eccezione delle cuspidi, la cicloide rispetta la seguente relazione
 
$(frac{d y}{d x})^2 = frac{2r – y}{y}$
 

Coordinate polari nel piano

Le coordinate polari sono un sistema di coordinate nel piano determinato da un punto $O$, detto polo, e da una semiretta avente origine in $O$ detta asse polare. Un generico punto $P$ del piano è univocamente determinato da due parametri

1) la distanza dal polo, cioè la lunghezza del segmento $PO$, indicata con $
ho$

2) la misura in radianti dell’angolo, indicata con $ heta$, che l’asse polare forma con la retta $OP$, partendo da $O$ e spostandosi in senso antiorario.

Da questo si deduce che $
ho in mathbb{R}^+$ e $ heta in [0, 2 pi)$ (o comunque in ogni altro intervallo $[a, b)$ tale che $b – a = 2 pi$).

coordinate_polari.gif
 Si può passare dalle coordinate polari $(
ho, heta)$ alle coordinate cartesiane $(x,y)$ mediante queste relazioni
 
${(x =
ho cos( heta)),(y =
ho sin( heta)):}$
 
Analogamente si può passare dalle coordinate cartesiane alle polari osservando che $
ho = sqrt{x^2 + y^2}$ e che, considerando $ heta in [0, 2 pi)$
 
$ heta = {("arctg"(frac{y}{x}), quad "se " x > 0 " e " y ge 0),("arctg"(frac{y}{x}) + 2 pi, quad "se " x > 0 " e " y > 0),("arctg"(frac{y}{x}) + pi, quad "se " x < 0),(frac{pi}{2}, quad "se " x = 0 " e " y > 0),(frac{3 pi}{2}, quad "se " x = 0 " e " y < 0):}$
 

Esempio

Equazione della circonferenza: l’equazione di una circonferenza in coordinate polari con centro in $(
ho_0, heta_0)$ e raggio $R$ è

$
ho^2 + 2
ho
ho_0 cos( heta – heta_0) +
ho_0^2 = R^2$

 

Geometria analitica nel piano: spirale e trattrice

Spirale 

Una spirale è una curva che si avvolge attorno ad un punto fisso, detto polo della spirale.

Spirale archimedea

spirale_archimedea.jpg
Equazione in forma polare: dati $a, b in mathbb{R}$, l’equazione in coordinate polari di una spirale archimedea è
 
$
ho = a + b heta$
 
Distanza fra i bracci: in una spirale archimedea la distanza fra i bracci vale $2 pi b$.
 

Spirale iperbolica

spirale_iperbolica.jpg
Equazione in forma polare: dato $a in mathbb{R} setminus {0}$, l’equazione in coordinate polare di una spirale iperbolica è $
ho heta = a$.
 
Equazione parametrica: l’equazione parametrica di una spirale iperbolica è
 
${(x = a frac{cos(t)}{t}),(y = a frac{sin(t)}{t}):} quad t in mathbb{R} setminus {0}$
 
Asintoto: una spirale iperbolica, di equazione in forma polare o parametrica come le precedenti, ammette come asintoto la retta di equazione $y = a$.

Spirale logaritmica

spirale_logaritmica.gif
Equazione in forma polare: dati $a in mathbb{R} setminus {0}$ e $b in mathbb{R} setminus {0, 1}$, l’equazione in coordinate polari di una spirale logaritmica è
 
$
ho = a b^{ heta}$
 
o equivalentemente
 
$ heta = log_{b}(frac{
ho}{a})$
 
Equazione parametrica: l’equazione parametrica di una spirale logaritmica è
 
${(x = a b^t cos(t)),(y = a b^t sin(t)):} quad t in mathbb{R}$
 

Trattrice

La trattrice è una curva in cui i segmenti tra una curva e una data retta risultano di ugual misura.

trattrice.gif
Equazione trigonometrica: l’equazione in forma trigonometrica di una trattrice con la cuspide nel punto $(a,0)$ è
 
$x = a ln(frac{a + sqrt{a^2 – y^2}}{y}) – sqrt{a^"2- x^2}$
 
$y = a cos(t) quad t in [0, frac{pi}{2}]$
 
Equazione iperbolica: l’equazione in forma iperbolica di una trattrice con la cuspide in $(a,0)$ è
 
$y = frac{a}{cosh(t)}$
 
Equazione differenziale: una trattrice con la cuspide in $(a,0)$ soddisfa la seguente equazione differenziale
 
$frac{dx}{dy} = – frac{y}{sqrt{a^2 – y^2}}$
 
Asintoto: una trattrice, avente come equazione una delle precedenti, ammette come asintoto la retta di equazione $x = 0$
 
Lunghezza di un arco: la lunghezza di un arco di trattrice individuato dalle rette di equazione $x = x_1$ e $x = x_2$ ($0 < x_1 le x_2$) è $a ln(frac{x_1}{x_2})$
 
Area: l’area compresa fra la trattrice e il suo asintoto è $a^2 frac{pi}{2}$
 
 
 

 

 

Geometria analitica nello spazio: retta

Equazione parametrica: l’equazione parametrica di una retta parallela al vettore (non nullo) $(a,b,c)$ e passante per il punto $(x_0, y_0, z_0)$ è
 
$\{(x = x_0 + t a),(y = y_0 + t b),(z = z_0 + t c):} \qquad t \in \mathbb{R}$
 
Equazione cartesiana: una retta nello spazio è l’intersezione di due piani (ovviamente non paralleli), pertanto l’equazione cartesiana di una retta nello spazio rappresenta, in ogni caso, l’intersezione fra due piani. L’equazione della retta data dall’intersezione dei piani $a_1 x + b_1 y + c_1 z = d_1$ e $a_2 x + b_2 y + c_2 z = d_2$ è banalmente
 
$\{(a_1 x + b_1 y + c_1 z = d_1),(a_2 x + b_2 y + c_2 z = d_2):}$
 
Una retta può essere individuata conoscendo un vettore ad essa parallelo e un punto di passaggio, Così, se $a, b, c \ne 0$, l’equazione cartesiana della retta passante per $(x_0, y_0, z_0)$ e parallela al vettore $(a,b,c)$ è
 
$\frac{x – x_0}{a} = \frac{y – y_0}{b} = \frac{z – z_0}{c}$
 
Se uno o due fra parametri $a,b,c$ sono nulli l’equazione cartesiana si modifica leggermente. Ad esempio se $b = 0$ e $a, c \ne 0$ l’equazione cartesiana diventa
 
$\{(\frac{x – x_0}{a} = \frac{z – z_0}{c}),(y = y_0):}$
 
Se ad esempio $a = b = 0$ e $c \ne 0$ l’equazione cartesiana diventerebbe
 
$\{(x = x_0),(y = y_0):}$
 
Retta passante per due punti: l’equazione parametrica della retta passante per i punti $(x_1, y_1, z_1)$ e $(x_2, y_2, z_2)$ è
 
$\{(x = x_1 + t (x_2 – x_1)),(y = y_1 + t (y_2 – y_1)),(z = z_1 + t (z_2 – z_1)):} \qquad t \in \mathbb{R}$
 
Condizione di parallelismo: due rette, le cui equazioni parametriche sono
 
$\{(x = x_1 + t a_1),(y = y_1 + t b_1),(z = z_1 + t c_1):} \qquad \{(x = x_2 + t a_2),(y = y_2 + t b_2),(z = z_2 + t c_2):} \qquad t \in \mathbb{R}$
 
sono parallele se e solo se i vettori $(a_1, b_1, c_1)$ e $(a_2, b_2, c_2)$ sono paralleli, cioè se esiste $k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}$ tale che
 
$(a_1, b_1, c_1) = k (a_2, b_2, c_2)$
 
Condizione di ortogonalità: due rette, le cui equazioni parametriche sono
 
$\{(x = x_1 + t a_1),(y = y_1 + t b_1),(z = z_1 + t c_1):} \qquad \{(x = x_2 + t a_2),(y = y_2 + t b_2),(z = z_2 + t c_2):} \qquad t \in \mathbb{R}$
 
sono ortogonali se e solo se i vettori $(a_1, b_1, c_1)$ e $(a_2, b_2, c_2)$ sono ortogonali, cioè se e solo se
 
$a_1 a_2 + b_1 b_2 + c_1 c_2 = 0$
 
Retta passante per un punto e ortogonale ad un piano: l’equazione cartesiana della retta pasante per il punto $(x_0, y_0, z_0)$ e ortogonale al piano di equazione $a x + b y + c z + d = 0$ (con $a, b, c \ne 0$) è
 
$\frac{x – x_0}{a} = \frac{y – y_0}{b} = \frac{z – z_0}{c}$
 

 

Geometria analitica nello spazio: piano

Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di un piano passante per il punto $(x_0, y_0, z_0)$ e ortogonale al vettore $(a, b, c)$ è
$a (x – x_0) + b (y – y_0) + c (z – z_0) = 0$
o equivalentemente
$a x + b y + c z = d$, con $d = a x_0 + b y_0 + c z_0$
Piano passante per l’origine: un piano con equazione cartesiana $ax + by + cz = d$ passa per l’origine $(0, 0, 0)$ se e solo se $d = 0$.
Piano parallelo agli assi coordinati: dato un piano con equazione cartesiana $a x + b y + c z = d$
1) se $a=0$ e $b, c \ne 0$ il piano è parallelo all’asse $x$
2) se $b = 0$ e $a, c \ne 0$ il piano è parallelo all’asse $y$
3) se $c = 0$ e $a, b \ne 0$ il piano è parallelo all’asse $z$
Piano parallelo ai piani coordinati: dato un piano con equazione cartesiana $a x + b y + c z = d$
1) se $a = b = 0$ e $c \ne 0$ il piano è parallelo al piano $x y$
2) se $a = c = 0$ e $b \ne 0$ il piano è parallelo al piano $x z$
3) se $b = c = 0$ e $a \ne 0$ il piano è parallelo al piano $y z$
Piano passante per tre punti non allineati: l’equazione cartesiana del piano passante per i tre punti (non allineati)
$(x_1, y_1, z_1) \qquad (x_2, y_2, z_2) \qquad (x_3, y_3, z_3)$
è
$\det((x \quad, y \quad, z \quad, 1),(x_1 \quad, y_1 \quad, z_1 \quad, 1),(x_2 \quad, y_2 \quad, z_2 \quad, 1),(x_3 \quad, y_3 \quad, z_3 \quad, 1)) = 0$
Condizione di parallelismo: due piani con equazioni cartesiane $a_1 x + b_1 y + c_1 z = d_1$ e $a_2 x + b_2 y + c_2 z = d_2$ sono paralleli se e solo se i vettori $(a_1, b_1, c_1)$ e $(a_2, b_2, c_2)$ sono paralleli, cioè se esiste $k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}$ tale che
$(a_1, b_1, c_1) = k (a_2, b_2, c_2)$
Condizione di ortogonalità: due piani con equazioni cartesiane $a_1 x + b_1 y + c_1 z = d_1$ e $a_2 x + b_2 y + c_2 z = d_2$ sono ortogonali se e solo se i vettori $(a_1, b_1, c_1)$ e $(a_2, b_2, c_2)$ sono ortogonali cioè se
$a_1 a_2 + b_1 b_2 + c_1 c_2 = 0$
Distanza di un punto da un piano: la distanza fra il punto $(x_0, y_0, z_0)$ e il piano di equazione $a x + b y + c z = d$ è
$”distanza” = \frac{|a x_0 + b y_0 + c z_0 – d|}{\sqrt{a^2 + b^2 + c^2}}$
Condizione di parallelismo fra una retta e un piano: un piano di equazione $a x + b y + c z = d$ e una retta di equazione
$\frac{x – x_0}{\alpha} = \frac{y – y_0}{\beta} = \frac{z – z_0}{\gamma}$
sono paralleli se e solo se
$a \alpha + b \beta + c \gamma = 0$

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Videolezione: Esercizio sulla circonferenza

Coordinate sferiche e cilindriche nello spazio

Coordinate sferiche

Le coordinate sferiche sono un sistema di coordinate nello spazio determinate da tre parametri, $
ho$, $phi$, $ heta$. Detta $O$ l’origine del sistema, e detto $P$ un generico punto nello spazio, il parametro $
ho$ indica la distanza fra $P$ e $O$, $ heta$ è l’angolo fra $PO$ e l’asse $z$, mentre $phi$ è l’angolo fra l’asse $x$ e la proiezione di $PO$ sul piano $xy$.
 
coordinate_sferiche.gif
Si può passare dalle coordinate sferiche $(
ho, phi, heta)$ alle coordinate cartesiane $(x, y, z)$ mediante queste relazioni
 
${(x =
ho sin( heta) cos(phi)),(y =
ho sin( heta) sin(phi)),(z =
ho cos( heta)):} qquad
ho in [0, +infty) quad heta in [0, pi] quad phi in [0, 2 pi)$
 
Invece per passare dalle coordinate cartesiane $(x, y, z)$ alle coordinate sferiche $(
ho, phi, heta)$ si possono sfruttare le relazioni
 
${(
ho = sqrt{x^2 + y^2 + z^2}),(phi = "arctg"(frac{y}{x})),( heta = "arccos"(frac{z}{sqrt{x^2 + y^2 + z^2}})):}$

Coordinate cilindriche

Le coordinate cilindriche sono un sistema di coordinate nello spazio determinate da tre parametri, $
ho$, $ heta$, $t$. Detta $O$ l’origine del sistema, e detto $P$ un generico punto nello spazio, e detto $Q$ la sua proiezione sul piano $xy$, il parametro $t$ indica la lunghezza di $PQ$, $
ho$ indica la lunghezza di $OQ$ mentre $ heta$ indica l’angolo fra l’asse $x$ e $OQ$.

coordinate_cilindriche.gif
Si può passare dalle coordinate cilindriche $(
ho, heta, t)$ alle coordinate cartesiane $(x, y, z)$ mediante queste relazioni
 
${(x =
ho cos( heta)),(y =
ho sin( heta)),(z = t):} qquad
ho in [0, +infty) quad heta in [0, 2 pi) quad t in mathbb{R}$
 
Invece per passare dalle coordinate cartesiane $(x, y, z)$ alle coordinate cilindriche $(
ho, heta, t)$ si possono sfruttare le seguenti relazioni
 
${(
ho = sqrt{x^2 + y^2}),( heta = "arctg"(frac{y}{x})),(t = z):}$
 

Geometria analitica nello spazio: sfera, ellissoide, paraboloide

Sfera

Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di una sfera con centro in $(x_0, y_0, z_0)$ e raggio $R$ è
 
$(x – x_0)^2 + (y – y_0)^2 + (z – z_0)^2 = R^2$
 
Equazione in coordinate sferiche: l’equazione in coordinate sferiche di una sfera con centro in $(x_0, y_0, z_0)$ e raggio $R$ è
 
${(x = x_0 + R sin( heta) cos(phi)),(y = y_0 + R sin( heta) sin(phi)),(z = z_0 + R cos( heta)):} qquad heta in [0, pi] quad phi in [0, 2 pi)$
 
Area: data una sfera di raggio $R$, la superficie sferica vale $4 pi R^2$
 
Volume: il volume di una sfera con raggio $R$ vale $frac{4}{3} pi R^3$
 

Ellissoide

 

ellissoide.gif

 
Equazione cartesiana: dati $a, b, c in mathbb{R}^+$, l’equazione cartesiana dell’ellissoide standard è

$frac{x^2}{a^2} + frac{y^2}{b^2}  +frac{z^2}{c^2} = 1$
 
Se $a = b$ o $b = c$ o $a = c$ l’ellissoide viene detto sferoide, se invece $a = b = c$ l’equazione precedente identifica una sfera con centro in $(0,0,0)$ e raggio $a$.
 
Volume: il volume di un ellissoide con equazione $frac{x^2}{a^2} + frac{y^2}{b^2} + frac{z^2}{c^2} = 1$ è $"Volume" = frac{4}{3} pi abc$.
 

Paraboloide

I due luoghi geometrici trattati nel seguito sono detti paraboloidi perché le loro sezione verticali sono parabole.

Paraboloide ellittico

paraboloide_ellittico.jpg
Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di un paraboloide ellittico è $frac{x^2}{a^2} + frac{y^2}{b^2} + 2z = 0$
 
Un tale paraboloide si chiama ellittico perché le sue sezioni orizzontali sono ellissi.

Paraboloide iperbolico

paraboloide_iperbolico.jpg
Equazione cartesiana: l’equazione cartesiana di un paraboloide ellittico è $frac{x^2}{a^2} – frac{y^2}{y^2} + 2z = 0$
 
Un tale paraboloide si dice iperbolico perché le sue sezioni orizzontali sono iperboli.
 

Funzioni goniometriche

Si consideri una circonferenza di raggio $R$ centrata in $O = (0,0)$, e sia $P$ un generico punto sulla circonferenza.
circonferenza_goniometrica.png
Comunque si fissi $x in mathbb{R}$, si scelga $P$ in modo che la misura (in radianti) dell’angolo $P hat{O} A$ sia proprio $x$. Dette $P = (x_0, y_0)$ le coordinate del punto $P$, si definiscono le funzioni goniometriche (seno, coseno, tangente, cotangente, secante, cosecante) come segue
 
$sin(x) = frac{y_0}{R} qquad cos(x) = frac{x_0}{R} qquad "tg"(x) = frac{sin(x)}{cos(x)} qquad "cotg"(x) = frac{cos(x)}{sin(x)} qquad "sec"(x) = frac{1}{cos(x)} qquad "cosec"(x) = frac{1}{sin(x)}$
 

Relazione fondamentale della goniometria

 

$sin^2(x) + cos^2(x) = 1$  
 

Conversione fra radianti e gradi

Se $x$ è la misura in radianti di un angolo, e $x^{circ}$ è la rispettiva misura in gradi, si ha che

$x = frac{pi}{180^{circ}} x^{circ} qquad x^{circ} = frac{180^{circ}}{pi} x$

 

Archi notevoli

$x$ (radianti) $x^{circ}$ (gradi) $sin(x)$ $cos(x)$ $"tg"(x)$ $"cotg"(x)$
$0$ $0^{circ}$ $0$  $1$ $0$  non esiste
$frac{pi}{12}$  $15^{circ}$  $frac{sqrt{6} – sqrt{2}}{4}$ $frac{sqrt{6} + sqrt{2}}{4}$ $2 – sqrt{3}$ $2 + sqrt{3}$
$frac{pi}{10}$ $18^{circ}$ $frac{sqrt{5} – 1}{4}$ $frac{1}{4} sqrt{10 + 2 sqrt{5}}$ $sqrt{frac{5 – 2 sqrt{5}}{5}}$ $sqrt{5 + 2 sqrt{5}}$
 $frac{pi}{8}$ $22^{circ} 30’$ $frac{sqrt{2 – sqrt{2}}}{2}$ $frac{sqrt{2 + sqrt{2}}}{2}$ $sqrt{2} – 1$ $sqrt{2} + 1$
$frac{pi}{6}$ $30^{circ}$ $frac{1}{2}$ $frac{sqrt{3}}{2}$ $frac{sqrt{3}}{3}$ $sqrt{3}$
$frac{pi}{5}$ $36^{circ}$ $frac{1}{4} sqrt{10 – 2 sqrt{5}}$ $frac{sqrt{5} + 1}{4}$ $sqrt{5 – 2 sqrt{5}}$ $sqrt{frac{5 + 2 sqrt{5}}{5}}$
$frac{pi}{4}$ $45^{circ}$ $frac{sqrt{2}}{2}$ $frac{sqrt{2}}{2}$ $1$ $1$
$frac{3 pi}{10}$ $54^{circ}$ $frac{sqrt{5} + 1}{4}$ $frac{1}{4} sqrt{10 – 2 sqrt{5}}$ $sqrt{frac{5 + 2 sqrt{5}}{5}}$ $sqrt{5 – 2 sqrt{5}}$
$frac{pi}{3}$ $60^{circ}$ $frac{sqrt{3}}{2}$ $frac{1}{2}$ $sqrt{3}$ $frac{sqrt{3}}{3}$
 $frac{3 pi}{8}$ $67^{circ} 30’$  $frac{sqrt{2 + sqrt{2}}}{2}$ $frac{sqrt{2 – sqrt{2}}}{2}$ $sqrt{2} + 1$ $sqrt{2} – 1$
$frac{2 pi}{5}$ $72^{circ}$ $frac{1}{4} sqrt{10 + 2 sqrt{5}}$ $frac{sqrt{5} – 1}{4}$ $sqrt{5 + 2 sqrt{5}}$ $sqrt{frac{5 – 2 sqrt{5}}{5}}$
 $frac{5 pi}{12}$ $75^{circ}$ $frac{sqrt{6} + sqrt{2}}{4}$  $frac{sqrt{6} – sqrt{2}}{4}$  $2 + sqrt{3}$
$2 – sqrt{3}$
$frac{pi}{2}$ $90^{circ}$  $1$ $0$ non esiste $0$
 

Archi associati

Si possono ricavare i valori di seno, coseno, e delle altre funzioni goniometriche relativamente ad altri angoli notevoli mediante le formule seguenti

$cos(pi + x) = – cos(x)$ $sin(pi + x) = – sin(x)$  $"tg"(pi + x) = "tg"(x)$ 
$cos(pi – x) = – cos(x)$ $sin(pi – x) = sin(x)$  $"tg"(pi – x) = – "tg"(x)$ 
$cos(frac{pi}{2} + x) = – sin(x)$ $sin(frac{pi}{2} + x) = cos(x)$  $"tg"(frac{pi}{2} + x) = – "cotg"(x)$ 
$cos(frac{pi}{2} – x) = sin(x)$ $sin(frac{pi}{2} – x) = cos(x)$  $"tg"(frac{pi}{2} – x) = "cotg"(x)$ 
$cos(-x) = cos(x)$  $sin(-x) = – sin(x)$  $"tg"(-x) = – "tg"(x)$ 

Relazioni fra funzioni goniometriche di uno stesso arco

 

$cos^2(x) = frac{1}{1 + "tg"^2(x)} qquad sin^2(x) = frac{"tg"^2(x)}{1 + "tg"^2(x)}$
 

Formule di addizione e di sottrazione 

 

$cos(x – y) = cos(x) cos(y) + sin(x) sin(y)$
 
$cos(x + y) = cos(x) cos(y) – sin(x) sin(y)$
 
$sin(x – y) = sin(X) cos(y) – sin(y) cos(x)$
 
$sin(x + y) = sin(x) cos(y) + sin(y) cos(x)$
 
$"tg"(x + y) = frac{"tg"(x) + "tg"(y)}{1 – "tg"(x) "tg"(y)}$
 
$"tg"(x – y) = frac{"tg"(x) – "tg"(y)}{1 + "tg"(x) "tg"(y)}$
 
$"cotg"(x + y) = frac{"cotg"(x) "cotg"(y) – 1}{"cotg"(x) + "cotg"(y)}$
 
$"cotg"(x – y) = frac{"cotg"(x) "cotg"(y) + 1}{"cotg"(y) – "cotg"(x)}$
 

Formule di duplicazione

 

$sin(2x) = 2 sin(x) cos(x) qquad cos(2x) = cos^2(x) – sin^2(x) = 2 cos^2(x) – 1 = 1 – 2 sin^2(x)$
 
$"tg"(2x) = frac{2 "tg"(x)}{1 – "tg"^2(x)} qquad "cotg"(2x) = frac{"cotg"^2(x) – 1}{2 "cotg"(x)}$
 

Formule di triplicazione

 

$sin(3 x) = 3 sin(x) – 4 sin^3(x) qquad cos(3x) = 4 cos^3(x) – 3 cos(x) qquad "tg"(3x) = frac{3 "tg"(x) – "tg"^3(x)}{1 – 3 "tg"^2(x)}$
 

Formule di prostaferesi

 

$sin(p) + sin(q) = 2 sin(frac{p+q}{2}) cos(frac{p-q}{2})$
 
$sin(p) – sin(q) = 2 sin(frac{p-q}{2}) cos(frac{p+q}{2})$
 
$cos(p) + cos(q) = 2 cos(frac{p+q}{2}) cos(frac{p-q}{2})$
 
$cos(p) – cos(q) = -2 sin(frac{p+q}{2}) sin(frac{p-q}{2})$
 

Formule di Werner

 

$sin(x) cos(y) = frac{1}{2} [sin(x – y) + sin(x + y)]$
 
$sin(x) sin(y) = frac{1}{2} [cos(x – y) – cos(x + y)]$
 
$cos(x) cos(y) = frac{1}{2} [cos(x – y) + cos(x + y)]$ 
 

Formule di bisezione

 

$sin^2(x) = frac{1 – cos(2x)}{2} qquad cos^2(x) = frac{1 + cos(2x)}{2}$
 
$"tg"(x) = frac{1 – cos(2x)}{sin(2x)} = frac{sin(2x)}{1 + cos(2x)}$
 
$"cotg"(x) = frac{1 + cos(2x)}{sin(2x)} = frac{sin(2x)}{1 – cos(2x)}$
 

Formule parametriche

Formule parametriche 

 

$sin(x) = frac{2 "tg"(frac{x}{2})}{1 + "tg"^2(frac{x}{2})} qquad cos(x) = frac{1 – "tg"^2(frac{x}{2})}{1 + "tg"^2(frac{x}{2})}$
 
$"tg"(x) = frac{2 "tg"(frac{x}{2})}{1 – "tg"^2(frac{x}{2})} qquad "cotg"(x) = frac{1 – "tg"^2(frac{x}{2})}{2 "tg"(frac{x}{2})}$ 

 

 

Trigonometria

Triangolo rettangolo

triangolo_rettangolo.png

Ponendo, per semplicità notazionale:

$ar{AB} = c qquad ar{AC} = b qquad ar{BC} = a$

$A hat{C} B = gamma qquad A hat{B} C = eta$

valgono le seguenti relazioni

 
$b = a sin(eta) = a cos(gamma) qquad c = a sin(gamma) = a cos(eta)$
 
$b = c "tg"(eta) = c "cotg"(gamma) qquad c = b "tg"(gamma) = b "cotg"(eta)$
 

Teorema della corda

teorema_della_corda.png

Sia $R$ il raggio della circonferenza, e sia $alpha$ l’ampiezza dell’angolo alla circonferenza sotteso dalla corda $AB$, allora la lunghezza di $AB$ è

$ar{AB} = 2 R sin(alpha)$

Triangolo qualsiasi

triangolo_qualsiasi.png

Poniamo, per semplicità notazionale

$ar{AB} = c qquad ar{AC} = b qquad ar{BC} = a$

$C hat{A} B = alpha qquad A hat{B} C = eta qquad A hat{C} B = gamma$

valgono le seguenti formule

Area del triangolo: $"Area" = frac{1}{2} ab sin(gamma) = frac{1}{2} bc sin(alpha) = frac{1}{2} ac sin(eta)$

Teorema dei seni: il rapporto fra la lunghezza di un lato e il seno dell’angolo ad esso opposto è costante, cioè

$frac{a}{sin(alpha)} = frac{b}{sin(eta)} = frac{c}{sin(gamma)}$
 
Teorema del coseno (o di Carnot): in ogni triangolo valgono le seguenti relazioni
 
$a^2 = b^2 + c^2 – 2 bc cos(alpha)$
 
$b^2 = a^2 + c^2 – 2 ac cos(eta)$
 
$c^2 = a^2 + b^2 – 2 ab cos(gamma)$
 
Teorema delle proiezioni: in ogni triangolo valgono le seguenti relazioni
 
$a = b cos(gamma) + c cos(eta)$
 
$b = a cos(gamma) + c cos(alpha)$
 
$c = a cos(eta) + b cos(alpha)$
 
Formule di Briggs: chiamando con $p = frac{a+b+c}{2}$ il semiperimetro, in ogni triangolo valgono le seguenti formule di Briggs
 
$sin(frac{alpha}{2}) = sqrt{frac{(p-b)(p-c)}{bc}}$  $cos(frac{alpha}{2}) = sqrt{frac{p (p-a)}{bc}}$ 
$sin(frac{eta}{2}) = sqrt{frac{(p-a)(p-c)}{ac}}$ $cos(frac{eta}{2}) = sqrt{frac{p (p-b)}{ac}}$ 
$sin(frac{gamma}{2}) = sqrt{frac{(p-a)(p-b)}{ab}}$ $cos(frac{gamma}{2}) = sqrt{frac{p (p-c)}{ab}}$ 
 
Raggio del cerchio inscritto: in ogni triangolo, detta $A$ l’area e $p$ il semiperimetro, il raggio del cerchio inscritto vale
 
$"raggio del cerchio inscritto" = frac{A}{p} = (p – a) "tg"(frac{alpha}{2}) = (p-b) "tg"(frac{eta}{2}) = (p-c) "tg"(frac{gamma}{2})$
 
Raggio del cerchio circoscritto: in ogni triangolo di area $A$ il raggio del cerchio circoscritto vale
 
$"raggio del cerchio circoscritto" = frac{a}{2 sin(alpha)} = frac{b}{2 sin(eta)} = frac{c}{2 sin(gamma)} = frac{abc}{4 A}$
 
Raggio della circonferenza exinscritta tangente, rispettivamente, ai lati di misura $a$, $b$, $c$:
 
$r_a = frac{A}{p – a} qquad r_b = frac{A}{p – b} qquad r_c = frac{A}{p – c}$
 
dove $A$ indica l’area del triangolo.
 
Lunghezza della mediana relativa, rispettivamente, ai lati di misura $a$, $b$, $c$:
 
$m_a = frac{1}{2} sqrt{2 b^2 + 2 c^2 – a^2} qquad m_b = frac{1}{2} sqrt{2 a^2 + 2 c^2 – b^2} qquad m_c = frac{1}{2} = frac{1}{2} sqrt{2 a^2 + 2 b^2 – c^2}$
 
Lunghezza della bisettrice relativa, rispettivamente, agli angoli di ampiezza $alpha$, $eta$, $gamma$:
 
$b_{alpha} = frac{2 bc cos(frac{alpha}{2})}{b + c} qquad b_{eta} = frac{2 ac cos(frac{eta}{2})}{a + c} qquad b_{gamma} = frac{2 ab cos(frac{gamma}{2})}{a + b}$
 

 

Funzioni iperboliche

Le funzioni iperboliche (seno iperbolico, coseno iperbolico, tangente iperbolica, cotangente iperbolica, secante iperbolica, cosecante iperbolica) sono definite nel modo seguente

$\sinh(x) = \frac{e^x – e^{-x}}{2} \qquad \cosh(x) = \frac{e^x + e^{-x}}{2}$
 
$"tgh"(x) = \frac{\sinh(x)}{\cosh(x)} \qquad "cotgh"(x) = \frac{\cosh(x)}{\sinh(x)}$
 
$"sech"(x) = \frac{1}{\cosh(x)} \qquad "cosech"(x) = \frac{1}{\sinh(x)}$
 

Relazione fondamentale

$\cosh^2(x) – \sinh^2(x) = 1$
 

Simmetrie

$\sinh(-x) = – \sinh(x) \qquad \cosh(-x) = \cosh(x) \qquad "tgh"(-x) = – "tgh"(x)$
 

Formule di addizione

 

$\sinh(x + y) = \sinh(x) \cosh(y) + \cosh(x) \sinh(y)$
 
$\sinh(x – y) = \sinh(x) \cosh(y) – \cosh(x) \sinh(y)$
 
$\cosh(x + y) = \cosh(x) \cosh(y) + \sinh(x) \sinh(y)$
 
$\cosh(x – y) = \cosh(x) \cosh(y) – \sinh(x) \sinh(y)$
 
$"tgh"(x + y) = \frac{"tgh"(x) + "tgh"(y)}{1 + "tgh"(x) "tgh"(y)}$
 
$"tgh"(x – y) = \frac{"tgh"(x) – "tgh"(y)}{1 – "tgh"(x) "tgh"(y)}$
 

Formule di duplicazione

 

$\sinh(2x) = 2 \sinh(x) \cosh(x)$
 
$\cosh(2x) = \cosh^2(x) + \sinh^2(x) = 2 \cosh^2(x) – 1 = 1 + 2 \sinh^2(x)$
 
$"tgh"(2x) = \frac{2 "tgh"(x)}{1 + "tgh"^2(x)}$
 
 

Formule di bisezione

 

$\sinh^2(x) = \frac{\cosh(2x) – 1}{2} \qquad \cosh^2(x) = \frac{\cosh(2x) + 1}{2} \qquad "tgh"(x) = \frac{\cosh(2x) – 1}{\sinh(2x)} = \frac{\sinh(2x)}{\cosh(2x) + 1}$
 

Formule di prostaferesi

 

$\sinh(p) + \sinh(q) = 2 \sinh(\frac{p+q}{2}) \cosh(\frac{p-q}{2})$
 
$\sinh(p) – \sinh(q) = 2 \cosh(\frac{p+q}{2}) \sinh(\frac{p-q}{2})$
 
$\cosh(p) + \cosh(q) = 2 \cosh(\frac{p+q}{2}) \cosh(\frac{p-q}{2})$
 
$\cosh(p) – \cosh(q) = 2 \sinh(\frac{p+q}{2}) \sinh(\frac{p-q}{2})$
 

Formule parametriche

 

$\sinh(x) = \frac{2 "tgh"(\frac{x}{2})}{1 – "tgh"^2(\frac{x}{2})} \qquad \cosh(x) = \frac{1 + "tgh"^2(\frac{x}{2})}{1 – "tgh"^2(\frac{x}{2})} \qquad "tgh"(x) = \frac{2 "tgh"(\frac{x}{2})}{1 + "tgh"^2(\frac{x}{2})}$
 

Funzioni inverse 

 

Le funzioni inverse delle funzioni iperboliche considerate sono rispettivamente settore seno iperbolico, settore coseno iperbolico, settore tangente iperbolica, settore cotangente iperbolica, settore secante iperbolica, settore cosecante iperbolica
 
$"settsinh"(x) = \log(x + \sqrt{x^2 + 1}) \qquad "settcosh"(x) = \log(x – \sqrt{x^2 – 1})$
 
$"setttgh"(x) = \frac{1}{2} \log(\frac{1 + x}{1 – x}) \qquad "settcotgh"(x) = \frac{1}{2} \ln(\frac{x+1}{x-1})$ 
 
 $"settsech"(x) = \ln(\frac{1 \pm \sqrt{1 – x^2}}{x}) \qquad "settcosech"(x) = \ln(\frac{1 \pm \sqrt{1 + x^2}}{x})$
 
I logaritmi si intendono in base $e$.
 

Funzioni iperboliche e goniometriche con argomento complesso

 
$\cosh(i x) = \cos(x)$
 
$\sinh(i x) = i \cdot \sin(x)$
 
$"tgh"(i x) = i \cdot "tg"(x)$
 
$\sinh(x) = – i \cdot \sin(i x)$
 
$\cosh(x) = \cos(i x)$
 
$"tgh"(x) = -i \cdot "tg"(i x)$
 
$"settsinh"(x) = i \cdot "arcsin"(i x)$
 
$"settcosh"(x) = i \cdot "arccos"(i x)$
 
  $"setttgh"(x) = i \cdot "arctg"(- i x)$
 

 

 

 

Limiti

Proprietà dei limiti

 

Se $lim_{x o x_0} f(x) = l_1 in mathbb{R}$ e $lim_{x o x_0} g(x) = l_2 in mathbb{R}$, allora
$lim_{x o x_0} c cdot f(x) = c cdot l_1$, per ogni $c in mathbb{R}$
$lim_{x o x_0} f(x) + g(x) = l_1 + l_2$
$lim_{x o x_0} f(x) – g(x) = l_1 – l_2$
$lim_{x o x_0} f(x) cdot g(x) = l_1 cdot l_2$
$lim_{x o x_0} frac{1}{f(x)} = frac{1}{l_1}$, se $l_1
e 0$
$lim_{x o x_0} frac{f(x)}{g(x)} = frac{l_1}{l_2}$, se $l_2
e 0$
Se $lim_{x o x_0} f(x) = l in mathbb{R}$ e $lim_{x o x_0} g(x) = pminfty$, allora
$lim_{x o x_0} f(x) + g(x) = pminfty$
$lim_{x o x_0} f(x) – g(x) = mpinfty$
Se $lim_{x o x_0} f(x) = lim_{x o x_0} g(x) = pm infty$, allora
$lim_{x o x_0} f(x) + g(x) = pm infty$
$lim_{x o x_0} f(x) cdot g(x) = +infty$
Se $lim_{x o x_0} f(x) = l in mathbb{R} setminus {0}$ e $lim_{x o x_0} g(x) = pm infty$, allora
$lim_{x o x_0} f(x) cdot g(x) = {(pm infty, " se "l > 0),(mp infty, " se " l < 0):}$
$lim_{x o x_0} frac{f(x)}{g(x)} = 0$
Se $lim_{x o x_0} f(x)$ non esiste, ma $f(x)$ è una funzione limitata, e se $lim_{x o x_0} g(x) = 0$, allora
$lim_{x o x_0} f(x) cdot g(x) = 0$
Se $lim_{x o x_0} f(x)$ non esiste, ma $f(x)$ è una funzione limitata, e se $lim_{x o x_0} g(x) = pm infty$, allora
$lim_{x o x_0} f(x) + g(x) = pm infty$
$lim_{x o x_0} frac{f(x)}{g(x)} = 0$ 

 

Tavola dei limiti notevoli

 

Razionali

 

$lim_{x o pm infty} frac{a_n x^n + a_{n-1} x^{n-1} + ldots + a_0}{b_m x^m + b_{m-1} x^{m-1} + ldots + b_0} = {(+infty, " se " n > m " e " frac{a_n}{b_m} > 0),(-infty, " se " n > m " e " frac{a_n}{b_m} < 0),(frac{a_n}{b_m}, " se " n = m),(0, " se " n < m):}$

 

Esponenziali e logaritmici

$lim_{x o +infty} (1 + frac{1}{x})^x = e$  $lim_{x o -infty} (1 + frac{1}{x})^x = e$  $lim_{x o pminfty} (1 + frac{a}{x})^{x} = e^{a}$ 
$lim_{x o pminfty} (1 + frac{a}{x})^{nx} = e^{na} $lim_{x o pminfty} (1 – frac{1}{x})^x = frac{1}{e}$  $lim_{x o 0} (1 + ax)^{frac{1}{x}} = e^a$ 
$lim_{x o 0} log_{a} ((1 + x)^{frac{1}{x}}) = frac{1}{log_{e}(a)}$ $lim_{x o 0} frac{log_{a} (1 + x)}{x} = frac{1}{log_{e}(a)}$  $lim_{x o 0} frac{a^x – 1}{x} = ln(a)$, $forall a in mathbb{R}^+$
$lim_{x o 0} frac{(1+x)^a – 1}{x} = a$ $lim_{x o 0} frac{(1+x)^a – 1}{ax} = 1$  $lim_{x o 0} x^b log_{a}(x) = 0$, $forall b in mathbb{R}^+$ 
$lim_{x o 0} frac{log_{a}(x)}{x^b} = +infty$, $forall b in mathbb{R}^+$, con $0 < a < 1$ $lim_{x o 0} frac{log_{a}(x)}{x^b} = -infty$, $forall b in mathbb{R}^+$, con $a > 1$
$lim_{x o +infty} a^x = 0$, $forall a in (0,1)$ 
$lim_{x o +infty} a^x = +infty$, $forall a in (1, +infty)$  $lim_{x o -infty} a^x = +infty$, $forall a in (0,1)$ $lim_{x o -infty} a^x = 0$, $forall a in (1, +infty)$ 
$lim_{x o +infty} x^b a^x = lim_{x o +infty} a^x$, $forall b in mathbb{R}^+$, $forall a in mathbb{R}^+ setminus {1}$ $lim_{x o -infty} |x|^b a^x = lim_{x o -infty} a^x$, $forall b in mathbb{R}^+$
$lim_{x o +infty} frac{a^x}{x^b} = lim_{x o +infty} a^x$, $forall b in mathbb{R}^+$, $forall a in mathbb{R}^+ setminus {1}$ 
$lim_{x o +infty} frac{x^b}{a^x} = lim_{x o -infty} a^x$, $forall b in mathbb{R}^+$, $forall a in mathbb{R}^+ setminus {1}$ $lim_{x o -infty} e^x x^b = 0$, $forall b in mathbb{R}^+$  

Goniometrici e iperbolici

$lim_{x o 0} frac{sin(x)}{x} = 1$  $lim_{x o 0} frac{sin(ax)}{bx} = frac{a}{b}$  $lim_{x o 0} frac{sin(ax)}{sin(bx)} = frac{a}{b}$ 
$lim_{x o 0} frac{"tg"(x)}{x} = 1$ $lim_{x o 0} frac{"tg"(ax)}{bx} = frac{a}{b}$  $lim_{x o 0} frac{"tg"(ax)}{"tg"(bx)} = frac{a}{b}$ 
$lim_{x o 0} frac{1 – cos(x)}{x} = 0$ $lim_{x o 0} frac{1 – cos(x)}{x^2} = frac{1}{2}$  $lim_{x o 0} frac{"arcsin"(x)}{x} = 1$ 
$lim_{x o 0} frac{"arcsin"(ax)}{bx} = frac{a}{b}$ $lim_{x o 0} frac{"arcsin"(ax)}{"arcsin"(bx)} = frac{a}{b}$  $lim_{x o 0} frac{"arctg"(x)}{x} = 1$ 
$lim_{x o 0} frac{"arctg"(ax)}{bx} = frac{a}{b}$ $lim_{x o 0} frac{"arctg"(ax)}{"arctg"(bx)} = frac{a}{b}$  $lim_{x o 0} frac{sinh(x)}{x} = 1$ 
$lim_{x o 0} frac{"settsinh"(x)}{x} = 1$ $lim_{x o 0} frac{"tgh"(x)}{x} = 1$  $lim_{x o 0} frac{"setttgh"(x)}{x} = 1$ 
$lim_{x o 0} frac{x – sin(x)}{x^3} = frac{1}{6}$  $lim_{x o 0} frac{x – "arctg"(x)}{x^3} = frac{1}{3}$   

 

Link utili

http://it.wikipedia.org/wiki/Tavola_dei_limiti_notevoli

http://www.chihapauradellamatematica.org/Quaderni2002/Limiti/Indice_limiti.htm

Esercizi svolti sui limiti

Appunti di analisi

Studio di funzione

 

Derivate

Definizione

 

Una funzione $f: (a, b) \to \mathbb{R}$ si dice derivabile in $x_0 \in (a, b)$ se e solo se
 
$\lim_{h \to 0} \frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$
 
esiste finito. In tal caso il risultato del limite si dice derivata prima di $f$ in $x_0$, e si indica con uno di questi simboli
 
$f'(x_0) \qquad \frac{df}{dx}(x_0) \qquad D[f](x_0) \qquad \dot{f}(x_0)$
 

Proprietà della derivata e regole di derivazione

 
Linearità
 
$(f \pm g)’ = f’ \pm g’ \qquad$ (additività)
 
$(c \cdot f)’ = c \cdot f’ \qquad \forall c \in \mathbb{R} \qquad$ (omogeneità)
 
Esempio: $(5 \sin(x) + 6 \cos(x))’ = (5 \sinx(x))’ + (6 \cos(x))’ = 5 (\sin(x))’ + 6 (\cos(x))’ = 5 \cos(x) – 6 \sin(x)$
 
Derivata di un prodotto
 
$(f \cdot g)’ = f’ \cdot g + f \cdot g’$
 
Esempio: $(x \cos(x))’ = (x)’ \cdot \cos(x) + x \cdot (\cos(x))’ = 1 \cdot \cos(x)  + x (-\sin(x)) = \cos(x) – x \sin(x)$
 
Derivata di un quoziente
 
$(\frac{f}{g})^’ = \frac{f’ \cdot g – f \cdot g’}{g^2}$
 
Esempio: $(\frac{x^2}{\ln(x)})^’ = \frac{(x^2)’ \cdot \ln(x) – x^2 \cdot (\ln(x))’}{\ln^2(x)} = \frac{2x \ln(x) – x^2 \frac{1}{x}}{\ln^2(x)} = \frac{2x \ln(x) – x}{\ln^2(x)}$
 
Derivata del reciproco
 
$(\frac{1}{g})^’ = – \frac{g’}{g^2}$
 
Esempio: $(\frac{1}{"tg"(x)})^’ = – \frac{\frac{1}{1 + x^2}}{"tg"^2(x)} = -\frac{1}{(1 + x^2) "tg"^2(x)}$
 
Derivata di una funzione composta
 
$(g \circ f)’ = g'(f(x)) \cdot f'(x)$
 
Esempio: $(\sqrt{\sin(x)})^’ = \frac{1}{2 \sqrt{\sin(x)}} \cdot (\sin(x))’ = \frac{1}{2 \sqrt{\sin(x)}} \cdot \cos(x)$
 
Derivate di funzioni del tipo $f(x)^{g(x)}$
 
$(f(x)^{g(x)})’ = (e^{g(x) \ln(f(x))})^’ = f(x)^{g(x)} \cdot (g'(x) \ln(f(x)) + g(x) \cdot \frac{f'(x)}{f(x)})$
 
Esempio: $(x^x)^’ = x^x ((x)’ \cdot \ln(x) + x \cdot \frac{(x)’}{x}) = x^x (\ln(x) + 1)$
 
Derivata di un valore assoluto
 
$|f(x)|^’ = "sgn"(f(x)) \cdot f'(x)$
 
Esempio: $|x|’ = "sgn"(x)$ (notare che in $x=0$ la funzione $|x|$ non è derivabile)
 
Derivata della funzione inversa
 
Sia $f: A \to B$ una funzione invertibile e sia $g: B \to A$ la sua inversa. Vale $g(f(x)) = x \quad \forall x \in A$ e $f(g(y)) = y \quad \forall y \in B$; se $f$ è derivabile in $x$ e $f'(x) \ne 0$ allora
 
$g'(y) = \frac{1}{f'(x)}$
 

Tavola delle derivate fondamentali

 

$f(x)$ $f'(x)$  
$c$ (costante)  
$x$ $1$   
$\frac{1}{x}$ $-\frac{1}{x^2}$   
$x^{a}$ $a x^{a – 1}$  $a \in \mathbb{R}$ 
$e^x$ $e^x$   
$a^x$ $a^x \ln(a)$  $a \in \mathbb{R}^+$
$\ln(x)$ $\frac{1}{x}$   
$\log_{a}(x)$ $\frac{1}{x \ln(a)} = \frac{1}{x} \log_a(e)$  $a \in \mathbb{R}^+ \setminus \{1\}$ 
$\sin(x)$ $\cos(x)$   
$\cos(x)$ $-\sin(x)$   
$"tg"(x)$ $\frac{1}{\cos^2(x)} = 1 + "tg"^2(x)$   
$"cotg"(x)$ $-\frac{1}{\sin^2(x)} = -1 – "cotg"^2(x)$   
$"arcsin"(x)$ $\frac{1}{\sqrt{1 – x^2}}$   
$"arccos"(x)$ $-\frac{1}{\sqrt{1-x^2}}$   
$"arctg"(x)$ $\frac{1}{1 + x^2}$   
$"arccotg"(x)$ $-\frac{1}{1 + x^2}$   
$\sinh(x)$ $\cosh(x)$   
$\cosh(x)$ $\sinh(x)$   
$"tgh"(x)$ $\frac{1}{\cosh^2(x)} = 1 – "tgh"^2(x)$   
$"cotgh"(x)$  $-\frac{1}{\sinh^2(x)} = 1 – "cotgh"^2(x)$   
$"settsinh"(x)$ $\frac{1}{\sqrt{1 + x^2}}$   
$"settcosh"(x)$ $\frac{1}{\sqrt{x^2 – 1}}$    
$"setttgh"(x)$  $\frac{1}{1 – x^2}$   
$"settcotgh"(x)$ $\frac{1}{1 – x^2}$   

 

 
 
 
 
 
 
 

Sviluppi di Taylor

Data una funzione $f$ derivabile (almeno) $n$ volte in $x_0$, si chiama polinomio di Taylor di ordine $n$ associato a $f$ il polinomio
 
$T_n(x) = f(x_0) + \frac{df}{dx}(x_0) \cdot (x – x_0) + \frac{1}{2!} \frac{d^2 f}{dx^2}(x_0) \cdot (x – x_0)^2 + \ldots + \frac{1}{n!} \frac{d^n f}{dx^n}(x_0) \cdot (x – x_0)^n$
 

Tavola degli sviluppi di Taylor delle funzioni elementari per $x \to 0$

 
$e^x = 1 + x + \frac{x^2}{2} + \frac{x^3}{6} + \ldots + \frac{x^n}{n!} + o(x^n)$
 
$a^x = 1 + x \ln(a) + \frac{x^2}{2} \ln^2(a) + \frac{x^3}{6} \ln^3(a) + \ldots + \frac{x^n}{n!} \ln^n(a) + o(x^n)$
 
$\sin(x) = x – \frac{x^3}{6} + \frac{x^5}{5!} + \ldots + \frac{(-1)^n}{(2n + 1)!} x^{2n + 1} + o(x^{2x + 2})$
 
$\cos(x) = 1 – \frac{x^2}{2} + \frac{x^4}{4!} + \ldots + \frac{(-1)^n}{(2n)!} x^{2n} + o(x^{2n + 1})$
 
$"tg"(x) = x + \frac{x^3}{3} + \frac{2}{15} x^5 + \frac{17}{315} x^7 + \frac{62}{2835} x^9 + o(x^{10})$
 
$"cotg"(x) = \frac{1}{x} – \frac{x}{3} – \frac{x^3}{45} – \frac{2 x^5}{945} + o(x^6)$
 
$"sec"(x) = 1 + \frac{x^2}{2} + \frac{5 x^4}{24} + \frac{61 x^6}{720} + o(x^7)$
 
$"cosec"(x) = \frac{1}{x} + \frac{x}{6} + \frac{7 x^3}{360} + \frac{31 x^5}{15120} + o(x^6)$
 
$"arcsin"(x) = x + \frac{1}{6} x^3 + \frac{3}{40} x^5 + \ldots + \frac{(2n)!}{4^n \cdot (n!)^2 \cdot (2n + 1)} x^{2n + 1} + o(x^{2n + 2})$
 
$"arccos"(x) = \frac{\pi}{2} – x – \frac{1}{6} x^3 – \frac{3}{40} x^5 – \ldots – \frac{(2n)!}{4^n \cdot (n!)^2 \cdot (2n + 1)} x^{2n + 1} + o(x^{2n + 2})$
 
$"arctg"(x) = x – \frac{x^3}{3} + \frac{x^5}{5} + \ldots + \frac{(-1)^n}{2n + 1} x^{2n + 1} + o(x^{2n + 2})$
 
$"arccotg"(x) = \frac{\pi}{2} – x + \frac{x^3}{3} – \frac{x^5}{5} + \ldots + \frac{-(-1)^n}{2n + 1} x^{2n + 1} + o(x^{2n + 2})$
 
$\sinh(x) = x + \frac{x^3}{6} + \frac{x^5}{5!} + \ldots + \frac{x^{2n + 1}}{(2n + 1)!} + o (x^{2n + 2})$
 
$\cosh(x) = 1 + \frac{x^2}{2} + \frac{x^4}{4!} + \ldots + \frac{x^{2n}}{(2n)!} + o(x^{2n+1})$
 
$"tgh"(x) = x – \frac{x^3}{3} + \frac{2}{15} x^5 – \frac{17}{315} x^7 + \frac{62}{2835} x^9 + o(x^{10})$
 
$"cotgh"(x) = \frac{1}{x} + \frac{x}{3} – \frac{x^3}{45} + \frac{2 x^5}{945} + o(x^6)$
 
$"sech"(x) = 1 – \frac{x^2}{2} + \frac{5 x^4}{24} – \frac{61 x^6}{720} + o(x^7)$
 
$"cosech"(x) = \frac{1}{x} – \frac{x}{6} + \frac{7 x^3}{360} – \frac{31 x^5}{15120} + o(x^6)$
 
$"settsinh"(x) = x – \frac{1}{6} x^3 + \frac{3}{40} x^5 + \ldots + (-1)^n \frac{(2n)!}{4^n \cdot (n!)^2 \cdot (2n + 1)} x^{2n + 1} + o(x^{2n + 2})$
 
$"setttgh"(x) = x + \frac{x^3}{3} + \frac{x^5}{5} + \ldots + \frac{x^{2n + 1}}{2n + 1} + o(x^{2n + 2})$ 
 
$\frac{1}{1 – x} = 1 + x + x^2 + x^3 + \ldots + x^n + o(x^n)$
 
$\ln(1 + x) = x – \frac{x^2}{2} + \frac{x^3}{3} + \ldots + \frac{(-1)^{n+1}}{n} x^n + o(x^n)$
 
$(1 + x)^{\alpha} = 1 + \alpha x + \frac{\alpha (\alpha – 1)}{2} x^2 + \frac{\alpha (\alpha – 1) (\alpha – 2)}{6} x^3 + \ldots + ((\alpha),(n)) x^n + o(x^n)$
 
$\sqrt{1 + x} = 1 + \frac{1}{2} x – \frac{1}{8} x^2 + \frac{1}{16} x^3 + \ldots + (-1)^n\frac{(2n – 1)!!}{(2n + 2)!!} x^{n+1} + o(x^{n+1})$
 
$\frac{1}{\sqrt{1 + x}} = 1 – \frac{1}{2} x + \frac{3}{8} x^2 – \frac{5}{24} x^3 + \ldots + (-1)^{n+1} \frac{(2n + 1)!!}{(2n + 2)!!} x^{n+1} + o(x^{n+1})$
 
 

Integrali

Definizione di primitiva

 
Si dice che una funzione $F(x)$ è una primitiva di $f: I \to \mathbb{R}$ ($I$ è un intervallo e $f$ è continua) se e solo se $F'(x) = f(x)$ per ogni $x \in I$.

 
Esempio: la funzione $F(x) = x^2 + 1$ è una primitiva di $f(x) = 2x$.
 

Proprietà dell’integrale

 
Linearità
 
$\int_a^b (f(x) + g(x)) dx = \int_a^b f(x) dx + \int_a^b g(x) dx$ (additività)
 
$\int_a^b k \cdot f(x) dx = k \cdot \int_a^b f(x) dx \quad \forall k \in \mathbb{R}$ (omogeneità)$
 
Additività rispetto all’intervallo di integrazione
 
Se $a \le b \le c$, allora
 
$\int_a^c f(x) dx = \int_a^b f(x) dx + \int_b^c f(x) dx$
 
Convenzione
 
Se $a < b$ allora
 
$\int_b^a f(x) dx = – \int_a^b f(x) dx$
 
Monotonia rispetto all’integranda
 
Se $f(x) \ge 0 \quad \forall x \in [a,b]$ allora $\int_a^b f(x) dx \ge 0$
 
Valore assoluto di un integrale
 
$|\int_a^b f(x) dx| \le \int_a^b |f(x)| dx$
 

Teorema fondamentale del calcolo integrale

 
Se $f: [a,b] \to \mathbb{R}$ è continua e $F$ è una primitiva di $f$ su $[a,b]$ allora $\int_a^b f(x) dx = F(b) – F(a)$.
 

Metodi elementari per il calcolo di primitive

 
Integrazione per scomposizione
 
$\int (k_1 f(x) + k_2 g(x)) dx = k_1 \int f(x) dx + k_2 \int g(x) dx$, $k_1, k_2 \in \mathbb{R}$
 
Integrali indefiniti immediati
 
$\int (f(x))^{\alpha} f'(x) dx = \frac{(f(x))^{\alpha + 1}}{\alpha + 1} + c$, $\alpha \ne -1$
 
$\int \frac{f'(x)}{f(x)} dx = \ln(|f(x)|) + c$
 
$\int f'(x) \sin(f(x)) dx = – \cos(f(x)) + c$
 
$\int f'(x) \cos(f(x)) dx = \sin(f(x)) + c$
 
$\int \frac{f'(x)}{\cos^2(f(x))} = "tg"(f(x)) + c$
 
$\int \frac{f'(x)}{\sin^2(f(x))} dx = – "cotg"(f(x)) + c$
 
$\int f'(x) e^{f(x)} dx = e^{f(x)} + c$
 
$\int f'(x) a^{f(x)} dx = a^{f(x)} \log_a(e) + c$
 
$\int \frac{f'(x)}{\sqrt{1 – (f(x))^2}} dx = "arcsin"(f(x)) + c$
 
$\int \frac{f'(x)}{1 + (f(x))^2} dx = "arctg"(f(x)) + c$
 
Integrazione per sostituzione
 
Posto $x = g(t)$ (con $g$ funzione invertibile e derivabile con continuità su un opportuno intervallo $[\alpha, \beta]$), si ha che
 
$\int f(x) dx = \int f(g(t)) g'(t) dt$
 
Nel caso di integrali definiti si ha infatti
 
$\int_a^b f(x) dx = \int_{\alpha}^{\beta} f(g(t)) g'(t) dt$
 
dove $a = g(\alpha)$ e $b = g(\beta)$.
 
Integrazione per parti
 
$\int f'(x) \cdot g(x) dx = f(x) \cdot g(x) – \int f(x) \cdot g'(x) dx$
 

Tavola di primitive di funzioni elementari

 
$\int k dx = k x + c$, per ogni $k \in \mathbb{R}$
 
$\int x^{\alpha} dx = \frac{x^{\alpha + 1}}{\alpha + 1} + c$, se $\alpha \ne -1$
 
$\int \frac{1}{x} dx = \ln(|x|) + c$
 
$\int e^x dx = e^x + c$
 
$\int a^x dx = \frac{a^x}{\ln(a)} + c$
 
$\int \ln(x) dx = x \ln(x) – x + c$
 
$\int \log_b(x) dx = x \log_b(x) – x \log_b(e) + c$
 
$\int \sin(x) dx = – \cos(x) + c$
 
$\int \cos(x) dx = \sin(x) + c$
 
$\int "tg"(x) dx = – \ln(|\cos(x)|) + c$
 
$\int "cotg"(x) dx = \ln(|\sin(x)|) + c$
 
$\int "sec"(x) dx = \ln(|"sec"(x) + "tg"(x)|) + c = \int \frac{1}{\cos(x)} dx = \ln(|\frac{1}{\cos(x)} + "tg"(x)|) + c$
 
$\int "cosec"(x) dx = \ln(|"cosec"(x) – "cotg"(x)|) + c = \int \frac{1}{\sin(x)} dx = \ln(|\frac{1}{\sin(x)} – "cotg"(x)|) + c$
 
$\int "arcsin"(x) dx = x "arcsin"(x) + \sqrt{1 – x^2} + c$
 
$\int "arctg"(x) dx = x "arctg"(x) – \frac{1}{2} \ln(1 + x^2) + c$

 
$\int \sin^2(x) dx = \frac{1}{2} (x – \sin(x) \cos(x)) + c$
 
$\int \cos^2(x) dx = \frac{1}{2} (x + \sin(x) \cos(x)) + c$
 
$\int "sec"^2(x) dx = "tg"(x) + c$
 
$\int "cosec"^2(x) dx = – "cotg"(x) + c$
$\int \sinh(x) dx = \cosh(x) + c$
 
$\int \cosh(x) dx = \sinh(x) + c$
 
$\int "tgh"(x) dx = \ln(\cosh(x)) + c$
 
$\int "cotgh"(x) dx = \ln(|\sinh(x)|) + c$
 
$\int "sech"(x) dx = "setttgh"(\sinh(x)) + c$
 
$\int "cosech"(x) dx = \ln(|"tgh"(\frac{x}{2})|) + c$
 
$\int "settsinh"(x) dx = x \cdot "settsinh"(x) – \sqrt{x^2 + 1} + c$
 
$\int "settcosh"(x) dx = x \cdot "settcosh"(x) – \sqrt{x^2 – 1} + c$
 
$\int "setttgh"(x) dx = x \cdot "setttgh"(x) + \frac{\ln(1 – x^2)}{2} + c$
 
$\int \frac{1}{1 + x^2} dx = "arctg"(x) + c$ 
 
$\int \frac{1}{a^2 + x^2} dx = \frac{1}{a} "arctg"(\frac{x}{a}) + c$
 
$\int \frac{1}{a^2 – x^2} dx = \frac{1}{2a} \ln(|\frac{x+a}{x-a}|) + c$
 
$\int \frac{1}{\sqrt{1 – x^2}} dx = "arcsin"(x) + c$
 
$\int \frac{-1}{\sqrt{1 – x^2}} dx = "arccos"(x) + c$
 
$\int \frac{1}{\sqrt{a^2 – x^2}} dx = "arcsin"(\frac{x}{a}) + c$
 
$\int \frac{1}{\sqrt{x^2 + 1}} dx = "settsinh"(x) + c$
 

$\int \frac{1}{\sqrt{x^2 – 1}} dx = "settcosh"(x) + c$
 
$\int \sqrt{x^2 \pm a^2} dx = \frac{x}{2} \sqrt{x^2 \pm a^2} \pm \frac{a^2}{2} \ln(|x + \sqrt{x^2 \pm a^2}|) + c$
 
$\int \frac{1}{\sqrt{x^2 \pm a^2}} dx = \ln(|x + \sqrt{x^2 \pm a^2}|) + c$
 
$\int \sqrt{a^2 – x^2} dx = \frac{x}{2} \sqrt{a^2 – x^2} + \frac{a^2}{2} "arcsin"(\frac{x}{a}) + c$
 
$\int \sin(ax) \sin(bx) dx = \frac{\sin((a-b)x)}{2(a-b)} – \frac{\sin((a+b)x)}{2(a+b)} + c$, se $a^2 \ne b^2$
 
$\int \cos(ax) \cos(bx) dx = \frac{\sin((a-b)x)}{2 (a-b)} + \frac{\sin((a+b)x)}{2(a+b)} + c$, se $a^2 \ne b^2$
 
$\int \sin(ax) \cos(bx) dx = -\frac{\cos((a-b)x)}{2(a-b)} – \frac{\cos((a+b)x)}{2(a+b)} + c$, se $a^2 \ne b^2$
 
$\int \sin^n(x) dx = -\frac{1}{n} \sin^{n-1}(x) \cos(x) + \frac{n-1}{n} \int \sin^{n-2}(x) dx$, se $n \ge 2$
 
$\int \cos^n(x) dx = \frac{1}{n} \cos^{n-1}(x) \sin(x) + \frac{n-1}{n} \int \cos^{n-2}(x) dx$, se $n \ge 2$
 
$\int "tg"^n(x) dx = \frac{1}{n-1} "tg"^{n-1}(x) – \int "tg"^{n-2}(x) dx$, se $n \ge 2$
 
$\int "cotg"^n(x) dx = – \frac{1}{n-1} "cotg"^{n-1}(x) – \int "cotg"^{n-2}(x) dx$, se $n \ge 2$
 
$\int \frac{1}{\cos^n(x)} dx = \frac{1}{n-1} \frac{1}{\cos^{n-2}(x)} "tg"(x) + \frac{n-2}{n-1} \int \frac{1}{\cos^{n-2}(x)} dx$, se $n \ge 2$
 
$\int \frac{1}{\sin^n(x)} dx = – \frac{1}{n-1} \frac{1}{\sin^{n-2}(x)} "cotg"(x) + \frac{n-2}{n-1} \int \frac{1}{\sin^{n-2}(x)} dx$, se $n \ge 2$
 
$\int \sin^n(x) \cos^m(x) dx = – \frac{\sin^{n+1}(z) \cos^{m+1}(x)}{n + m} + \frac{n-1}{n+m} \int \sin^{n-2}(x) \cos^m(x) dx$, se $n \ne -m$
 
$\int \sin^n(x) \cos^m(x) dx = \frac{\sin^{n+1}(x) \cos^{m-1}(x)}{n+m} + \frac{m-1}{n+m} \int \sin^n(x) \cos^{m-2}(x) dx$, se $n \ne -m$
 
$\int x^n \sin(x) dx = – x^n \cos(x) + n \int x^{n-1} \cos(x) dx$
 

Integrali impropri

 
Funzioni non limitate
 
Se $f: [a, b) \to \mathbb{R}$ è continua e $\lim_{x \to b^-} f(x) = +\infty$ (o $-\infty$), allora
 
$\int_a^b f(x) dx = \lim_{t \to 0^+} \int_{a}^{b + t} f(x) dx$
 
Criteri di integrabilità al finito
 
Siano $f, g: [a, b) \to \mathbb{R}$ due funzioni continue tali che $\lim_{x \to b^-} f(x) = \lim_{x \to b^-} g(x) = +\infty$. Valgono i seguenti criteri per stabilire la convergenza dell’integrale su $[a,b)$.
 
Criterio del confronto: se $0 \le f(x) \le g(x)$ per ogni $x \in [a,b)$, allora
 
$\int_a^b g(x) dx < +\infty \implies \int_a^b f(x) dx < +\infty$
 
$\int_a^b f(x) dx = +\infty \implies \int_a^b g(x) dx = +\infty$
 
Criterio del confronto asintotico: se $f, g > 0$ in $[a,b)$ e $\lim_{x \to b^-} \frac{f(x)}{g(x)} = k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}$ allora
 
$\int_a^b f(x) dx < +\infty \iff \int_a^b g(x) dx < +\infty$
 
$\int_a^b f(x) dx = +\infty \iff \int_a^b g(x) dx = +\infty$
 
Esempio di integrale improprio (al finito)
 
$\int_a^b \frac{1}{(x – a)^{\alpha}} \quad \{("diverge", \quad "se " \alpha \ge 1),("converge", \quad "se " \alpha < 1):}$
 
$\int_a^b \frac{1}{(b – x)^{\alpha}} \quad \{("diverge", \quad "se " \alpha \ge 1),("converge", \quad "se " \alpha < 1):}$
 
Integrabilità su intervalli illimitati
 
Nel caso di intervalli illimitati si pone $\int_a^{+\infty} f(x) dx = \lim_{t \to +\infty} \int_a^t f(x) dx$. Siano $f,g: [a, +\infty) \to \mathbb{R}$ due funzioni continue, per studiare convergenza dell’integrale esteso a tutto il loro dominio si possono sfruttare i seguenti criteri.
 
Condizione necessaria: se $\lim_{x \to +\infty} f(x)$ esiste, allora $\int_a^{+\infty} f(x) dx$ può convergere solo se $\lim_{x \to +\infty} f(x) = 0$.
 
Criterio del confronto: se $0 \le f(x) \le g(x)$ per ogni $x \in [a, +\infty)$, allora
 
$\int_{a}^{+\infty} g(x) dx < +\infty \implies \int_a^{+\infty} f(x) dx < +\infty$
 
$\int_a^{+\infty} f(x) dx = +\infty \implies \int_a^{+\infty} g(x) dx = +\infty$
 
Criterio del confronto asintotico: se $f,g > 0$ e $\lim_{x \to +\infty} \frac{f(x)}{g(x)} = k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}$, allora
 
$\int_a^{+\infty} f(x) dx < +\infty \iff \int_a^{+\infty} g(x) dx < +\infty$
 
$\int_a^{+\infty} f(x) dx = +\infty \iff \int_a^{+\infty} g(x) dx = +\infty$
 
Criterio dell’assoluta convergenza: se $\int_a^{+\infty} |f(x)| dx < +\infty$ allora $\int_a^{+\infty} f(x) dx < +\infty$
 
Esempio di integrale improprio all’infinito
 
Se $a > b$, allora
 
$\int_a^{+\infty} \frac{1}{(x – b)^{\alpha}} \quad \{("diverge", \quad "se " \alpha \le 1),("converge", \quad "se " \alpha > 1):}
 
 

Integrali notevoli 

 

 
$\int_{-\infty}^{+\infty} e^{-x^2} dx = \sqrt{\pi}$ (integrale di Gauss)
 
$\int_{-\infty}^{+\infty} e^{-\frac{x^2}{2}} dx = \sqrt{2 \pi}$ (integrale di Eulero)
 
$\int_0^{+\infty} \frac{x}{e^x – 1} dx = \frac{\pi^2}{6}$
 
$\int_{-\infty}^{+\infty} \frac{\sin(x)}{x} dx = \pi$
 
$\int_{-\infty}^{+\infty} (\frac{\sin(x)}{x})^3 dx = \frac{3}{4} \pi$ 
 
$\int_{-\infty}^{+\infty} \cos(x^2) dx = \int_{-\infty}^{+\infty} \sin(x^2) dx = \sqrt{\frac{\pi}{2}}$ (integrale di Fresnel)

 
 

Serie

Definizione

 
Data una successione $\{a_n\}_{n \in \mathbb{N}}$ si chiama serie dei termini $a_n$ la scrittura formale
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} a_n$
 
Definiamo una seconda successione (delle somme parziali) $\{s_n\}_{n \in \mathbb{N}}$ nel modo seguente:
 
$s_0 = a_0 \qquad s_1 = a_0 + a_1 \qquad \ldots \qquad s_n = a_0 + a_1 + \ldots + a_n \qquad \ldots$
 
Per comodità si scrive $s_n = a_0 + a_1 + \ldots + a_n = \sum_{k=0}^n a_k$. La serie definita precedentemente converge, diverge, è irregolare se e solo se la successione $s_n$ converge, diverge, è irregolare, rispettivamente. In particolare, se $s_n$ converge risulta
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} a_n = \lim_{n \to +\infty} \sum_{k=0}^n a_k = \lim_{n \to +\infty} s_n = "somma della serie"$
 

Condizione necessaria per la convergenza

 
Condizione necessaria affinché la serie $\sum_{n=0}^{+\infty} a_n$ converga è che $\lim_{n \to +\infty} a_n = 0$.
 
Esempio: la serie $\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{n}{n+1}$ non converge, perché $\lim_{n \to +\infty} \frac{n}{n+1} = 1 \ne 0$.
 

Serie a termini non negativi

 
Per le serie a termini non negativi valgono i seguenti criteri di convergenza.
 
Criterio del confronto
 
Date due serie a termini non negativi $\sum_{n = 0}^{+\infty} a_n$ e $\sum_{n = 0}^{+\infty} b_n$, se $a_n \le b_n$ definitivamente, allora
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} b_n " è convergente " \implies \sum_{n=0}^{+\infty} a_n " è convergente"$
 
  $\sum_{n=0}^{+\infty} a_n " è divergente " \implies \sum_{n=0}^{+\infty} b_n " è divergente"$
 
Esempio: risulta $\frac{\ln(n)}{n^3} \le \frac{n}{n^3} = \frac{1}{n^2} \quad \forall n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$. Dato che $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{1}{n^2}$ converge (è una serie armonica con esponente maggiore di uno), allora $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{\ln(n)}{n^3}$ converge per il criterio del confronto. 
 
Criterio del confronto asintotico
 
Date due serie a termini non negativi $\sum_{n = 0}^{+\infty} a_n$ e $\sum_{n = 0}^{+\infty} b_n$, se $\lim_{n \to +\infty} \frac{a_n}{b_n} = k \in \mathbb{R} \setminus \{0\}$ allora
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} a_n " è convergente " \iff \sum_{n=0}^{+\infty} b_n " è convergente"$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} a_n " è divergente " \iff \sum_{n=0}^{+\infty} b_n " è divergente"$
 
Esempio: dato che $\lim_{n \to +\infty} \frac{\frac{1}{n^2}}{\frac{n^2}{n^4 + 1}} = 1$, e dato che $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{1}{n^2}$ converge, allora $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{n^2}{n^4 + 1}$ converge per il criterio del confronto asintotico.
 
Criterio della radice
 
Data una serie a termini non negativi $\sum_{n=0}^{+\infty} a_n$, se $\lim_{n \to +\infty} \root{n}{a_n} = l \in \mathbb{R}$, allora
 
– se $l > 1$ la serie diverge
 
– se $l < 1$ la serie converge
 
– se $l=1$ nulla si può dire sul carattere della serie
 
Esempio: la serie $\sum_{n=1}^{+\infty} (\frac{1}{2})^n$ converge per il criterio della radice, dal momento che $\lim_{n \to +\infty} \root{n}{(\frac{1}{2})^n} = \frac{1}{2} < 1$
 
Criterio del rapporto
 
Data una serie a termini non negativi $\sum_{n=0}^{+\infty} a_n$, se $\lim_{n \to +\infty} \frac{a_{n +1}}{a_n}= l \in \mathbb{R}$, allora
 
– se $l > 1$ la serie diverge
 
– se $l < 1$ la serie converge
 
– se $l=1$ nulla si può dire sul carattere della serie
 
Esempio: per studiare la convergenza di $\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{2^n}{n!}$ si può usare il criterio del rapporto. Vale $\lim_{n \to +\infty} \frac{\frac{2^{n+1}}{(n+1)!}}{\frac{2^n}{n!}} = \lim_{n \to +\infty} \frac{n!}{(n+1)!} \frac{2^{n+1}}{2^n} = \lim_{n \to +\infty} \frac{1}{n+1} \cdot 2 = 0 < 1$, quindi la serie converge per il criterio del rapporto.
 
Serie armonica
 
La serie armonica $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{1}{n^{\alpha}}$ converge se e solo se $\alpha > 1$, diverge se e solo se $\alpha \le 1$.
 

Serie a termini di segno variabile

 
Per le serie a termini di segno variabile si possono sfruttare i seguenti criteri.
 
Assoluta convergenza
 
Data una serie a termini di segno variabile $\sum_{n=0}^{+\infty} a_n$, se $\sum_{n=0}^{+\infty} |a_n|$ converge, allora converge anche la serie iniziale. Notare che $\sum_{n=0}^{+\infty} |a_n|$ è una serie a termini non negativi, pertanto si possono applicare i criteri precedenti.
 
Esempio: studiare la convergenza di $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{\sin(n)}{n^2}$. Vale $|\frac{\sin(n)}{n^2}| = \frac{|\sin(n)|}{n^2} \le \frac{1}{n^2}$ per ogni $n \in \mathbb{N}$. Quindi $\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{|\sin(n)|}{n^2}$ converge per il criterio del confronto, mentre la serie iniziale converge per il criterio della convergenza assoluta.
 
Criterio di Leibniz (valido solo per le serie a termini di segno alternato)
 
Una serie a termini di segno alterno è una serie del tipo $\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \cdot a_n$, dove $a_n \ge 0 \quad \forall n \in \mathbb{N}$. Se
 
1) la successione $a_n$ è decrescente
 
2) risulta $\lim_{n \to +\infty} a_n = 0$
 
allora la serie converge.
 
Esempio: studiare la convergenza della seguente serie a termini di segno alterno, $\sum_{n=1}^{+\infty} (-1)^n \frac{1}{n}$. La successione $a_n = \frac{1}{n}$ è decrescente, perché $\frac{1}{n+1} < \frac{1}{n}$ per ogni $n \in \mathbb{N} \setminus \{0\}$, e inoltre $\lim_{n \to +\infty} \frac{1}{n} = 0$, quindi la serie converge per il criterio di Leibniz.
 

Serie e sommatorie notevoli

 
$\sum_{k=0}^n k = \frac{n (n+1)}{2}$, per ogni $n \in \mathbb{N}$
 
$\sum_{k=0}^n (2k + 1) = (n+1)^2$, per ogni $n \in \mathbb{N}$
 
$\sum_{k=0}^n q^k = \{(n, \quad "se " q = 1),(\frac{1 – q^{n+1}}{1 – q}, \quad "altrimenti"):}$, con $q \in \mathbb{R}$, $n \in \mathbb{N}$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} q^n = \{(\frac{1}{1-q}, \quad "se " |q| < 1),("diverge a " +\infty, \quad "se " q \ge 1),("è indeterminata", \quad "se " q \le -1):}$ (serie geometrica)
 
$\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{1}{n (n+1)} = 1$ (serie di Mengoli)
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} a_{n} – a_{n+1}$ (serie telescopica, che converge a $a_0$ se $\lim_{n \to +\infty} a_n = 0$)
 
$\sum_{n=1}^{+\infty} \frac{1}{n^2} = \frac{\pi^2}{6}$ (serie armonica con $\alpha = 2$)
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \frac{1}{2n+1} = \frac{\pi}{4}$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{1}{n!} = e$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{x^n}{n!} = e^{x}$, per ogni $x \in \mathbb{R}$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{x^n}{n!} \ln^2(a) = a^x$, per ogni $a \in \mathbb{R}^+ \setminus\{1\}$ e per ogni $x \in \mathbb{R}$ 
 

$\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \frac{x^{n+1}}{n+1} = \log(1 + x)$, per ogni $x \in (-1, 1]$

 
$\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \frac{x^{2n+1}}{(2n+1)!} = \sin(x)$, per ogni $x \in \mathbb{R}$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \frac{x^{2n}}{(2n)!} = \cos(x)$, per ogni $x \in \mathbb{R}$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{(2n)!}{4^n \cdot (n!)^2 \cdot (2n+1)} x^{2n+1} = "arcsin"(x)$, per ogni $x \in (-1,1)$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \frac{x^{2n + 1}}{2n + 1} = "arctg"(x)$, per ogni $x \in (-1, 1)$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} frac{x^{2n+1}}{(2n+1)!} = \sinh(x)$, per ogni $x \in \mathbb{R}$

 

$\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{x^{2n}}{(2n)!} = \cosh(x)$, per ogni $x \in \mathbb{R}$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} (-1)^n \frac{(2n)!}{4^n \cdot (n!)^2 \cdot (2n+1)} x^{2n+1} = "settsinh"(x)$, per ogni $x \in (-1, 1)$
 
$\sum_{n=0}^{+\infty} \frac{x^{2n + 1}}{2n + 1} = "setttgh"(x)$, per ogni $x \in (-1, 1)$


 

 

Studio di funzione

Vengono riportati di seguito i principali passi da seguire per tracciare il grafico di una funzione (reale) in una variabile (reale).

Dominio

Molte volte una funzione viene assegnata solo mediante un’espressione analitica. In questa situazione è necessario determinare il dominio massimale della funzione, ossia il più grande sottoinsieme di $mathbb{R}$ in cui tale espressione non perde di significato. Nella tabella seguente sono riportati i domini massimali delle principali funzioni elementari.
Funzione
Dominio massimale
$f(x) = frac{1}{g(x)}$  $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: g(x)
e 0}$ 
$f(x) =
oot{n}{g(x)}$ ($n$ pari) 
$"dom"(f) = {x in mathbb{R}: g(x) ge 0}$ 
$f(x) = log(g(x))$  $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: g(x) > 0}$ 
$f(x) = "tg"(g(x))$  $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: g(x)
e frac{pi}{2} + k pi, forall k in mathbb{Z}}$ 
$f(x) = "cotg"(g(x))$  $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: g(x)
e k pi, forall k in mathbb{Z}}$ 
$f(x) = "arcsin"(g(x))$  $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: -1 le g(x) le 1}$ 
$f(x) = "arccos"(g(x))$  $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: -1 le g(x) le 1}$ 

 

Esempi
Il dominio massimale della funzione $f(x) = sqrt{x – 1}$ è $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: x ge 1}$.
Il dominio massimale della funzione $g(x) = frac{1}{x}$ è $"dom"(g) = {x in mathbb{R}: x
e 0}$.
Il dominio massimale della funzione $f(x) = log(1 – x^2)$ si determina risolvendo la disequazione $1 – x^2 > 0$, la cui soluzione è $-1 < x < 1$. Quindi $"dom"(f) = {x in mathbb{R}: -1 < x < 1}$. 
 

Simmetrie

Una funzione $f$, definita su un dominio simmetrico rispetto all’origine, si dice pari se e solo se risulta $f(-x) = f(x)$ per ogni $x in "dom"(f)$. Una funzione $f$, definita su un dominio simmetrico rispetto all’origine, si dice dispari se e solo se risulta $f(-x) = -f(x)$ per ogni $x in "dom"(f)$.
Il grafico di una funzione pari è simmetrico rispetto all’asse $y$, mentre il grafico di una funzione dispari è simmetrico rispetto all’origine. Da questo si deduce che per tracciare il grafico di una funzione a simmetria pari, o dispari, è sufficiente studiarlo per le $x$ positive del dominio, estendendolo poi per simmetria alle $x$ negative del dominio.
Ovviamente non è detto che ogni funzione sia pari o dispari, ci sono funzioni che non sono né pari né dispari. Ad esempio una funzione con un dominio non simmetrico rispetto all’origine non può essere né pari né dispari.
Proprietà
– il prodotto, o il rapporto, di due funzioni pari è una funzione pari
– il prodotto, o il rapporto, di due funzioni dispari è una funzione pari
– il prodotto, o il rapporto, di una funzione pari con una funzione dispari è una funzione dispari
– la somma di due funzioni pari è una funzione pari
– la somma di due funzioni dispari è una funzione dispari
– la somma di una funzione pari con una dispari è una funzione, in generale, né pari né dispari
Esempi
la funzione $f(x) = x^2$ è pari, infatti $f(-x) = (-x)^2 = x^2 = f(x)$
x2.png
la funzione $f(x) = x^3$ è dispari, infatti $f(-x) = (-x)^3 = -x^3 = -f(x)$
x3.png
la funzione $f(x) = e^{-x^2}$ è pari, infatti $f(-x) = e^{-(-x)^2} = e^{-x^2} = f(x)$
e-x2.png
la funzione $f(x) = x cdot ln(x^2)$ è dispari, infatti $f(-x) = (-x) cdot ln((-x)^2) = -x cdot ln(x^2) = -f(x)$
xlnx2.png
la funzione $f(x) = e^x$ non è né pari né dispari, infatti $f(-x) = e^{-x}$, ma $e^{-x}
e f(x)$ e $e^{-x}
e -f(x)$
ex.png
Come si può vedere i grafici delle funzioni pari sono simmetrici rispetto all’asse delle $y$, i grafici delle funzioni dispari sono simmetrici rispetto all’origine, l’ultimo grafico, relativo ad una funzione né pari né dispari, non presenta simmetrie.

Periodicità

Una funzione $f$ si dice periodica di periodo $T$ se e solo se $f(x + T) = f(x)$ per ogni $x in "dom"(f)$. Il grafico di una funzione periodica è dato dalla ripetizione del grafico relativo ad un singolo periodo. Sono periodiche, ad esempio, le funzioni goniometriche e alcune funzioni ottenute per composizione di funzioni goniometriche.
Esempio: $f(x) = sin(x) cos(2x)$ è una funzione periodica di periodo $2 pi$
sinxcos2x.png 

Intersezione con gli assi

Data una funzione $f$, se $0$ appartiene al dominio allora il grafico di $f$ interseca l’asse $y$ nel punto $(0, f(0))$. Le intersezioni con l’asse $y$ possono essere al massimo una.
Per determinare le (eventuali) intersezioni con l’asse $x$ è sufficiente risovlere l’equazione $f(x) = 0$. Se $x_1, x_2, ldots, x_n$ sono le soluzioni di tale equazione, allora i punti di intersezione fra l’asse $x$ e il grafico di $f$ sono
$(x_1, 0) qquad (x_2, 0) qquad ldots qquad (x_n, 0)$
Esempio: la funzione $f(x) = sin(x)$ interseca l’asse $y$ in $(0, sin(0))$, cioè $(0,0)$, e interseca l’asse $x$ nei punti $(k pi, 0)$, con $k in mathbb{Z}$. Infatti le soluzioni di $sin(x)$ sono date da $x = k pi, quad k in mathbb{Z}$.
sinx.png

Studio del segno

 

Studiare il segno di una funzione $f$ significa risolvere la disequazione $f(x) ge 0$. In questo modo negli intervalli in cui la disequazione è soddisfatta la funzione è positiva, ossia il grafico si trova nel semipiano $y ge 0$, mentre negli intervalli (contenuti nel dominio) in cui la disequazione non è soddisfatta la funzione è negativa, ed il grafico si trova nel semipiano $y < 0$.
Esempio: la funzione $f(x) = frac{x-1}{x-2}$ è positiva (o meglio, non negativa) per $x le 1 quad vee quad x > 2$, mentre è negativa per $1 < x < 2$.
x-1dx-2positiva.png

Asintoti verticali

Asintoti verticali 

Quando una funzione ammette limite $+infty$ o $-infty$ in un punto $x_0$, si dice che essa ha come asintoto verticale la retta $x = x_0$.
Più precisamente, data una funzione $f$, se $lim_{x o x_0^-} f(x) = +infty$ (o $-infty)$, allora la retta $x = x_0$ è un asintoto verticale sinistro; se $lim_{x o x_0^+} f(x) = +infty$ (o $-infty)$, allora la retta $x = x_0$ è un asintoto verticale destro; se $lim_{x o x_0} f(x) = +infty$ (o $-infty)$, allora la retta $x = x_0$ è un asintoto verticale (sia destro che sinistro). In sostanza si determina l’esistenza di asintoti verticali calcolando i limiti (della funzione) per i punti appartenenti alla frontiera del dominio.
Notare che il grafico di una funzione non può intersecare in nessun punto gli asintoti verticali.
Esempio
Data la funzione $f(x) = ln(x)$, la retta $x = 0$ è un asintoto verticale destro, infatti $lim_{x o 0^+) ln(x) = -infty$.
logx-asintoto.png
Data la funzione $g(x) = frac{1}{(x-1)^2)$, la retta $x=1$ è un asintoto verticale (destro e sinistro), infatti $lim_{x o 1} frac{1}{(x-1)^2} = +infty$.
1sux-1.png

Asintoti orizzontali

Asintoti orizzontali 

Data una funzione $f$, per determinare l’esistenza di eventuali asintoti orizzontali è necessario calcolare i limiti di $f$ per $x o +infty$ o $x o -infty$ (ovviamente se il dominio è superiormente o inferiormente illimitato, rispettivamente, altrimenti tali limiti non esisterebbero).
Se $lim_{x o +infty} f(x)$ esiste finito, e il risultato è $k_1$, allora la retta $y = k_1$ è un asintoto orizzontale destro per il grafico di $f$. Analogamente se $lim_{x o -infty} f(x)$ esiste finito, e il risultato è $k_2$, allora la retta $y = k_2$ è un asintoto orizzontale sinistro per il grafico di $f$.
Dopo aver trovato eventuali asintoti orizzontali, è utile calcolare le (eventuali) intersezioni del grafico della funzione con tali asintoti.
Se $lim_{x o pm infty} f(x)$ non esistono, o sono infiniti, allora la funzione non ammette asintoti orizzontali.
Esempio: la retta $y = 0$ è un asintoto orizzontale sinistro per la funzione $f(x) = e^x$, infatti $lim_{x o -infty} e^x = 0$.
ex-asintoto-oriz.png

Asintoti obliqui

 

Data una funzione $f$, se il limite per $x o +infty$ (rispettivamente $x o -infty$) esiste ma non è finito, ci si può chiedere se per $x o +infty$ (rispettivamente $x o -infty$) la funzione ammetta un asintoto obliquo.
Se $lim_{x o +infty} frac{f(x)}{x} = m$ esiste finito e non nullo, e se $lim_{x o +infty} f(x) – mx = q$ esiste finito, allora la funzione $f$ ammette per $x o +infty$ un asintoto obliquo di equazione $y = mx + q$.
Per $x o -infty$ la situazione è analoga; se $lim_{x o -infty} frac{f(x)}{x} = m$ esiste finito e non nullo, e se $lim_{x o -infty} f(x) – mx = q$ esiste finito, allora la funzione $f$ ammette per $x o-infty$ un asintoto obliquo di equazione $y = mx + q$.
Anche in questo caso, dopo aver determinato gli eventuali asintoti obliqui, può essere utile cercare (eventuali) intersezioni fra il grafico di $f$ e tali asintoti.
Esempio: la funzione $f(x) = frac{x^2-1}{x}$ ammette come asintoto obliquo la retta $y = x$, infatti $lim_{x o pm infty} frac{f(x)}{x} = 1$, e $lim_{x o pm infty} f(x) – x = 0$.
x2-1dx.png

  

Derivata prima

Una volta calcolata la derivata prima $f'(x)$, è utile classificare i punti di non derivabilità in cui la funzione è continua (punti angolosi, flessi a tangente verticale, cuspidi).
Punto angoloso: se $lim_{h o 0^-} frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$ e $lim_{h o 0^+} frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$ esistono finiti ma diversi, allora $(x_0, f(x_0))$ è un punto angoloso.
Flesso a tangente verticale: se $lim_{h o 0^-} frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$ e $lim_{h o 0^+} frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$ esistono, sono infiniti, e sono uguali, allora $(x_0, f(x_0))$ è un punto di flesso a tangente verticale e $x = x_0$ è una retta tangente al grafico di $f$ che attraversa il grafico stesso.
Cuspide: se $lim_{h o 0^-} frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$ e $lim_{h o 0^+} frac{f(x_0 + h) – f(x_0)}{h}$ esistono, entrambi infiniti, ma diversi, allora $(x_0, f(x_0))$ è un punto di cuspide.
Fatto questo si risolve l’equazione $f'(x) = 0$, trovando così i punti critici, e si studia il segno di $f’$. Un punto critico $x_0$, in base al segno di $f’$, si può classificare nel seguente modo
– se la derivata prima è negativa in un intorno sinistro di $x_0$ e positiva in un intorno destro di $x_0$, allora $(x_0, f(x_0))$ è un punto di minimo relativo
– se la derivata prima è positiva in un intorno sinistro di $x_0$ e negativa in un intorno destro di $x_0$, allora $(x_0, f(x_0))$ è un punto di massimo relativo
– se la derivata prima assume lo stesso segno in un intorno completo di $x_0$, allora $(x_0, f(x_0))$ è un punto di flesso a tangente orizzontale

Derivata seconda

Derivata seconda 

Se la funzione considerata è sufficientemente regolare, è possibile calcolarne la derivata seconda, avendo così informazioni su flessi, concavità e convessità. Risolvendo l’equazione $f”(x) = 0$ si trovano i punti di flesso a tangente obliqua.
Fatto questo può essere utile studiare il segno della derivata seconda; negli intervalli in cui risulta $f”(x) > 0$ la funzione è convessa, invece negli intervalli in cui risulta $f”(x) < 0$ la funzione è concava. 


Grafici di funzioni elementari (funzioni algebriche)

$f(x) = x$ 
 
  alg1.png
$f(x) = "sgn"(x)$ 
 
  alg2.png
 
$f(x) = |x|$ 
 
  alg3.png
 
$f(x) = x^2$
 
  alg4.png
 
 $f(x) = x^3$
 
  alg5.png
 
$f(x) = x^4$
 
  alg6.png
 
$f(x) = frac{1}{x}$
 
  alg7.png
 
$f(x) = sqrt{x}$
 
  alg8.png
 
$f(x) =
oot{3}{x}$
 
  alg9.png
 
$f(x) = frac{1}{1 + x^2}$
 
  alg10.png
 
$f(x) = frac{1}{1 – x^2}$
 
  alg11.png
 
$f(x) = sqrt{1 – x^2}$
 
  alg12.png
 
$f(x) = sqrt{x^2 – 1}$
 
  alg13.png