L’insegnamento della Matematica con i nuovi software: esperienze e risultati

articoli81.jpgConvegno-simposio su "L’insegnamento della matematica con i nuovi software: esperienze e risultati in onore di Pico Fonticulano" 30 aprile, 1-2-3 maggio 2009, Fontecchio (AQ).

4° Simposio Mat^Nat e ADT

L’insegnamento della matematica con i nuovi software: esperienze e risultati in onore di Pico Fonticulano

30 aprile, 1-2-3 maggio 2009, Fontecchio (AQ) w

ww.comune.fontecchio.aq.it

Programma Giovedì 30 aprile, Convento di San Francesco, www.ristoranteilsirente.com 16:00 Iscrizioni e apertura del simposio; 16:30-19.00 Relazioni; 20:30 Cena a “Il Rio”

Venerdì 1 maggio 10:00 Relazioni; 12:00-18:00 Gita al Parco Regionale Sirente Velino e pranzo al sacco 20:30 Cena di gala a “Il Sirente”

Sabato 2 maggio 9:00-12:00 e 15:00-18:00 Relazioni; 20:30 Cena a “La Fontana”

Domenica 3 maggio 9:00 Relazioni; 11:00 Visita al Parco della Matematica, Via Gian Carlo Rota 4, Villa S. Angelo (AQ) con fuochi d’artificio o alle Grotte di Stiffe; 13:00 Pranzo a Stiffe.

Informazioni
Chi desidera tenere una relazione può farne richiesta a [email protected]  inviando titolo e sunto di una pagina entro il 31 marzo 2009. L’iscrizione avviene durante il simposio. A ogni partecipante è chiesto un contributo volontario alle spese di organizzazione di 30€ (ridotto a 20 per i soci ADT e Mat^Nat). ADT rilascerà un attestato di partecipazione e di aggiornamento, in base alla CM 376, prot. 15218, del 23-12-1995. Per partecipare al simposio il MIUR concede l’esonero dal servizio per insegnanti di ogni ordine e grado, personale direttivo e ispettivo (Art. 62 del CCNL/2003 in quanto ADT, ai sensi della DM n.90 del 1-12-2003, è Ente riconosciuto dal MIUR per la formazione dei docenti).

http://www.matnat.org/2009/02/4-simposio-matnat-e-adt.html

Laboratorio informatico con Cabri

radiant_guy-islamic_geomtry.jpgSi farà uso delle abilità acquisite sul concetto di equiscomponibilità per verificare i Teroremi di Euclide e il Teorema di Pitagora in modo che gli allievi ne arrivino a capire gli enunciati più chiaramente. Completeremo il discorso sull’equiscomponibilità verificando che, grazie ai teoremi di Euclide, è possibile costruire un quadrato che ha la stessa area di un rettangolo dato. Questa tesi partecipa al concorso Condividi la tua tesi e vinci tre Apple iPhone 3G

INTRODUZIONE

Quando si considerano solo segmenti o angoli la congruenza, la sovrapponibilità e l’uguaglianza estensiva (o equivalenza) si identificano. Ma per le superfici poligonali?

Euclide, considerando il concetto di area come primitivo, fonda la sua teoria dell’equivalenza dei poligoni su alcuni postulati:

 poligoni uguali sono equivalenti

 poligoni equivalenti ad uno stesso sono equivalenti fra loro

 somme di poligoni equivalenti sono equivalenti

 differenze di poligoni equivalenti sono equivalenti

 un poligono non è equivalente ad una sua parte Ma perché l’uguaglianza di estensione possa essere oggetto di studio rigoroso, è necessaria un’analisi approfondita, che manca in Euclide e fu compiuta soltanto in tempi recenti.

Diversi furono i matematici che si impegnarono a costruire una teoria della equivalenza di poligoni fino a giungere a dimostrare

 Due poligoni equivalenti si dicono equivalenti se sono scomponibili in poligoni rispettivamente congruenti

 L’equivalenza gode della proprietà riflessiva, simmetrica, transitiva E da questi derivano i teoremi che ci permettono di stabilire in quali casi due poligoni hanno la stessa area:

 Due parallelogrammi aventi un lato in comune e i lati opposti a questo contenuti in una stessa retta, sono equiscomponibili. Da questo come caso particolare si ha che dato un parellelogramma, è possibile costruire un rettangolo avente la stessa area.

 Dato un triangolo, è possibile costruire un parallelogramma con la stessa area che ha per base la metà della sua base ed uguale altezza. Da cui ovviamente segue che dato un triangolo, è possibile costruire un rettangolo avente la stessa area.

 Dato un poligono, è possibile costruire un poligono equivalente con un lato in meno.

 Dato un poligono convesso, è possibile costruire un rettangolo con la stessa area

 Teorema dello gnomone: dato un rettangolo, è possibile costruire un altro rettangolo con la stessa area e avente un lato assegnato.

 Dato un qualsiasi poligono, è possibile costruire un rettangolo avente la stessa area e con un lato assegnato.

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Un improbabile matto in due

mark_coggins-chess_king.jpgA volte per risolvere un problema occorre analizzarlo fin nei più minimi dettagli, quindi dimenticare tutto e ripensare dall’inizio liberi dai pregiudizi. Un “matto in due (mosse)” è un problema di questo tipo: viene proposta una posizione, e il colore che deve giocare (di solito per semplicità è il bianco) deve effettuare una mossa tale che dopo una qualunque risposta dell’altro colore, si possa dare scacco matto in una mossa.

martino-mattoindue.jpgQuesto tipo di problema differisce dai problemi del tipo “il bianco muove e vince”, dato che qui lo scopo non è vincere ma dare matto nel numero di mosse prefissato. Consideriamo per esempio la posizione del diagramma (autore: Yochanan Afek). La consegna è: “il bianco muove e matta in due mosse”. Osserviamo senza troppa fatica che non si può dare matto in una sola mossa. Ed osserviamo anche che, come sempre nei problemi di matto in due mosse, la prima mossa non è uno scacco né una cattura di pezzo. In altre parole, possiamo verificare a mano che se il bianco dà uno scacco o cattura un pezzo il nero ha almeno una replica che impedisce al bianco di dare matto alla mossa successiva.

Potrebbe venir voglia di dare uno scacco di scoperta muovendo il pedone e6, e dato che tale pedone è inchiodato, questo suggerisce che la prima mossa potrebbe essere di re: per esempio 1.Ra1. Ma osserviamo due cose: primo, se la prima mossa fosse davvero una mossa di re, allora sarebbe strana l’ampia scelta di possibilità, dato che se 1.Ra1 funziona allora verosimilmente funzionano anche 1.Rb2, 1.Ra3 e 1.Rb1 (non 1.Rb3 perché dopo tale mossa il Pe6 resta inchiodato); secondo, dopo per esempio 1.Ra1 g5 la mossa spontanea 2.e6+ non è matto per la replica 2…Ae6. Naturalmente 3.Axe6 è matto, ma a noi interessa dare matto in due mosse, non in tre.

Abbiamo trovato un problema: ogniqualvolta spingiamo il Pe6 dobbiamo confrontarci con l’interposizione dell’alfiere nero in e6. Ma c’è un altro problema ben più interessante con cui confrontarsi: dopo la prima mossa del bianco, se essa non è una mossa di re, il nero ha la replica 1…Axe6+ scacco! Questo suggerisce che la seconda mossa debba obbligatoriamente essere 2.Axe6#. In altre parole, deduciamo senza troppo scervellarci che la sequenza sarà di questo tipo: bianco muove, nero dà scacco in e6, bianco prende Axe6 matto. Naturalmente dovremo prendere in considerazione anche il fatto che il nero potrà spingere il Pg6 in g5 se vuole. Ne segue che dobbiamo fare una mossa che generi un matto se il nero risponde con 1…g5, e tale che dopo 1…Axe6+, la mossa 2.Axe6 sia scacco matto. Questo naturalmente non vale in generale: se per esempio il bianco gioca 1.Ag5 il nero non ha più la spinta in g5, ma in tal caso dopo 1…Axe6+ 2.Axe6+ il nero ha la mossa 2…Rxg5. Possiamo generalizzare questa osservazione: osserviamo che se la nostra mossa lascia incustodita la casa g5, dopo 1…Axe6+ 2.Axe6 non è scacco matto perché appunto il re nero può andare in g5. Ne segue che le mosse dell’alfiere h4 lungo la diagonale h4-e1 sono escluse. Abbiamo visto che anche Ag5 è esclusa, e in effetti anche Af6, Ae7 e Ad8 lo sono per via della replica 1…g5, dopo la quale il bianco non ha scacco matto. Inoltre una mossa di cavallo lascia incustodita la casa f3 oppure la casa h5, quindi in previsione della solita replica 1…Axe6+, deduciamo che la prima mossa non può essere di cavallo. Una mossa dell’Ad7 non aiuta per via della replica 1…g5, quindi deduciamo per esclusione che la prima mossa è di donna. Ma osservando bene ci rendiamo conto che perché il nostro piano funzioni dopo 2.Axe6+ la casa h4 dev’essere controllata (altrimenti il nero dopo 1…Axe6+ 2.Axe6 potrebbe giocare 2…Rxh4), e quindi la donna dovrà portarsi in una casella che le permetta di controllare h4. Ma le case che permettono alla donna di controllare h4 (escludendo Dxh1 perché è la cattura di un pezzo: vedi sopra) la mettono in presa, quindi ne segue che se vogliamo mantenere h4 controllato dobbiamo prepararci a perdere la donna. D’altra parte se perdiamo la donna non daremo mai matto alla seconda mossa (non è difficile convincersene). Quindi sembriamo arrivati ad un assurdo: la soluzione, se esiste, deve prevedere che la donna mantenga h4 controllato in modo da poter replicare a 1…Axe6+ con 2.Axe6#, ma ovunque la donna si porti controllando h4 verrà potenzialmente catturata all’istante. Eccoci allora giunti al momento in cui bisogna ripensare la posizione liberandosi il più possibile dai pregiudizi. Abbiamo dimostrato che dopo 1. “donna muove”, “Axe6+” 2. “Axe6+” non è matto se la donna non controlla h4, e se invece controlla h4 il nero la cattura anziché prendere in e6.

Quindi in pratica se vogliamo che tutto funzioni dobbiamo ammettere che la seconda mossa non sia 2.Axe6+: non ci sono spiegazioni migliori di questa. Ma se la seconda mossa non è Axe6, cosa può essere? Dobbiamo trovare un matto che non sia la cattura in e6. Ed ecco che ci viene l’idea folgorante: se il matto non è di alfiere allora è di donna! E la sola casa in cui la donna può dare scacco e contemporaneamente parare quello avversario è c4! Osserviamo inoltre che se dopo la mossa di donna il nero gioca Rxh4, dobbiamo poter essere in grado di giocare Df4+ matto. Quindi dobbiamo portare la donna in una casella da cui tenga sotto controllo sia c4 che f4. La sola casa che soddisfa questi requisiti è c7, quindi ecco la soluzione:

1.Dc7!!

1…g5

2.Dc4#

1…Axe6+

2.Dc4#

1…Rxh4

2.Df4#

Ora et labora [Benedetto]

mafalda.foto-ora_et_labora.jpgL’ozio è nemico dell’anima: perciò i fratelli, in tempi stabiliti, devono attendere al lavoro manuale: in altre ore, pure assegnate, alla sacra lettura. E pensino di ripartire bene il tempo tra l’una e l’altra cosa. … E se la necessità del luogo o la povertà li costringe a badare essi stessi ai raccolti, non se ne contristino: perché sono veri monaci appunto quando vivono col lavoro delle loro mani come i nostri padri e gli Apostoli… (Dalla Regola monacorum, San Benedetto, Montecassino circa 535 d.C.)

Nel suo libro "Italia dei secoli bui" Indro Montanelli scrive: "… Dopo la funzione ciascuno se ne va per i fatti suoi : i cuochi in cucina, i giardinieri nell’orto, i falegnami in officina…

Per le decisioni importanti – ad esempio l’elezione democratica dell’abate – l’intera comunità viene convocata in assemblea plenaria. Tutti possono intervenire nel dibattito, ma l’ultima parola spetta sempre all’abate.

Riunendo nelle proprie mani i poteri civili, religiosi e militari i monasteri non fecero che fronteggiare un’emergenza. Abusandone, finirono per tradire quello spirito evangelico che Benedetto con la sua regola aveva cercato di infondergli. Ma nel frattanto avevano reso il più prezioso di tutti i servigi: il salvataggio dell’eredità culturale di Roma: furono le biblioteche dei grandi conventi benedettini infatti a conservare e a tramandare le Orazioni di Cicerone, le lodi di Orazio, le storie di Tacito che sarebbero andate altrimenti perdute, travolte dalla furia devastatrice dei barbari".

Benedetto, i monaci e i copisti svolsero un ruolo fondamentale nel sintetizzare e tramandare le culture greco-romane e quelle giudaico-cristiane; per questo nel 1958 fu proclamato solennemente "padre dell’Europa e patrono dell’Occidente".

San Benedetto anticipa il concetto che verrà meglio esplicitato nel Medioevo secondo cui la vera grande arte è quella di governare gli uomini (Ars artium, gubernatio hominum). Nel governare gli uomini bisogna saper accettare la specificità di ciascun membro della comunità data dalle ineguaglianze nel sapere, nell’intelligenza, nella saggezza, nei meriti, nella resistenza fisica, nel carattere ecc.

La sua Regola (Regula in latino significa guida) rappresenta uno dei primi esempi di pianificazione operativa della vita di una organizzazione e per certi versi precorre di quasi 1500 anni la pianificazione del tempo (ripartita tra lavoro, sonno, pasti e svago) prevista nelle piattaforme off-shore o nei cantieri nel deserto delle aziende impiantistiche.

Alcune prove dell’indagine internazionale OCSE-PISA con GeoGebra

antartide.pngIn questo lavoro propongo ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, l’esplorazione e lo studio di due prove rilasciate dall’indagine internazionale OCSE PISA, col software libero di geometria dinamica GeoGebra.

Introduzione

Tra le prove rilasciate [4] dalle indagini internazionali PISA (Programme for International Student Assessment), promosse dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), per misurare i livelli di competenze (literacy) dei quindicenni scolarizzati in lettura, matematica e scienze, alcune, possono costituire delle semplici attività laboratoriali da realizzare col software di geometria dinamica in breve tempo. Presenterò due degli items che sono stati oggetto di analisi e discussione nei lavori di gruppo dei seminari di informazione e sensibilizzazione promossi da MIUR e INVALSI, rivolti ai docenti della scuola secondaria di secondo grado delle regioni dell’obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e nell’ambito del piano nazionale m @ t.abel, di cui sono docente tutor. In questi contesti oltre a presentare i quadri di riferimento teorici e i risultati conseguiti dagli studenti si è discusso di sui programmi didattici ministeriali italiani, sulla valutazione (cosa e come valutano le indagini internazionali rispetto a cosa e come si valuta a scuola) e sulla opportunità di utilizzare questa tipologia di quesiti nella prassi didattica.

Si rimanda alle pubblicazioni riportate in bibliografia e sitografia per trattazioni approfondite sull’indagine OCSE PISA. Informazioni utili sulle altre indagini internazionali sono reperibili anche sul sito dell’INVALSI [1].

Ricordo solo che la Mathematical Literacy in PISA è definita come: “la capacità di un individuo di individuare e comprendere il ruolo che la matematica gioca nel mondo reale, di operare valutazioni fondate e di utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita di quello individuo in quanto cittadino impegnato, che riflette e che esercita un ruolo costruttivo.”

Uno degli elementi principali che concorre alla valutazione della literacy in matematica è il processo di matematizzazione. I quesiti proposti, sono sempre ambientati in un contesto reale e spesso i quindicenni italiani, non li riconoscono come “problemi di matematica”, perché molto diversi dalla maggior parte degli esercizi e problemi di routine presenti nei libri di testo, da qui, la necessità di abituare gli studenti ad utilizzare le conoscenze acquisite in contesti meno strutturati.

Problema 1: Area di un continente

Questo problema fornisce come stimolo iniziale la carta geografica dell’Antartide con la relativa scala (vedi [5], pag. 79).

Domanda: AREA DEL CONTINENTE

Stima l’area dell’Antartide utilizzando la scala della carta geografica. Mostra il tuo lavoro e spiega come hai fatto la tua stima. (Puoi disegnare sulla carta se questo può aiutarti a fare la tua stima). …………………………………………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………………….

L’item appartiene all’area di contenuto: spazio e forma. Nell’indagine si attribuiva il punteggio pieno 712 (Livello 6 sulla scala complessiva di literacy in matematica, cioè il livello delle eccellenze) per la risposta corretta: area compresa fra 12.000.000 e 18.000.000 km², utilizzando una o più figure con cui approssimare la superficie dell’Antartide.

Il punteggio parziale 629 (corrispondente al Livello 5 sulla scala complessiva di literacy in Matematica) veniva assegnato se lo studente utilizzava un metodo corretto, ma la risposta era incompleta o errata. Tra le note esplicative, si precisava che anche un semplice tracciato sulla mappa veniva valutato come una spiegazione. L’obiettivo non era quello di testare le capacità espressive a livello lessicale, ma di capire come lo studente giungeva a dare la sua risposta.

Un simile quesito, considerando l’ampio spazio che viene dato allo studio delle proporzioni nella scuola italiana, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, non avrebbe dovuto mettere in difficoltà gli studenti, invece la percentuale di risposte esatte per l’Italia è stata bassissima, pari al 3,9% (media OCSE: 9,4%). Le risposte parzialmente corrette dell’Italia sono state pari al 7,4% (media OCSE: 19,1%), il 9% delle risposte italiane sono state errate (media OCSE: 19,7%), altissimo è stato il numero di omissioni dell’Italia 73,3% (media OCSE: 48,2%), mentre il 6,4% non ha raggiunto il quesito perché in fondo al fascicolo (media OCSE: 3,7%).

Dalle discussioni con i colleghi, è emerso che, risultati così deludenti possano sensibilmente migliorare, proponendo di tanto in tanto agli studenti di fornire delle stime quali: l’altezza di un palazzo, le dimensioni dell’aula o della palestra scolastica, la superficie di un territorio di cui si ha una carta geografica o una mappa catastale, poiché tali competenze sono essenziali nella vita quotidiana.

Per rendere più interessanti simili esercizi, suggerisco di far scaricare agli studenti delle carte geografiche o immagini dal Web, acquisirle nel foglio lavoro del software libero GeoGebra per stimare superfici, dimensioni o la lunghezza di percorsi.

In figura 1 ho acquisito la cartina dell’Antartide: dall’icona n.8 “Testo” basta selezionare “Inserisci immagine”, poi cliccando nel foglio di lavoro, si apre una finestra di dialogo che consente di selezionare il percorso dell’immagine prescelta. Una volta acquisita, l’immagine può essere selezionata e trascinata nel punto desiderato e, cliccando su di essa col tasto destro del mouse, selezionando “Proprietà”, può essere posta in secondo piano, come immagine di sfondo. Con un clic col tasto destro del mouse nel foglio di lavoro, è possibile deselezionare e nascondere gli assi cartesiani e visualizzare la griglia. In questo modo si può far calcolare l’area approssimandola per eccesso o per difetto in diversi modi.

antartide1.png

Problema 2: Il lampione

Il consiglio comunale ha deciso di mettere un lampione in un piccolo parco triangolare in modo che l’intero parco sia illuminato. Dove dovrebbe essere collocato il lampione?

Il testo di questo problema (vedi [6] a pag.31), inizialmente ha suscitato in me diverse perplessità per la sua genericità, ma, i colleghi con cui ho discusso, hanno dimostrato di apprezzarlo molto, per cui mi sono convinta che possa fornire utili spunti di discussione in classe.

Il problema è ambientato in un contesto di vita pubblica. Gli studenti lo devono modellizzare utilizzando degli enti geometrici. Successivamente, devono risolvere il problema matematico e verificare quali soluzioni risolvano anche il problema reale. In figura 2 ho costruito un triangolo con GeoGebra, ho determinato il circocentro e ho disegnato la circonferenza circoscritta al triangolo. Attraverso l’esplorazione col software di geometria dinamica, gli studenti possono verificare che se il parco ha la forma di un triangolo ottusangolo, il lampione non può essere collocato nel parco e se il triangolo è rettangolo, il lampione andrebbe collocato nel punto medio dell’ipotenusa, quindi sul bordo del parco. Questa attività con GeoGebra è stata ritenuta dai colleghi un’utile applicazione da proporre in classe quando si studiano i punti notevoli dei triangoli.

lampione.png

E’ opportuno, tuttavia, che per realizzarla, l’insegnante riduca i menù, in modo che gli studenti abbiano a disposizione solo le funzioni che dovranno utilizzare (ad esempio è opportuno che costruiscano gli assi senza utilizzare direttamente lo strumento “Asse di un segmento”). Per far questo è sufficiente selezionare dal menù “Strumenti”, “Personalizza barra degli strumenti” e rimuovere gli strumenti non necessari. GeoGebra dispone inoltre di una barra di navigazione, per visualizzare i passi di una costruzione già salvata e il protocollo di costruzione. Selezionare “Barra di Navigazione per i passi di costruzione” nel menu “Visualizza” per visualizzare la barra di navigazione in fondo alla finestra geometria.

Bibliografia

OCSE: PISA 2003 valutazione dei quindicenni : quadro di riferimento : conoscenze e abilità in matematica, lettura, scienze e problem solving, Armando Editore, Roma 2004.

INVALSI: Rapporto nazionale OCSE-PISA 2003, Il livello dei quindicenni italiani in matematica, lettura, scienze e problem solving,Armando Editore, Roma 2006.

INVALSI :Rapporto nazionale OCSE PISA 2006 Le competenze in scienze lettura e matematica degli studenti quindicenni, Armando Editore, Roma 2008.

OCSE: Valutare le competenze in scienze, lettura e matematica, Quadro di riferimento di PISA 2006, Armando Editore, Roma 2007.

Sitografia

Il sito dell’INVALSI:

[1] www.invalsi.it

Sito ufficiale OECD:

[2] http://www.oecd.org

Le indagini OCSE:

[3] http://www.invalsi.it/invalsi/ric.php?page=intocse

Le prove rilasciate e altri documenti:

[4] http://www.invalsi.it/invalsi/ri/sito/pagine/documentazione.htm

in questa pagina l’item “Area di un continente” è reperibile all’indirizzo:

[5] http://www2.invalsi.it/RI/pisa2006/docs/ProvePISA2000.pdf

[6] Sempre all’indirizzo [4], è reperibile il problem solving: Il Lampione cliccando sul link: Valutazione dei quindicenni. Quadro di riferimento: conoscenze e abilità in matematica, lettura, scienze e problem solving

Alcuni articoli reperibili in rete:

[7] https://www.matematicamente.it/magazine/gennaio2008/Bernardo-Vitiello-Indagine_Pisa_2006.pdf

[8] http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/in_aula/matematica/OCSE_PISA/mainArea.html 

[9] http://www.matematica.it/paola/progettoalicepisa.pdf

Il software Geogebra si può scaricare liberamente dal sito:

[10] http://www.geogebra.org/cms/index.php?lang=it

[11] Una miniguida di GeoGebra

Allegati

Antartide.ggb (figura 1)

Lampione.ggb (figura 2)

 Scarica l’articolo completo Prove Pisa e Geogebra

 

Un approccio al problem solving

svenwerk-lost_in_geometry.jpgIl problem solving è tra le attività più importanti che vengono svolte quotidianamente per il semplice fatto che ogni giorno ci si trova ad affrontare situazioni complesse da dover risolvere. Si partirà dal presupposto che il problem solving non è una serie di tecniche da applicare per arrivare ad una soluzione, ma un atteggiamento mentale. Si capisce come, partendo con questa convinzione, nel momento in cui si tratteranno dei problemi in classe l’intenzione dell’insegnante non sarà solo quella di insegnare a risolvere quel problema, o dei problemi, ma di insegnare come ci si approccia ad un problema, come si affronta, come si risolve. Questa tesi partecipa al concorso Condividi la tua tesi e vinci un Aplle iPhone 3G.

In un ottica infatti nella quale si guarda alla scuola non solo come ad un servizio preposto alla trasmissione di sapere, ma come luogo destinato alla formazione del carattere dei ragazzi, ritengo che sia indispensabile insegnare l’attitudine al problem solving almeno per due ragioni:

la prima è legata alla società nella quale viviamo: se si osservano le inserzioni per ricerca di personale da parte delle aziende una delle caratteristiche che vengono richieste più frequentemente è l’attitudine al problem solving. Questo perché quella di oggi è una società ad elevato livello di complessità e molte delle competenze acquisite tramite la formazione matematica (la capacità di astrazione, di semplificazione, di problem solving) sono elementi costitutivi dell’individualità umana quasi imprescindibili, elementi in grado di rendere gli studenti futuri cittadini che possono esercitare un ruolo attivo e consapevole nella società,

la seconda è legata ad un aspetto più spirituale o di realizzazione personale: in una società frenetica in cui tutto sembra sempre troppo grande e troppo complicato da affrontare (soprattutto per i giovani) è molto utile insegnar loro il corretto modo di approcciarsi ai problemi, la serena pazienza a non volere tutto e subito, la capacità di non precipitarsi alla conclusione di ciò che si sta facendo in fretta, mantenendo sotto controllo l’ansia che vorrebbe che ci fosse già la soluzione pronta, gestendo le proprie emozioni, comprendendo come funziona in realtà i processo di risoluzione dei problemi (non è casuale la citazione iniziale di questa tesi). Questo obiettivo, certo, non è completamente raggiungibile in classe, ma credo sia doveroso da parte di un docente gettare un seme di questa consapevolezza negli alunni, che poi eventualmente germoglierà in modo autonomo in essi. Si deve tendere insomma anche a raggiungere questo obiettivo, tenendolo indubbiamente in considerazione. Ci sono poi svariati altri atteggiamenti di grandissima valenza formativa insegnabili tramite il problem solving, come la capacita di non arrendersi di fronte alle sconfitte (non sempre un problema può “venire” immediatamente) e dunque di affrontare i fallimenti.

Si è in grado così di dare, a mio avviso, la giusta dimensione, il significato reale di quello che è il processo di sviluppo, o il progresso scientifico, fatto di tentativi ed errori prima di arrivare alla formula finale vincente. Si ha dunque la necessità e l’opportunità di trasmettere in questo modo un’idea corretta di matematica e dell’approccio scientifico. In caso contrario “si corre il rischio che proprio il luogo destinato a far crescere i ragazzi, a stimolare la loro curiosità, la loro creatività, porti ad un appiattimento, nel quale questa disciplina trasforma gli allievi in individui passivi, solo esecutori di procedure e regole prestabilite, decise e dettate da altri e ripetute meccanicamente. Questo è un punto molto delicato. Non si deve perdere l’idea di scuola come luogo di sperimentazione nel quale i ragazzi si mettono in gioco e conquistano gli strumenti culturali necessari per la propria crescita”.

Altre importanti caratteristiche sviluppabili attraverso l’atteggiamento propositivo verso il problem solving sono la capacità di prendere decisioni e come vedremo la creatività. Tutto questo è in linea con le indicazioni date dall’Unione Matematica Italiana (UMI) che con il suo curriculum vuole rinnovare alcune pratiche o far riflettere su che cosa sia importante insegnare. Citando il documento dell’UMI si legge infatti: “Molti… “oggetti” della matematica sono collegati sia con le componenti più dinamiche dell’economia, in quanto questa nuova presenza è strettamente connessa alle possibilità offerte dai computer, sia con molti altri aspetti dell’organizzazione nella società moderna. Quotidianamente noi usiamo molti oggetti il cui funzionamento è basato su risultati matematici e spesso su quelli più recenti. Nell’attuale società la matematica è sempre presente, ora più che mai, ma di questo non sempre siamo consapevoli, neppure noi matematici” [1]. “La frase lancia una sfida ai paesi maggiormente sviluppati e che mirano a un forte avanzamento tecnologico: è soprattutto la scuola che deve farsene concretamente carico. L’Italia non può non raccogliere questo invito pressante.”

Inoltre, in riferimento alle linee guida a cui è bene rifarsi nell’esercizio della propria professione, nella circolare ministeriale riguardante il Piano Nazionale per l’introduzione dell’informatica nelle scuole secondarie superiori si legge: “La Matematica, parte rilevante del pensiero umano ed elemento motore dello stesso pensiero filosofico, ha in ogni tempo operato su due fronti: da una parte si è rivolta a risolvere problemi ed a rispondere ai grandi interrogativi cheman mano l’uomo si poneva sul significato della realtà che lo circonda, dall’altra, sviluppandosi autonomamente, ha posto affascinanti interrogativi sulla portata, il significato e la consistenza delle sue stesse costruzioni culturali”.

Questa tesi parte dall’ipotesi, basata sui dati dei primi due capitoli, che l’insegnamento odierno sia sbilanciato e che non si dia assolutamente rilievo alla parte inerente la risoluzione dei problemi che è una delle attività principali in matematica. Si metterà a tema della tesi la convinzione che per motivare gli studenti allo studio della disciplina sia indispensabile mettere in rilievo aspetti che nel curriculum attuale sono trascurati. In pratica è necessaria una reinterpretazione di alcuni argomenti in modo da far capire agli alunni che cos’è la matematica esplicitando che essa non è solamente una collezione di sterili formule da applicare, ma cercando di trovare il più possibile un legame con la realtà, o meglio con il loro essere uomini, sfruttando processi mentali che hanno a che fare con il loro agire quotidiano portandoli a sviluppare competenze ed atteggiamenti imprescindibili per i cittadini delle società di domani prima di dar loro delle tecniche di calcolo.

Si è riflettuto sul fatto che mettere in rilievo questo lato della disciplina non è una cosa che va fatta una volta, magari all’inizio dell’anno con una introduzione all’argomento (e nel capitolo 3 è indicata una modalità con la quale questo può essere fatto), ma ogni volta che se ne ha l’occasione vanno trovati i legami concreti con l’attività di problem solving. In caso contrario questo collegamento iniziale rimarrà solo un introduzione poco fruttuosa. Per questo nel capitolo 4 si propone un esempio di come si può trattare ed affrontare un argomento attraverso il problem solving.

Attualmente nella pratica della didattica matematica si hanno due generi di problemi: la scarsa motivazione a far matematica e la scarsa capacità di risolvere problemi; proponendo una matematica “per problemi” potremmo migliorare la competenza negli alunni inerente il problem solving e motivarli facendo loro vedere i processi che portano a costruire matematica È certo che non si può neanche pensare ad una matematica fatta solo di problemi in quanto è imprescindibile che si debba fare anche un lavoro di sistematizzazione del sapere, attraverso strumenti e tecniche che si sono consolidate nel tempo, ma se il processo di motivazione allo studio della materia può aver luogo tramite l’approccio per problemi questo permetterà agli alunni di arricchirsi a livello cognitivo anche di tutte le altre attitudini precipue di questa disciplina (certamente non tutte sviluppabili tramite la risoluzione di problemi) quali: “tutte le facoltà intuitive e logiche, l’educazione ai procedimenti euristici e ai processi di astrazione e di formalizzazione di concetti, la capacità di ragionare induttivamente e deduttivamente, le attitudini sia analitiche che sintetiche, il ragionamento e la riflessione, la capacità di sistemare logicamente e riesaminare criticamente le conoscenze via via acquisite,la facoltà di prendere decisioni…”, contribuendo in modo attivo alla formazione del carattere nei nostri studenti.

INDICE

PRESENTAZIONE

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1
1. L’esperienza di tirocinio

CAPITOLO 2
2. Dati internazionali derivanti dal rapporto OCSE PISA
2.1 Caratteristiche del progetto PISA e specificità di PISA 2003
2.2 Risultati della rilevazione PISA 2003

CAPITOLO 3
3. Un approccio all’insegnamento della risoluzione dei problemi
3.1 Motivazioni fondazionali
3.2 Posizione nel curriculum scolastico di tali contenuti
3.3 Obiettivi
3.4 Come approcciarsi all’insegnamento della risoluzione dei problemi
3.5 Tecniche di risoluzione dei problemi
3.5.1 Bottom-up
3.5.2 Top-Down
3.6 Conclusioni della sezione

CAPITOLO 4
4. Proposta di un percorso didattico con approccio al problem solving
4.1 Destinatari del modulo
4.2 Abilità interessate
4.3 Prerequisiti 
4.4 Obiettivi 
4.5 Percorso didattico proposto: le equazioni di secondo grado 

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

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Studio di Marte e sua spettroscopia

marte.jpgIl seguente lavoro si propone di evidenziare come lo studio della superficie di Marte è un compito che va trattato tramite la combinazione di tecniche di “remote sensing” (telerilevamento), tecniche “in situ” e tecniche di laboratorio quali analisi spettroscopiche di campioni di origine conosciuta; tale integrazione fornisce un’analisi approfondita e univoca del luogo in esame, permettendo di realizzare un metodo complesso di studio che consenta di eliminare a priori le ambiguità derivanti dalla sola analisi spettroscopica dall’orbita. Questa tesi partecipa al concorso Condividi la tua tesi e vinci un Aplle iPhone 3G.

La dissertazione si compone di quattro parti fondamentali: (1) descrizione globale del pianeta Marte così come lo conosciamo; (2) descrizione della composizione delle unità marziane di particolare interesse – superficie e sottosuolo -; (3) un riferimento ad uno strumento di telerilevamento di particolare interesse, lo spettrometro OMEGA della missione Mars Express; (4) descrizione dell’esperienza di laboratorio nell’analisi e nella selezione di particolari campioni, le cui caratteristiche riflettono (o possono essere combinati in modo tale da riflettere) le caratteristiche del suolo di Marte.

INDICE

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1: CARATTERISTICHE DI MARTE 
PROPRIETA’ GLOBALI
Fenomeni Atmosferici
Tempeste di Sabbia
Pianure e Altopiani
Canyon & Calotte Polari
CRATERING
Morfologia dei Crateri
Degradazione dei Crateri
Datazione tramite Conteggio dei Crateri
Limiti legati al Conteggio dei Crateri
L’ATMOSFERA DI MARTE
TETTONICA
VULCANISMO
I Grandi Edifici Geologici Marziani Mineralogia Marziana
UNA PROBABILE EVOLUZIONE IDROGEOLOGICA
Il problema dell’Acqua: quando e come Ghiacci
NUCLEO
IL CAMPO MAGNETICO DI MARTE
LE DATAZIONI

CAPITOLO 2: COMPOSIZIONE DELLA SUPERFICIE E DEL SOTTOSUOLO DI MARTE
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
Shergottiti
Nakhliti
Chassigniti
Ortopiroxeniti
ANALISI DELLA SUPERFICIE
Caratteristiche Principali
Le Maggiori Unità Superficiali
Materiali Scuri
Terreni Chiari
Minerali Candidati
Composizione della Polvere

CAPITOLO 3: LA MISSIONE MARS EXPRESS
LA SONDA MARS EXPRESS
LO SPETTROMETRO OMEGA
OMEGA scopre l’acqua
Analisi Spettrale

CAPITOLO 4: MISURE IN LABORATORIO
SPETTROMETRIA
MECCANISMI DI ASSORBIMENTO
IL GONIOMETRO
Riferimento
METODO DI MISURA
ANALISI DEI CAMPIONI

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

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Pi greco, storia e mito di un numero antico: come presentarlo in classe

tompagenet-sea_of_math.jpgIl lavoro che presento si inserisce nei programmi ministeriali del liceo scientifico P.N.I. e Brocca triennio; si riferisce al tema 1 (lunghezza della circonferenza e area del cerchio), ma può anche essere ritrovato nel tema 7 (il problema della misura). Si svolge in momenti distinti, ma strettamente collegati, condotti con metodologie diversificate affinché gli alunni siano partecipi dello sviluppo del loro apprendimento.

I° momento:
Lezione di geometria CONTENUTI

1. problema della ricerca del lato del poligono circoscritto ad una circonferenza, noto il lato del poligono inscritto avente lo stesso numero di lati

2. problema della ricerca del lato del poligono inscritto avente numero di lati doppio di quello dato

3. ricerca dei perimetri e delle aree dei poligoni regolari inscritti e circoscritti

[…]

II° momento:Un po’ di storia:
Questo secondo momento dell’unità didattica vede protagonisti esclusivamente gli alunni: seguendo alcune indicazioni bibliografiche fornite dall’insegnante, reperendo materiale nelle biblioteche o online, si richiede agli alunni, che lavoreranno in piccoli gruppi coordinati da uno di loro, di presentare, in una qualunque forma decisa dal coordinamento del gruppo, una breve storia del numero $pi$. I lavori finali verranno poi sintetizzati in un unico prodotto, che sarà considerato la realizzazione di un “progetto della classe” e fatto circolare all’interno della scuola in collaborazione con le insegnanti delle classi parallele.

[…] 

III° momento: uso della TI-92
Riflessione preliminare: La ricerca storica relativa al $pi$, ha fatto conoscere agli alunni il metodo proposto da Archimede nella sua opera “La misura del circolo”: la circonferenza può essere pensata come il contorno di un poligono regolare di infiniti lati, il cerchio come il poligono di infiniti lati. Sappiamo che congiungendo i punti medi dei lati di un triangolo equilatero si ottiene un altro triangolo equilatero in modo tale che il primo sia circoscritto e il secondo inscritto rispetto alla stessa circonferenza.

RIFLESSIONI FINALI
Lo svolgimento di questa unità didattica può essere occasione per introdurre il concetto di successione numerica, di classi contigue e per affrontare la definizione di numero reale. La storia della ricerca del valore di pi greco e delle sue cifre decimali avrà fatto conoscere agli alunni il termine numero trascendente: si può cogliere l’occasione di un approfondimento per affrontare la distinzione tra numeri reali algebrici e numeri reali trascendenti e da questo far riflettere su cosa significhi impossibilità di quadrare il cerchio.

Scarica l’unità didattica Pi greco, storia e mito di un numero antico

M’illumino di meno: giornata del risparmio energetico

logo_millumino2009.jpgPer il quinto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2 in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30 lancia per il 13 febbraio 2009 "M’illumino di meno", una giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.

Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L’invito rivolto a tutti è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2009 dalle ore 18.

Nelle precedenti edizioni M’illumino di meno ha contagiato milioni di persone impegnate in un’allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università, commercianti e artigiani hanno aderito, ciascuno a proprio modo, alla Giornata del Risparmio.

Lo scorso anno il “silenzio energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in Italia e in Europa.

Anche grazie al contributo di ANCI e ANPCI nella diffusione capillare dell’iniziativa, molte città italiane si sono mobilitate per coinvolgere i comuni gemellati all’estero: un passaparola virtuoso che, anche tramite il coinvolgimento delle ambasciate, ha consentito di spegnere luci davvero in ogni parte del mondo. Dopo il successo europeo dell’edizione 2008, per il 2009 vorremmo dar spazio non solo alle istituzioni ma anche ai cittadini d’Europa, invitando tutti, insegnanti, sportivi, professionisti, associazioni, a creare gemellaggi inediti tra categorie o tra singoli individui diffondendo la campagna di sensibilizzazione oltre confine.

La campagna di M’illumino di meno 2009, che ha ottenuto il patrocinio del Parlamento europeo per il secondo anno consecutivo, inizia il 12 gennaio e si protrarrà fino al 13 febbraio, dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all’estero, per razionalizzare i consumi d’energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.

Quest’anno l’inno di M’illumino di meno è stato scritto e interpretato da Frankie HI-NRG MC. Il brano è scaricabile gratuitamente su www.caterpillar.rai.it. Sul sito del programma è anche possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte.

[email protected]

www.caterpillar.rai.it

Da un comunicato dalla redazione di Caterpillar

Esperienze didattiche su problemi di ottimizzazione

oolong-floral_geometry.jpgScopo di questa tesi è quello di presentare alcuni problemi di ottimizzazione in ambito didattico. Si definisce il classico problema isoperimetrico in uno spazio euclideo e si danno alcuni argomenti elementari per la sua risoluzione in un piano euclideo. Infine, si riportano i dati raccolti in alcune scuole di istruzione secondaria superiore presso le quali è stato proposto un questionario riportante alcuni problemi di ottimizzazione. Questa tesi partecipa al concorso "Condividi la tua tesi e vinci un Apple IPhone 3G"

INDICE

Presentazione Introduzione 1 1. Il problema isoperimetrico 10 1.1 La disuguaglianza isoperimetrica nel piano 11 2. Disuguaglianze che implicano la disuguaglianza isoperimetrica 19 2.1 La disuguaglianza di Tolomeo 22 2.2 La disuguaglianza di Brahmagpta 26 3. Cenni di teoria geometrica della misura 31 3.1 Basi di teoria della misura 31 3.2 La misura di Hausdorff 38 3.3 Teoremi di ricoprimento 42 3.4 La misura di Lebesgue 43 3.5 Curve e continuità 44 Maria Cristina Migliucci – Esperienze didattiche su problemi di ottimizzazione II 4. Alcuni problemi di massimo e minimo 58 4.1 Il problema di Didone 58 4.2 Il problema del quadrato opaco 60 5. Il test nelle scuole 66 5.1 Conclusioni 70 Appendice 72

Nel primo capitolo si definisce il classico problema isoperimetrico in uno spazio euclideo e si danno alcuni argomenti elementari per la sua risoluzione in un piano euclideo. In particolare si fornisce una recente dimostrazione della disuguaglianza isoperimetrica, la quale non include però una vera e propria caratterizzazione dell’uguaglianza. Successivamente si prova la disuguaglianza isoperimetrica usando le serie di Fourier.

Nel secondo capitolo, si cerca di risolvere il problema isoperimetrico per i quadrilateri nel piano con quattro lati assegnati senza ricorrere all’utilizzo della disuguaglianza isoperimetrica dimostrata nel primo capitolo. Si giungono così a dimostrare la disuguaglianza di Tolomeo e la disuguaglianza di Brahmagupta e la proprietà del massimo per i quadrilateri in entrambi i casi.

Nel terzo capitolo si definisce la misura di Hausdorff e si scorrono le sue proprietà basilari. Ci si interessa poi particolarmente di insiemi di dimensione s , gli s insiemi: insiemi di dimensione finita di Hausdorff diversa da zero. Si caratterizzano poi gli insiemi come sottoinsiemi di unioni numerabili di curve o superfici rettificabili presentando così una teoria degli insiemi misurabili linearmente , cioè degli 1 insiemi in R2 . In ultimo si dimostra il risultato di Blaschke (teorema 3.18), che rappresenta una delle basi per la dimostrazione dell’esistenza di una curva di massima misura con specifiche proprietà.

Nel quarto capitolo si propone poi la soluzione di due problemi di ottimizzazione: il classico problema di Didone, dimostrato con un approccio puramente geometrico attraverso la “manovra di Steiner”, ed il problema di Fred Almgren, più noto come il problema del quadrato opaco, la cui dimostrazione si basa appunto sul teorema di selezione di Blaschke.

Nel quinto capitolo, infine, si riportano i dati raccolti in alcune scuole di istruzione secondaria superiore presso le quali è stato proposto un questionario riportante alcuni problemi di ottimizzazione.

salva.png Scarica la tesi completa: Esperienze didattiche su problemi di ottimizzazione

 

Lo studio di Saavedra

saaveda.jpgIl biano muove e vince. Questo studio ha origine da una partita giocata tra Fenton e Potter nel 1875. Quando Potter morì nel 1895, G.E. Barbier pubblicò una posizione che derivava dalla Fenton-Potter salvo per la posizione del re (Barbier non ricordava bene la posizione) dichiarando che si trattava di un “il bianco muove e patta”. Ma poi Saavedra rimarcò che in realtà esisteva una variante vincente.

Sposa della verità [Ipazia]

ippazia.jpgScrive lo storico inglese Peter Brown: "Se nella fase di passaggio dal paganesimo al cristianesimo i compiti del filosofo e del vescovo vengono a sovrapporsi, che cosa fa il vescovo, se non eliminare il filosofo?"

Ipazia, nata ad Alessandria d’Egitto attorno al 370, successe al padre il matematico Teone, prima come insegnante e poi come direttrice della scuola della sua città. Tra le opere di matematica, a noi non pervenute, vi sono i commentari agli scritti di Euclide, Archimede, Diofanto e Apollonio.

Inventò tra l’altro: un astrolabio piatto, uno strumento per misurare il livello dell’acqua, un apparato per distillarla ed un idrometro di ottone per determinare la gravità (densità) di un liquido.

Come studiosa, come insegnante e come consulente fu estremamente famosa e rispettata, sia dai potenti che dal popolo. Si racconta che molti le sottoponessero i propri problemi e che tutte le lettere indirizzate semplicemente "al Filosofo" (all’epoca non si distingueva molto tra filosofia, scienza, matematica e astronomia) venissero recapitate direttamente a lei.

Con l’avvento al potere del cristianesimo, dopo l’editto di Costantino, anche ad Alessandria le cose cambiarono ed i cristiani da perseguitati divennero fondamentalisti e intolleranti soprattutto nei confronti di ebrei e pagani. Ipazia, come sapiente e come donna pagana stimata da molti, suscitò l’invidia e l’odio del vescovo Cirillo: quasi certamente fu lui il mandante dell’orribile assassinio effettuato da un gruppo di monaci invasati.

Pochi anni dopo la morte di Ipazia finì anche l’università di Alessandria e l’impero romano: la cultura ellenistica si disperse verso oriente o fu custodita in qualche monastero dell’occidentale che per riscoprirla attese più di mille anni.

Ricordo che nella seconda metà degli anni 60 al politecnico di Milano su 300 ragazzi le ragazze erano solo 2 e, per incontrarne qualcuna bisognava spostarsi alla vicina facoltà di architettura. Quando iniziai a lavorare in azienda, nella seconda metà degli anni 70, fui distaccato in un progetto di sviluppo di un sistema informativo per la programmazione di uomini e mezzi nei cantieri di cui project manager era una donna: l’esperienza fu positiva e mi aiutò a crescere, ma credo di essere uno dei pochi laureati, della mia generazione e nell’ambito delle società di ingegneria costruzioni e impiantistica, che negli anni 70 abbiano avuto come capo una donna.

Alla guida dell’università di Harvard (Cambridge-Massachussets), fondata nel 1636, oggi forse uno dei più prestigiosi atenei degli Stati Uniti, dallo scorso anno, e per la prima volta, il rettore è una donna. Sarà una nemesi? Può essere, visto che il precedente rettore di Harvard (oggi consigliere di Obama) era assurto alle cronache per aver sostenuto che le donne sono molto meno dotate degli uomini negli studi matematici. Quel che è certo è che il nuovo rettore ha avuto il coraggio di prendere decisioni impopolari, come proporre tagli alle spese – anche agli stipendi dei professori meno attivi nella didattica e nella ricerca – per fronteggiare la dilagante crisi economica.

Tom Peters (autore di: Alla ricerca dell’eccellenza, Prosperare sul Caos, ecc.) ha sostenuto, in un convegno svoltosi nel 2004 in Italia, che le organizzazioni e l’economia del futuro saranno meno burocratiche e gerarchiche. I futuri leader, per risolvere molteplici problemi, dovranno essere capaci di valorizzare i punti di forza delle persone con le quali lavorano; e questa è una cosa che le donne fanno da sempre molto meglio degli uomini.

La motivazione all’apprendimento: un caso di dislessia con ridotta autostima in una quarta superiore

lori_smith-pencils.jpgM. è un alunno affetto da dislessia inserito in una classe quarta. Dopo aver conseguito, con un anno di ritardo per aver ripetuto la classe terza, il diploma di qualifica in operatore servizi di cucina, frequenta il biennio per conseguire la qualifica di secondo livello in tecnico servizi ristorativi. La dislessia gli è stata diagnosticata in 3-4 elementare e quindi gli è stato assegnato da subito un docente di sostegno. Questa tesi partecipa al concorso Condividi la tua tesi e vinci un Apple I-Phone 3G.

Indice: 1. Il quadro generale – Il contesto legislativo – Il contesto scolastico studiato: una sintesi. – La scuola si confronta con Bisogni Educativi Speciali. 2. Il soggetto. – Il caso osservato. 3. Il contesto ambientale ed organizzativo – Descrizione dell’Istituto: la nascita, il territorio, l’utenza, la struttura. 4. I metodi. – Il percorso curricolare. – Lo stage. – Le metodologie didattiche. 5. I linguaggi specifici. Bibliografia.

Allegati:
A. Programma del Corso di aggiornamento per docenti delle scuole di ogni ordine e grado: “Strategie e metodi per la motivazione agli apprendimenti”.
B. Piano Educativo Personalizzato
C. Dislessia e DSA: strumenti compensativi e misure dispensative
D. Percorso didattico realizzato in Power Point per sviluppare competenze di autonomia personale (organizzazione di un viaggio: itinerario).

salva.png Scarica la tesi La motivazione all’apprendimento.

Scarica la presentazione ppt.

DIA: un software libero per la creazione di diagrammi

DIA è un software libero, di grafica vettoriale, molto semplice da utilizzare, per la creazione di molti tipi diagrammi: di flusso, E/R, di reti, mappe isometriche, circuiti logici, circuiti elettrici, ecc. Questo programma fa parte del progetto GNOME, è stato sviluppato in ambiente LINUX, per svolgere e superare i compiti di software commerciali come Microsoft Visio.

Allegati:
Sitografia
Sito ufficiale DIA
http://live.gnome.org/Dia
Numerosi esempi, tutorials, links, diverse versioni scaricabili e altro, sono reperibili nel sito: http://projects.gnome.org/dia/
Notizie utili su DIA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dia_(software)
Raccolta di software libero:
http://www.theopencd.it/

Erone: la prima macchina a vapore e il primo motore a reazione

erone.jpgAlessandria d’Egitto era diventata fin dalla sua fondazione, un florido centro di valentissimi tecnici, ivi affluiti per dirigere la costruzione della città. In breve tempo essi realizzarono una vera e propria scuola superiore d’ingegneria, ben organizzata e altamente specializzata.

Uno dei più illustri maestri che vi insegnarono fu Ctesibio (III-II secolo a.C…) sopratutto noto per le sue ricerche di idraulica; a lui si deve tra l’altro l’invenzione delle pompe aspiranti e dei compressori.

Un antica tradizione sosteneva che Erone sarebbe stato suo discepolo, ma studi più recenti ipotizzano che egli visse nel I° o addirittura nel II° secolo dopo Cristo; certo è comunque che visse ad Alessandria e che diresse la scuola d’ingegneria.

Tra le sue opere giunte quasi complete sino a noi sono da ricordare Pneumaticà ove sono trattati vari tipi di apparecchi in cui la forza motrice è l’energia eolica, la pressione atmosferica e l’energia termica (celebre è la Eolipila che anticipa per un verso la macchina a vapore e per un altro i motori a reazione) e gli Autòmata che descrivono alcuni teatrini, fissi o mobili, nei quali si succedono in maniera automatica scene animate di tipo mitologico (grande successo ebbe all’epoca l’apparecchio da lui ideato che faceva aprire automaticamente le porte di un tempio).

Dai suoi scritti risulta che Erone fu un ottimo matematico: celebre è la formula (riportata altrove in questo sito) per calcolare l’area di un triangolo a partire dalla lunghezza dei tre lati. Poiché un qualunque campo può essere approssimato con un poligono irregolare e questo può essere scomposto in una somma di triangoli, la sua formula è un semplice sistema per misurare l’area dei campi con la sola disponibilità di un metro.

Archimede pur affrontando la matematica con un nuovo spirito ingegneristico conserva ancora qualche malcelata diffidenza verso la meccanica.

Erone invece, buon matematico ed eccellente meccanico, guardava con diffidenza le astrattezze dei filosofi e le definizioni euclidee cercando di sostituirle con altre ispirate a criteri sperimentali ed operativi, porta insomma la sua mentalità di pratico solutore di problemi anche nella matematica.

Riflettendo sul patrimonio di conoscenze matematiche e tecniche di Erone non si può che restare stupiti dalla scarsa traccia che esse lasciarono: per avere personalità a lui confrontabili bisognerà attendere nel mondo arabo Al Jazari (1206) e in occidente Leonardo da Vinci (1452).

Come se Erone non fosse esistito, per circa 1500 anni le uniche fonti di energia restarono la forza dell’uomo, degli animali e l’energia cinetica dell’acqua. Bisognerà infatti attendere la rivoluzione del vapore, avvenuta in Gran Bretagna alla fine del XVIII° secolo per avere un sostanziale miglioramento nell’organizzazione delle miniere, delle officine e dei trasporti.

Solo a partire dal 1765, con le macchine a vapore ideate da James Watt, si è potuti passare da applicazioni sporadiche ad un utilizzo generalizzato nei trasporti e nelle industrie. La macchina di Watt riduceva costi, dimensioni e consumi, e aumentava la potenza disponibile. Dal primo modello con 6CV si è passati in meno di 20 anni a locomotive con 600CV.

Forme, misure e costruzioni: perché una didattica per problemi in geometria?

bassani-geometria.jpgL’intento è mostrare quali siano i risultati conseguibili in una classe dove l’insegnante decide di adottare un approccio socio-costruttivista, ovvero propone attività che consentano la costruzione degli apprendimenti da parte dei bambini, riconosciuti come individui attivi e competenti e inseriti in un contesto sociale e culturale interattivo. Più in particolare l’interesse si focalizza sui vantaggi che si possono riscontrare conducendo un percorso geometrico imperniato sulla didattica per problemi, che fa quindi del problema il suo elemento cardine.  Questa tesi partecipa al concorso "Condividi la tua tesi e vinci un Apple Iphone 3G"

La relazione si suddivide in tre capitoli, che forniscono dati ed informazioni per sostenere la tesi secondo cui questa modalità di procedere a scuola è valida, in quanto supportata sia dagli studi e le ricerche teoriche sia dalla pratica didattica. I risultati conseguibili non si esauriscono nell’acquisizione di conoscenze e competenze disciplinari, ma vanno anche a toccare aspetti come l’interesse, la motivazione, la capacità di lavorare in gruppo, lo sviluppo dei processi cognitivi e metacognitivi, il superamento di convinzioni ed immagini stereotipate.

Il primo capitolo fornisce le fondamenta teoriche del percorso e riporta le motivazioni che sono state alla base di tutte le scelte realizzate nella pratica. Qui si riflette innanzitutto su come l’interesse personale unito alla volontà di far emergere un’autentica idea di matematica, superando convinzioni ed immagini stereotipate diffuse, mi abbiano portato ad occuparmi di questa disciplina. Quindi si tratta l’importanza del problema nella matematica, andando ad analizzare i fondamenti di quell’approccio didattico noto in ambito internazionale come Problem-Based Learning e traducibile in italiano come didattica per problemi. Infine si spiegano le ragioni dell’uso di uno strumento di valutazione come il test, che è stato utile per confrontare i risultati emersi nella classe che ha seguito il percorso con quelli registrati da altre classi di controllo.

Il secondo capitolo si cala più nella pratica e ricostruisce gli aspetti più importanti del percorso. Lo scopo di questa trattazione è duplice: fornire maggior chiarezza al lavoro, avvicinando il lettore a ciò che è stato realizzato in concreto con i bambini, ma anche raccogliere dati significativi per le riflessioni conclusive. Se in primo luogo ci si preoccupa di contestualizzare il percorso, in un secondo momento si ricostruiscono tutti gli elementi che hanno caratterizzato quest’esperienza di insegnamento-apprendimento: la disciplina, l’approccio metodologico, le modalità comunicative, i tempi, gli spazi e i materiali utilizzati, gli obiettivi di apprendimento, i processi cognitivi attivati nei bambini. Il capitolo procede poi dando uno sguardo più approfondito alle attività svolte: i problemi, i test ed altre esperienze realizzate. Qui ho posto in primo piano il contributo dei bambini, senza i quali nulla avrebbe avuto senso; sono quindi descritte e commentate le modalità con cui questi hanno risposto alle attività: i procedimenti e le strategie attivati, gli interventi realizzati, i risultati conseguiti dai gruppi e dai singoli alunni.

Infine il terzo capitolo tira le fila di tutto il discorso, arrivando a delle riflessioni conclusive che si articolano in tre passaggi. Dapprima è analizzato criticamente il percorso effettuato, evidenziando quelli che a mio parere sono stati i suoi punti di forza e di debolezza; poi sono valutati i risultati raggiunti, ovvero i cambiamenti e i miglioramenti riscontrati nei bambini in seguito alla partecipazione alle attività proposte; infine si tenta una generalizzazione del discorso, integrando i contributi teorici con i dati provenienti dalla pratica ed arrivando a rispondere alla domanda da cui è partito tutto il lavoro: perché una didattica per problemi in geometria?

Indice

Introduzione
CAPITOLO 1- Le motivazioni alla base del percorso – 1.1 Introduzione – 1.2 Perché un percorso di matematica? – 1.3 Perché una didattica per problemi? – 1.4 Perché un test? –
CAPITOLO 2- La ricostruzione del percorso – 2.1 Introduzione – 2.2 Il contesto scolastico – 2.3 Una breve ricostruzione del percorso – 2.4 Uno sguardo alle attività – 2.4.1 Lo schema delle attività – 2.4.2 Il test iniziale – 2.4.3 Il primo problema: “Il contadino Johnny” – 2.4.4 La misurazione del perimetro di ambienti ed oggetti reali – 2.4.5 Il secondo problema: “Il circuito di Formula Uno” – 2.4.6 Il terzo problema: “Quanta erba per la mucca Viola!” – 2.4.7 La costruzione di figure con il cartoncino – 2.4.8 Il quarto problema: “Un nuovo pavimento” – 2.4.9 Il quinto problema: “Taglia e ritaglia” – 2.4.10 La costruzione delle formule per il calcolo dell’area – 2.4.11 Il test finale – 
CAPITOLO 3 – Riflessioni conclusive – 3.1 Introduzione – 3.2 Uno sguardo critico al percorso – 3.3 I risultati raggiunti 3.4 – I vantaggi dell’uso di una didattica per problemi

Sitografia

Per la consultazione di test nazionali ed internazionali per la valutazione degli apprendimenti:
Illinois Standards Achievement Test (ISAT):
www.isbe.net/assessment/isat.htm

Massachussets Comprehensive Assessment System (MCAS):
www.doe.mass.edu/mcas

Test Invalsi:
www.invalsi.it/invalsi/index.php

Per la consultazione di materiali operativi per una didattica per problemi:
www.quadernoaquadretti.it
http://eduplace.com/math/mthexp
www.math.unipr.it/~rivista/RALLY/Edizioni.htm 

 


 Laura Bassani, Forme, misure e costruzioni: perché una didattica per problemi in geometria?

Finale di pedoni bloccati

thecnote-chess_culture.jpgQuesto studio dimostra che nei finali di pedoni l’aspetto che ha la strategia vincente è per lo più matematico: non ci sono mosse intuitive e si è permeati da una sana inevitabilità. Per giocare a scacchi.

Presentazione di Cabri

Il software Cabri géomètre è stato sviluppato da Y. Baulac, F. Bellemain e J. M. La Borde presso l’Università di Grenoble (la prima versione del software risale al 1988, la versione più recente è la Cabri II plus del 2003) come supporto all’insegnamento della geometria euclidea. Nelle ultime versioni è stato implementato l’uso delle coordinate cartesiane per integrare l’approccio sintetico con quello analitico.

Il programma utilizza lo schermo del computer come un foglio di disegno, ha una barra di strumenti tipici della geometria euclidea e del disegno su carta: punti, rette, segmenti, poligoni, compasso, misure di segmenti, di angoli, di aree, … Questi strumenti permettono di disegnare sul monitor in modo abbastanza simile a come si disegna su carta con matita, riga e compasso.

Non si tratta di una simulazione come finzione, ma di un uso concettuale degli strumenti elementari: per disegnare una retta l’allievo deve indicare un punto, gli compare una retta mobile ma vincolata al punto, l’allievo ‘vede’ un fascio di rette e ha un’idea immediata di un concetto abbastanza complesso da intuire, quindi deve indicare un secondo punto per fissare la retta, si rende conto che due punti individuano una retta; per disegnare una circonferenza l’allievo indica prima il centro e poi il raggio; e così via.

L’idea innovativa del software, che è ciò che lo rende particolarmente interessante a fini didattici, è la possibilità di agire sulla figura costruita muovendo, con il trascinamento del mouse, i punti ‘liberi’ della costruzione: l’allievo può osservare ciò che resta inalterato e ciò che varia. Rispetto al disegno su carta lo studente si rende conto delle relazioni tra gli enti geometrici realizzati: appartenenza di un punto a una retta, perpendicolarità o parallelismo tra rette, ecc.

 

Interfaccia utente

 pres-01.png

Barra dei menu:

File contiene i principali comandi per l’uso dei file (aprire, chiudere, salvare, stampare) ma anche la possibilità di visualizzare l’intera area di disegno.

Edita permette anche di ripetere passo passo la costruzione geometrica.

Opzioni permette di personalizzare la finestra di lavoro.

Finestra permette di agire sulla finestra di lavoro e modificarne le impostazioni.

Sessione permette di registrare la sessione di lavoro.

Barra degli strumenti:

pres-02.png 

Puntatore: permette di modificare gli oggetti disegnati trascinando alcuni o tutti gli elementi della costruzione.

Punto: per disegnare un punto che può essere libero, può essere vincolato a restare su un luogo geometrico, può essere il punto di intersezione di due luoghi geometrici.

Retta: permette di disegnare elementi rettilinei: rette, semirette, segmenti, vettori, triangoli, poligoni e poligoni regolari.

Circonferenza: permette di disegnare circonferenze, archi di circonferenze e coniche.

Costruzioni: permette di disegnare elementi ottenuti da costruzioni geometriche: retta perpendicolare a una retta data, retta parallela, punto medio, asse, bisettrice, luoghi,…

Trasformazioni: permette di applicare trasformazioni geometriche di base: simmetria assiale, simmetria centrale, traslazione, rotazione, omotetia, inversione.

Macro: per realizzare nuove costruzioni di base da poter utilizzare semplicemente richiamandole.

Verifica: per verificare se gli elementi della costruzione soddisfano alcune proprietà come l’allineamento di punti, il parallelismo e la perpendicolarità di rette, l’equidistanza e l’appartenenza.

Misura: per effettuare misure sugli oggetti geometrici della costruzione: lunghezze, aree, inclinazioni, angoli, coordinate, …

Visualizza: permette di contrassegnare gli elementi della costruzione: assegnare nomi, aggiungere del testo esplicativo, segnare un angolo; permette anche di animare la costruzione.

Disegna: contiene i principali strumenti per personalizzare il disegno: mostrare o nascondere alcuni elementi della costruzione, per esempio i passaggi intermedi, aggiungere il bottone mostra/nascondi, modificare i colori e il tratteggio del disegno; mostrare gli assi cartesiani.

pres-03.png

Esempio 1

Per un punto esterno a una retta disegnare la parallela alla retta e passante per il punto dato.

1. Disegnare la retta con lo strumento Retta.

2. Assegnare il nome r alla retta con lo strumento Visualizza.

3. Disegnare un punto esterno alla retta con lo strumento Punto.

4. Assegnare il nome al punto con lo strumento Visualizza.

5. Attivare dallo strumento Costruzioni lo strumento Retta parallela, indicare con il puntatore la retta r e poi il punto P.

 

Esempio 2

Costruire la retta di Eulero di un triangolo. Questo disegno è praticamente impossibile da realizzare non solo sulla lavagna ma anche su carta con riga e squadrette.

pres-04.jpg

Cabri, quindi può essere utilizzato come una lavagna di precisione, con elevato grado di leggibilità dei disegni.

Quando e come usarlo a scuola

Il software non vincola a percorsi didattici prefissati, può essere utilizzato liberamente per trattare quasi tutti gli argomenti della geometria elementare e può anche essere usato semplicemente come lavagna luminosa.

Scuola primaria: disegno di punti, rette, poligoni, circonferenze, lunghezze e aree

Scuola secondaria di 1° grado: tutti gli argomenti di geometria piana, incluse le trasformazioni geometriche

Scuola secondaria di 2° grado: tutti gli argomenti di geometria sintetica del biennio, geometria analitica, rappresenta di funzioni e di luoghi geometrici nel triennio.

 

Costi e licenze

Produttore: Cabri Geometry II è un marchio registrato presso l’Universitè Joseph Fourier di Grenoble (Francia) Distributore: Texas Instruments Distributore italiano: Campustore Siti di riferimento:

www.campustore.it;

http://education.ti.com/us/product/software.html

Licenze: commerciale; la versione Demo è scaricabile liberamente ma non ha abilitata la funzione di salvare le costruzioni

Lingua: In diverse lingue, anche in italiano.

Requisiti tecnici: Esiste la versione per Windows e quella per Macintosh

Manuali e guide: Cabri Manuale, http://education.ti.com/downloads/guidebooks/it/gbbook_ita.pdf 

Per altri manuali didattici consulta la bibliografia.

La guida in linea del programma è attivabile dal tasto F1, nella parte inferiore della finestra di lavoro compare il suggerimento relativo allo strumento che si deve usare.

 

Estensione dei file prodotti e supportati

Le costruzioni possono essere salvate, i file hanno estensione .fig e grandezza introno ai 5 KB.

E’ possibile anche salvare delle Macro, ossia delle costruzioni di base che possono essere richiamate nella costruzione di una figura più complessa. Per esempio, è possibile salvare una Macro che disegni un quadrato di lato assegnato e richiamare la macro nelle costruzioni che fanno uso di uno o più quadrati. L’estensione dei file macro è .mac, la dimensione di questo file è di 1KB o poco più.

E’ possibile produrre Applet Java, ma solo con la versione precedente del programma, la Cabri II.

 

Bibliografia

Green D., 1994, Cabri-géomètre, la rivincita di Euclide, Quaderni CabrIRRSAE (n. 1), a cura dell’IRRE Emilia Romagna.
L’autore mette in evidenza le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del software Cabri e gli usi didattici, l’articolo fa riferimento a una delle prime versioni di Cabri, ma è utile per capire lo spirito del programma. “Il grido dei moderni movimenti matematici agli inizi degli anni ’60 era "Abbasso Euclide!" Un software di pregio chiamato Cabri-géomètre potrebbe invertire l’abbandono della geometria euclidea nelle scuole”.

CabriIRRSAE, 1994, Intervista a C. Laborde, CabrIRRSAE (n. 1, 1994), a cura dell’IRRE Emilia Romagna.
Intervista a Colette La Borde un membro dell’equipe che ha realizzato Cabri Géomètre

Paola D., 2004, “Software di geometria dinamica per un sensato approccio alla dimostrazione in geometria: un esempio di Laboratorio di Matematica”, in Progetto Alice (13), Pagine, Roma, pp. 103-121.
L’autore propone un’esperienza di laboratorio con l’uso di Cabri centrata sul valore didattico della dimostrazione in geometria. Il sensato approccio si riferisce ai sensi e quindi all’esperienza e alla percezione.

Boieri P., Dané C. , 2003, Geometria con Cabri, costruire, scoprire dimostrare, Loescher, Torino.
Manuale di geometria per la scuola secondaria di 2° grado che fanno uso di Cabri

R. Sabbadini, Fisicabri, Principato, Milano, 2005.
Simulazioni di argomenti di fisica (meccanica, termodinamica, onde e ottica, relatività, elettromagnetismo) ed esercizi di fisica con Cabri

AA. VV., Sperimentazione di didattica della matematica con Cabri, nella Scuola Media Statale Don Milani, Venaria Reale (TO)
https://www.matematicamente.it//didattica/percorsi_didattici/sperimentazione_di_didattica_della_matematica_con_cabri_200711302393/  Un percorso didattico sull’insegnamento della geometria con Cabri, completo di schede ed esercizi per gli studenti della scuola secondaria di 1° grado. Il percorso presentato è stato effettivamente realizzato in classe.

Di Stefano C., 2005, “Le trasformazioni geometriche e Cabri”, in Progetto Alice (16), Pagine, Roma, pp. 27-42.
L’autore presenta semplici attività da svolgere con Cabri su uno dei temi che maggiormente in risalto le potenzialità di questo software.

Cabrinews, http://www.fardiconto.it/cabrinews/
Lista di discussione frequentata principalmente da insegnati che condividono dubbi e proposte sull’uso di Cabri ma anche sui temi dell’insegnamento della matematica.

CabriIRRSAE, http://www.fardiconto.it/cabrirrsae/
Bollettino e Quaderni pubblicati on line e di libera consultazione. La pubblicazione tuttavia è ferma per mancanza di fondi al n.39 di Aprile 2004.

CabriJava, http://kidslink.scuole.bo.it/fardiconto/cabrijava/
Sito per le Applet Java che si possono ottenere con Cabri. E’ possibile scaricare gratuitamente i componenti aggiuntivi per produrre le Applet, trovare indicazioni per la produzione di Applet, esempi.

Autore della scheda: Antonio Bernardo

Anno: 2005

Lavoro di gruppo e cambiamento [Petronio Arbitro]

access.denied-resourceful_thieves.jpgCi preparammo con impegno… Ma sembrava che ogni volta che cominciavamo a formare una squadra saremmo stati riorganizzati. La vita poi mi insegnò che tendiamo ad affrontare qualsiasi situazione riorganizzandoci: che modo meraviglioso per dare l’illusione di progresso, mentre si crea soltanto confusione, inefficienza e demoralizzazione. (Petronio Arbitro)

Petronio visse nel I° secolo dopo Cristo assieme a Nerone, da cui fu considerato una specie di maestro del buon gusto (Arbiter elegantiae), e assieme a Seneca che di Nerone fu precettore.

Nel romanzo Satyricon diede uno spaccato della vita epicurea, ma un po’ cialtrona della Roma ormai decadente: celebre è la descrizione (qualcuno parla di inizio del realismo nella narrativa) dell’organizzazione della cena di Trimalcione.

La prima volta che mi imbattei nel pensiero di Petronio riportato sopra fu leggendo il libro di Robert Graham sul Project management: la citazione era riportata in testa al capitolo sulla organizzazione a matrice.

Due sono i problemi principali delle imprese che vendono prodotti finiti o progetti chiave in mano:
– garantire l’eccellenza delle funzioni (ricerca e sviluppo, pianificazione e controllo, ingegneria, approvvigionamenti, produzione, marketing, amministrazione, ecc.),
– avere una struttura unitaria responsabile di tempi, costi e qualità di ogni prodotto o progetto dell’impresa.

Una soluzione di compromesso è avere due strutture organizzative: una (sulle colonne) di tipo funzionale, l’altra (sulle righe) di progetto/prodotto.

I singoli dipendenti, all’interno della matrice, hanno così due capi
– quello funzionale, responsabile degli aspetti specialistici della disciplina,
– quello di progetto responsabile dei risultati ottenuti sullo specifico lavoro.

Mi trovai ad essere il coordinatore funzionale del planning e certamente tutti (eravamo non più di 6 o 7) ci preparammo con impegno. Qualcuno propose di fare una maglietta con scritto: "ufficio planning", cominciavamo a formare una squadra eccellente ed i risultati non si fecero attendere. Arrivò poi una riorganizzazione che creò soltanto confusione, inefficienza e demoralizzazione: qualcuno fu costretto a dimettersi, qualcuno andò via e qualcuno decise di cambiare ufficio.

Egoista!

purrrpl_haze-i_want_candy1.jpgIl 5° gioco di società che prende spunto dalla Teoria dei Giochi. L’idea è molto semplice. Si tratta di distribuire caramelle a un gruppo di bambini. Solo che il modo di distribuirle crea un bel conflitto fra un vantaggio immediato ed uno, possibile, futuro ma mediato dalla fiducia reciproca. Fiducia che è messa a forte rischio!

Stelle vaganti, come proiettili nello spazio

stelle-vaganti-r.jpgCome spesso accade per molte importanti scoperte, un team di ricercatori della NASA, mentre era intento nello studio del comportamento di alcune nebulose, si è invece accidentalmente imbattuto nella scoperta di un gruppo di stelle che sembrano schizzare via a velocità impressionante nello spazio.

Lo rivelano alcune riprese dell’Hubble Space Telescope che, nelle immagini che vedete, evidenzia come 14 stelle si stiano muovendo all’interno di una regione di denso gas interstellare che, al loro passaggio, si corruga come farebbe l’acqua al passaggio di una imbarcazione.

Si cerca di stimare l’età di queste stelle che dovrebbero essere alquanto giovani, probabilmente qualche milione di anni. Lo si presume dai loro violenti venti stellari, la cui forza si percepisce dalla loro stessa interazione con le nubi di gas circostante.

In realtà le stelle producono forti venti sia quando sono molto giovani, sia quando sono molto vecchie, solo le stelle di massa superiore a 10 volte quella del Sole producono forti venti per tutto l’arco della loro vita. Le stelle-proiettile appena scoperte sono di dimensioni contenute, tuttavia la tipologia e l’elevata densità del gas circostante, ne rivela la loro giovane età.

Le increspature del gas entro cui schizzano queste stelle, permettono di stimare una velocità di circa 180.000 Km/h !!!

Si apre ora la sfida della comprensione del meccanismo che imprime loro questa folle velocità.

Per adesso i ricercatori avanzano due ipotesi. La prima sarebbe quella di un sistema binario in cui una delle due stelle, esplodendo in una supernova, potrebbe scagliare la compagna lontano da sè, imprimendole una enorme velocità. La seconda ipotesi invece prende in considerazione la collisione tra due sistemi binari, o tra un sistema binario ed una terza stella, che avrebbe causato l’espulsione di alcune stelle a ragguardevole velocità.

In realtà non è la prima volta che ci si trova ad osservare stelle simili, la prima volta accadde nel 1980, grazie al satellite IRAS. Probabilmente potrebbero essercene molte di più nell’Universo, sebbene non sia facile individuarle. Quelle scoperte finora infatti sono state trovate tutte casualmente.

Alcuni ricercatori si pongono interessanti domande a proposito di queste stelle: “E’ solo un fuoco di paglia e nulla più? oppure la loro violenta interazione con le nubi che le circondano, potrebbe dare origine ad una diversa generazione di stelle?”.

Sicuramente è una domanda che, insieme all’enigma della loro origine, stuzzica non poco la curiosità di noi tutti. Aspettiamo pazienti la conquista della riposta.

stelle-vaganti.jpg

L’immagine, ripresa da HST, proviene dal sito della NASA (www.nasa.gov ).

La nuova normativa sulla valutazione del comportamento

studente2.jpgIn arrivo la pagella del primo quadrimestre con un significativo cambiamento del voto in condotta: il voto in condotta contribuisce alla valutazione complessiva dello studente, chi a fine anno non ha 6 in condotta non è ammesso alla classe successiva.

La valutazione del comportamento degli studenti risponde alle seguenti prioritarie finalità:
-accertare i livelli di apprendimento e di consapevolezza raggiunti, con specifico riferimento alla cultura e ai valori della cittadinanza e della convivenza civile;
-verificare la capacità di rispettare il complesso delle disposizioni che disciplinano la vita di ciascuna istituzione scolastica; –
diffondere la consapevolezza dei diritti e dei doveri degli studenti all’interno della comunità scolastica, promuovendo comportamenti coerenti con il corretto esercizio dei propri diritti e al tempo stesso con il rispetto dei propri doveri, che corrispondono sempre al riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri;
-dare significato e valenza educativa anche al voto inferiore a 6/10.

La valutazione del comportamento non può mai essere utilizzata come strumento per condizionare o reprimere la libera espressione di opinioni, correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità, da parte degli studenti.

La valutazione del comportamento degli studenti nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria di secondo grado è espressa in decimi.

La valutazione, espressa in sede di scrutinio intermedio e finale, si riferisce a tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica e comprende anche gli interventi e le attività di carattere educativo posti in essere al di fuori di essa.

La valutazione in questione viene espressa collegialmente dal Consiglio di classe ai sensi della normativa vigente e, a partire dall’anno scolastico 2008-2009, concorre, unitamente alla valutazione degli apprendimenti, alla valutazione complessiva dello studente.

La valutazione del comportamento inferiore alla sufficienza, ovvero a 6/10, riportata dallo studente in sede di scrutinio finale, comporta la non ammissione automatica dello stesso al successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo di studi.

La votazione insufficiente può essere attribuita dal Consiglio di classe soltanto in presenza di comportamenti di particolare ed oggettiva gravità, secondo i criteri e le indicazioni di cui al successivo punto.

Ai fini della valutazione del comportamento dello studente, il Consiglio di classe tiene conto dell’insieme dei comportamenti posti in essere dallo stesso durante il corso dell’anno.

La valutazione espressa in sede di scrutinio intermedio o finale non può riferirsi ad un singolo episodio, ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente in ordine all’intero anno scolastico.

In particolare, tenuto conto della valenza formativa ed educativa cui deve rispondere l’attribuzione del voto sul comportamento, il Consiglio di classe tiene in debita evidenza e considerazione i progressi e i miglioramenti realizzati dallo studente nel corso dell’anno.

Criteri ed indicazioni per l’attribuzione di una votazione insufficiente

1. La valutazione insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio finale, deve scaturire da un attento e meditato giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e degli studenti – D.P.R. 249/1998, come modificato dal D.P.R. 235/2007 e chiarito dalla nota prot. 3602/PO del 31 luglio 2008 – nonché i regolamenti di istituto prevedano l’irrogazione di sanzioni disciplinari che comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto).

2. L’attribuzione di una votazione insufficiente, vale a dire al di sotto di 6/10, in sede di scrutinio finale, ferma restando l’autonomia della funzione docente anche in materia di valutazione del comportamento, presuppone che il Consiglio di classe abbia accertato che lo studente: nel corso dell’anno sia stato destinatario di almeno una delle sanzioni disciplinari di cui al comma precedente; successivamente alla irrogazione delle sanzioni di natura educativa e riparatoria previste dal sistema disciplinare, non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel comportamento, tali da evidenziare un sufficiente livello di miglioramento nel suo percorso di crescita e di maturazione in ordine alle finalità educative.

3. Il particolare rilievo che una valutazione di insufficienza del comportamento assume nella carriera scolastica dell’allievo richiede che la valutazione stessa sia sempre adeguatamente motivata e verbalizzata in sede di effettuazione dei Consigli di classe sia ordinari che straordinari e soprattutto in sede di scrutinio intermedio e finale.

4. In considerazione del rilevante valore formativo di ogni valutazione scolastica e pertanto anche di quella relativa al comportamento, le scuole sono tenute a curare con particolare attenzione sia l’elaborazione del Patto educativo di corresponsabilità, sia l’informazione tempestiva e il coinvolgimento attivo delle famiglie in merito alla condotta dei propri figli.

Ciascuna istituzione scolastica autonoma, nel rispetto dei principi e dei criteri di carattere generale previsti dal presente Decreto e dalla normativa vigente, può determinare, in sede di redazione del Piano dell’Offerta formativa, ulteriori criteri e iniziative finalizzate alla prevenzione, tenendo conto di quanto previsto dal Regolamento di istituto, dal Patto educativo di corresponsabilità e dalle specifiche esigenze della comunità scolastica e del territorio.

La normativa completa: http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2009/dm5_09.shtml

Leggi l’opinione di Stefano Stefanel
http://www.edscuola.it/archivio/ped/la_valutazione_degli_alunni.htm

 

Protocolli di Internet: differenze tra l’insegnamento in un corso serale e uno diurno

creo_que_soy-off.jpg All’inizio dei corsi che compongono il biennio di specializzazione SIS avevo venticinque anni e provenivo da quella scuola che “forma” le menti scientifiche dei suoi allievi utilizzando il dogma empirico. Io stesso ho provato sulla mia pelle l’ebbrezza della tipica consegna “e ora ditemi cosa osservate”. In questo la SIS mi ha piacevolmente stupito. Perché sono rimasto gradevolmente sorpreso da quanto ho appreso durante la SIS? Perché l’ho trovato utile per il mio futuro! Voglio provare ad argomentare questa mia asserzione. [Questa tesi partecipa al concorso "Condividi la tua tesi e vinci un iPhone 3G"]

Grazie ai continui confronti/scambi avvenuti all’interno dei laboratori disciplinari con i miei futuri colleghi, alle esperienze di tirocinio e alle nozioni derivanti dai corsi trasversali di scienze dell’educazione sono convinto che entrerò in classe con un diverso approccio didattico da fornire ai miei futuri all’allievi. Diverso rispetto a come è stata presentata la disciplina al sottoscritto, sia durante le scuole medie superiori, ma anche all’università dove il tempo era appena sufficiente per trasmettere teorie, dimenticandosi completamente il “come mai le cose vanno così”.

La conseguenza di tutto ciò era la convinzione, nel sottoscritto, che l’insegnante di informatica dovesse sì far lavorare i suoi allievi in laboratorio proponendogli di lavorare con il linguaggio di programmazione più in voga al momento, ma ero altresì convinto di infarcire i miei studenti di “conoscenza informatica a go-go” rendendoli supertecnici esperti. Il tempo per i “come mai”, lo avrebbero dovuto trovare altrove, perché la scuola non serve a questo, la scuola deve fornire solo strumenti di lavoro e nozioni.

Sbagliavo. Mi sono reso conto che un buon insegnante scientifico, si adopera per formare delle menti brillanti, pronte ad elaborare loro stesse delle soluzioni ai problemi, senza cadere nell’errore di fornire ricette “pronte all’uso” o peggio ancora ad elargire un’ora di noiosissima lezione esclusivamente nozionistica! Con questo non voglio dire che saper usare gli strumenti e conoscere le nozioni sia totalmente inutile, voglio dire che tutto va proposto in maniera coordinata, sinergica. Gli strumenti di lavoro hanno senso se dietro c’è una mente che sa cosa vuole ottenere utilizzando quello strumento. Il saper usare lo strumento di per se non aggiunge nulla di scientifico, ma solo un’abilità tecnica. Come nulla aggiunge l’esclusiva conoscenza nozionistica. Le nozioni devono essere apprese non come “sapere da conoscere a memoria”, ma come linguaggio della scienza, da utilizzare nel modo e nel momento più opportuno.

L’informatica, come la chimica, la fisica ed in generale le materie scientifiche, ha la grande fortuna di poter far “innamorare” alla causa, se sottoposta nella maniera giusta. Ma, questo avviene solo quando, sia gli allievi che il professore sono predisposti a questo processo. L’idea di scienza come processo e non come prodotto è, secondo il mio parere personale, il vero nocciolo della questione. Pensare alla scienza come un prodotto elimina quel contributo inventivo, che ha come diretta conseguenza l’apatia scientifica. Infatti, il pensiero di dover mettere a disposizione della scienza in primo luogo le capacità osservative e “poi eventualmente la propria intelligenza", allontana giustamente le menti predisposte alla ricerca scientifica e con esse rallenta lo sviluppo scientifico stesso. Per ovviare a ciò si può e si deve fare molto, modificando la trasposizione didattica della scienza in modo da spostare la concezione di punto di partenza della scienza tramite “l’osservazione” verso quella “orientata al problema”.

D’altronde, dal mio punto di vista, la scienza è invenzione, vista come costruzione del sapere. I fatti sono i mattoni necessari per costruire l’edificio, ma se dietro la costruzione non vi è un geometra con un’idea/teoria, anche i fatti stessi perdono di efficacia non potendogli attribuire alcun significato e l’edificio prima o poi crolla. L’aneddoto del cappone induttivista, credo possa rappresentare un ottimo esempio sui “rischi” che corre chi crede che l’osservazione sia la base della scienza. Chiarito questo primo aspetto legato al come insegnare l’informatica, a mio parere è fondamentale soffermarsi sul perché risulti importante, al giorno d’oggi, avere nel proprio percorso di studi una materia come informatica? Una buona risposta può sicuramente essere fornita osservando i calcolatori presenti oggi nel mercato. […]

Come si può notare troviamo la computazione nei settori più disparati della vita di tutti i giorni. In fondo alla scala troviamo i chip singoli incollati all’interno dei biglietti di auguri che suonano  “Buon compleanno”, la marcia nuziale o altre melodie molto comuni.

A seguire troviamo i calcolatori che si trovano in telefoni, televisioni, forni a microonde, CD player, giocattoli, bambole e mille altri prodotti. Nel giro di pochi anni qualsiasi oggetto elettrico sarà dotato di un calcolatore.

Al terzo posto vi sono le macchine per video game, poi si passa ai personal computer (PC) a cui pensano quasi tutti quando sentono la parola “computer”. Questi includono i modelli desktop e notebook. Personal computer potenziati sono spesso utilizzati come server di rete (cioè computer che devono offrire servizi ad altri computer).

Dopo i piccoli server troviamo sistemi composti da molti personal computer, collegati (ad esempio tramite rete di comunicazione) in modo da realizzare una potenza di calcolo elevata, derivata dall’apporto della capacità di computazione di ogni singolo PC. Al settimo posto ci sono i mainframe in uso fin dagli anni ’60. Anche se estremamente costose, queste macchine sono spesso mantenute per via dell’ingente investimento in termini di software, dati, procedure operative e personale. Per molte aziende è più conveniente spendere qualche milione di dollari ogni tanto per acquistarne una nuova piuttosto che fare lo sforzo necessario a riprogrammare tutte le applicazioni per macchine più piccole.

Infine, dopo i mainframe si collocano i supercomputer, utilizzati per risolvere problemi di calcolo molto complicati in campi scientifici e ingegneristici, come, ad esempio, la simulazione di uno scontro fra galassie, la sintetizzazione di nuovi farmaci o i modelli del comportamento dell’aria attorno alle ali di un aereo.

Come si può notare la “fame di computazione” è in continuo aumento è il conoscere e saper usare lo strumento più utilizzato al giorno d’oggi per il calcolare è essenziale. Da una parte la necessità del saperlo utilizzare per gli scopi di tutti i giorni (come si è potuto vedere i calcolatori sono dentro molti apparecchi elettrici), dall’altra il vantaggio del conoscerlo approfonditamente per spendere questa competenza in ambito lavorativo, dove la richiesta di comprensione ed uso dello strumento informatico è in continuo aumento.

La storia ci ha insegnato che è un’esigenza di ogni fase storica possedere e conoscere uno strumento che ci aiuti a risolvere problemi di computazione sempre più complessi ed importanti per lo sviluppo dell’umanità. Quando Nepero inventò/scoprì i logaritmi riuscì a semplificare e velocizzare alcuni calcoli con un grande beneficio per la scienza, in particolare per l’astronomia. Le sfide che la scienza ci propone oggi richiedono uno sforzo computazionale ancora più importante sia per complessità che per velocità di risoluzione.

Quindi, l’approccio ad una disciplina come informatica deve essere vissuto dallo studente come una grande opportunità per avvicinarsi in modo significativo al mondo, teorico e pratico, di uno strumento al giorno d’oggi essenziale per soddisfare il “fabbisogno” di computazione richiesto dalle sfide che la scienza si propone di affrontare e dal mondo lavorativo.

Da questa premessa si può capire molto facilmente che l’insegnamento dell’informatica richiede molta attenzione sia da un punto di vista metodologico che da un punto di vista contenutistico. Noi insegnanti di informatica ci troviamo nella duplice funzione di non dover solo trasmettere nozioni, ma di costruire conoscenza, tenendo però ben presente che l’informatica è una disciplina a metà strada tra scienza e tecnologia e quindi il sapere da costruire deve contenere concetti e nozioni al passo con i tempi per raccogliere la sfide che ci propone la società da un punto di vista lavorativo e dello sviluppo. Ed è proprio grazie alla SIS che oggi mi sento maggiormente preparato ad affrontare questa sfida e partecipare a quella che viene definita la terza rivoluzione educativa.

Come appreso durante il corso di Sociologia, in questa “rivoluzione” il sistema scolastico svolge un ruolo importantissimo per la formazione della qualificazione al lavoro, che può essere considerata a tre livelli: – Conoscenza operativa: applicare determinate abitudini a certe funzioni – Conoscenza professionale: diagnosticare ciascuna situazione per stabilire il procedimento migliore – Conoscenza scientifica: identificare nuovi problemi e produrre sistemi autentici per risolverli, o pure per fronteggiare quelli vecchi. Cresce la domanda di conoscenza scientifica e professionale, laddove diminuisce quella di conoscenza operativa. Si tratta di passare da una conoscenza principalmente concreta ad una astratta e simbolica.

Un capitolo particolarmente importante della esperienza SIS lo ricoprono le attività di tirocinio (sia attivo che osservativo) grazie alle quali ho potuto sperimentare “dal vivo” le nuove competenze acquisite anche grazie al sostegno dei docenti accoglienti con i quali ho potuto confrontarmi. Da queste esperienze, e dai corsi di scienze dell’educazione, ho potuto capire che uno degli aspetti più importanti del rapporto insegnamento-apprendimento, fatte salve le necessarie conoscenze disciplinari, è la relazione. In tal senso l’insegnante deve acquisire una professionalità relazionale fondata sulle capacità di comprendere e capire, dove queste implicano la capacità di gestire l’incontro con l’altro per promuovere l’apprendimento e crescita. Il presente lavoro illustra le attività di tirocinio svolte dal 18.12.2007 al 15.01.2008 e dal 16.01.2008 al 08.02.2008 nelle classi 5 A Informatici Sirio e 5 B Informatici Abacus. L’intervento didattico si è svolta durante le lezioni di “Sistemi di elaborazione e trasmissione delle informazioni”.

È mia intenzione presentare le due esperienze simultaneamente, per fare uno spontaneo raffronto tra un’esperienza presso un corso serale e un corso diurno dello stesso istituto. Per facilitare il confronto tra le due esperienze, ho trattato in entrambi i casi lo stesso argomento “i protocolli applicativi di Internet” utilizzando però strumenti didattici e metodologici ben differenti, come emergerà da questa relazione. Il mio obbiettivo è proprio quello di mettere in evidenza come, pur trattando gli stessi argomenti, nello stesso identico istituto, la didattica da applicare è ben differente ed essa dipende da alcune variabili quali, in primo luogo, gli studenti stessi componenti il gruppo classe ed in secondo luogo da altri fattori, come la preparazione fornita dal docente ordinario stesso, quella fornita dagli altri insegnanti della classe, etc.

INDICE

Premessa
Parte prima: Le teorie di riferimento – 1.1 Modello teorico didattico – metodologico di riferimento – 1.2 Scelta dei contenuti in relazione alla disciplina e alle sue caratteristiche – 1.3 Scelta delle modalità dell’intervento e degli strumenti da privilegiare.
Parte seconda: Il progetto – 2.1 Contesto d’indirizzo e di classe in cui si inseriscono gli interventi didattici – 2.2 Scelta dei contenuti in relazione alla programmazione progettata dall’insegnante titolare e ai prerequisiti degli studenti ai quali si rivolge – 2.3 Descrizione sintetica del progetto dell’intervento didattico
Parte terza: Analisi del processo – 3.1 Svolgimento dell’intervento didattico e differenze fra intenzioni iniziali e intervento effettuato – 3.2 Osservazioni relative agli aspetti relazionali – 3.3 Analisi critica dei risultati della verifica – 3.4 Riflessione critica sull’esperienza didattica condotta, per identificare gli aspetti positivi o da correggere o per formulare proposte più efficaci.
Parte quarta: Aspetti metacognitivi dell’attività svolta – 4.1 L’epistemologia e la storia nella didattica dell’informatica – 4.2 Conclusioni e riflessioni generali sulle esperienze SIS e di insegnamento – Bibliografia essenziale.

Allegati
Allegato 1 Estratto dal POF dell’ITIS “A. Avogadro”
Allegato 2 Piano di lavoro Classe V A Sirio
Allegato 3 Piano di lavoro Classe V B Abacus
Allegato 4 Materiale fornito dal Tirocinante per la classe V A Sirio
Allegato 5 Materiale fornito dal Tirocinante per la classe V B Abacus
Allegato 6 Verifica Classe V A Sirio
Allegato 7 Verifiche Classe V B Abacus

salva.pngScarica la relazione finale tirocinio SISScarica l’allegato 4Scarica l’allegato 5.

15 borse di studio per laureati italiani in America

Il programma Fulbright-Best, riservato ai cittadini italiani laureati nell’ambito delle materie scientifiche e tecnologiche consiste nell’assegnazione di 15 borse di studio per la frequenza di un programma universitario di sei mesi presso la Santa Clara University, Santa Clara, California e un internship presso aziende della Silicon Valley. Data di scadenza 27 febbraio 2009.

Data di Scadenza: 27 FEBBRAIO 2009 Numero delle borse: circa 15 (il numero delle borse potrà variare secondo i finanziamenti disponibili) Entità: Copertura di tutte le spese del programma (con alloggio previsto nel campus) incluse le spese di viaggio tra l’Italia e gli Stati Uniti. Campo di studio: Entrepreneurship e management per il consolidamento, crescita e creazione di aziende basate sull’innovazione tecnologica. Durata: 6 mesi (periodo settembre 2009 – marzo 2010) Dove: Santa Clara University’s Center for Innovation and Entrepreneurship e Aziende della Silicon Valley Per chi: laureati (vecchio ordinamento o laurea magistrale), studenti del Dottorato di ricerca in Italia o Dottori di ricerca in discipline scientifiche e tecnologiche che abbiano conseguito il titolo in Italia preferibilmente da non più di cinque anni alla data di scadenza del concorso. Requisiti: Ottima conoscenza della lingua inglese comprovata preferibilmente dal superamento del TOEFL.

I dettagli del bando di concorso

Studio di Alcuni Punti Notevoli del Trapezio

photochiel-meeting_cancelled.jpgI punti notevoli del triangolo sono stati i protagonisti di una notevole quantità di articoli e libri , la cui produzione toccò il suo massimo a fine ’800. Recentemente alcuni matematici come, per esempio, R.Kimberling, hanno ritrovato interesse per i punti notevoli del triangolo. Sorprendentemente, invece, non sono stati portati avanti analoghi studi sui punti notevoli del quadrangolo e del quadrilatero. Per il quadrilatero completo (quattro lati e sei vertici) si può fare riferimento ai contributi di G. Steiner; mentre per quanto riguarda il quadrangolo completo (quattro vertici e sei lati) la bibliografia si riduce a qualche decina di articoli, tra loro disconnessi. Uno studio sistematico di questo argomento è stato fatto da B. Scimemi, che si è avvalso anche della collaborazione di alcuni suoi studenti. Qui si trova la descrizione e lo studio delle proprietà di alcuni punti notevoli del quadrangolo completo.

Tesi presentata per il concorso "Condividi la tua tesi e vinci un Apple iPhone 3G"

Indice Introduzione – 0.1 Notazione – 1 Alcuni Punti Notevoli e Similitudini del Trapezio – 1.1 Baricentro – 1.2 O-centro – 1.3 H-centro – 1.4 N-centro – 1.4.1 Alcune Proprietà di H – 1.5 Punto J – 1.6 Quadrilateri Complementari e Punto di Miquel – 2 Teoremi Specifici del Trapezio – 2.1 Mediana Principale e Retta OH del Trapezio – 2.2 Alcune Proprietà del Punto di Miquel del Trapezio –  2.3 Trapezio Isoscele (Ciclico) – 2.4 Parallelogramma – 3 Descrizione Analitica del Trapezio – 3.1 Caso Generale (Quadrangolo non Ortogonale) – 3.2 Casi Particolari – 3.2.1 Trapezio Ciclico – 3.2.2 Parallelogramma – 3.2.3 Rettangolo – 3.2.4 Trapezio Ortogonale – 3.2.5 Trapezio Ortogonale e Ciclico – 3.2.6 Rombo – 3.2.7 Quadrato – 4 Ricostruzione del Trapezio – 4.1 Ricostruzione a partire da G, O, H, M – 4.1.1 Luogo di O – 4.1.2 Luogo di M – 4.2 Ricostruzione del trapezio isoscele.

Bibliografia
[1] JP. Ehrmann, Steiner’s Theorems on the Complete Quadrilateral, Forum Geometricorum, Volume 4 (2004) 35-52;
[2] M. Happach, Zeitschrift f¨ur Math. und Nat. Unterricht, 43, p.175, 1912;
[3] R.A. Johnson, Modern Geometry, An Elementry Treatise on the Geometry of the Triangle and of the Circle;
[4] C. Kimberling, Triangle Centers and Central Triangles, Congressus Numerantium, Vol. 129;
[5] B. Scimemi, Gruppi di trasformazioni geometriche, Isometrie e similitudini nel piano euclideo;
[6] B. Scimemi, Paper-folding and Euler’s Theorem Revisited, Forum Geometricorum, Volume 2 (2002) 93-104;
[7] B. Scimemi, Punti Notevoli del Quadrangolo Completo, inedito;
[8] M. Zausa, Punti, Rette e Coniche Notevoli del Quadrangolo Piano Completo, 1999

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La Luna incontra Venere

congiunzione-luna-venere.jpgIl prossimo 30 gennaio 2009, si verificherà una congiunzione tra la Luna e Venere. I due astri saranno visibili, poco dopo il tramonto, in direzione Ovest. La Luna sarà una sottile falce ulluminata per il 18%, Venere invece, brillantissima come sempre, sarà appena 4 gradi sotto il nostro satellite. Si prennuncia come uno spettacolo carino da osservare e da fotografare. Potete farlo con una qualsiasi fotocamera, anche compatta, ed un treppiede.

Giusto per darvi qualche idea vi ricordo che la scorsa notte di Capodanno si è verificata una congiunzione simile a questa. Ve ne propongo le foto, complete di dati tecnici, in maniera che possiate trovare qualche spunto.

20081231-cong-luna-venere.jpg

In questo "primo piano" della congiunzione potete vedere la sottile falce di Luna, illuminata dal sole, e la debole luce cinerea dovuta invece al “chiaro di Terra” sulla Luna. Immaginate in una notte di plenilunio la quantità enorme di luce che la Luna è in grado di proiettare al suolo. In quelle sere è possibile camminare tranquillamente senza l’ausilio di illuminazione artificiale a rischiarare i nostri passi. Ora immaginate questo astro della notte con un diametro quattro volte maggiore… è esattamente quello che accade sulla Luna. Quando noi vediamo una falce sottilissima di Luna nel cielo, se fossimo sulla Luna vederemmo la Terra "Quasi Piena". In quest’altra immagine invece vi propongo la stessa congiunzione, però ripresa a largo campo ed incorniciata tra gli ulivi, di cui il Salento è ricchissimo.

congiunzione-31122008.jpg

Anche in questa prossima circostanza proverò a fare qualche foto, se le condizioni meteo saranno favorevoli. In tal caso le condividerò molto volentieri con voi.

Vito Lecci

www.sidereus-nuncius.info

 

A ciascuno secondo la capacità sua [Matteo]

amalthia-money_changing_at_the_border.jpgPerché il Signore agirà come un uomo che partendo per un viaggio chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. Ad uno diede cinque talenti, ad un altro due, ad un terzo uno: a ciascuno secondo la capacità sua; e subito partì. Quegli che aveva ricevuto cinque talenti li negoziò e ne guadagnò altri cinque. Così pure quello che ne aveva avuti due, ne guadagnò altri due; ma quello che ne aveva ricevuto solo uno, andò fece una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo ritornò il padrone dei servi e li chiamò a render conto.

Vi andò chi aveva ricevuto cinque talenti e ne presentò altri cinque dicendo: Signore, mi consegnasti cinque talenti, ecco che ne ho guadagnati altri cinque. Il padrone gli rispose: molto bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti confiderò molto; entra nel gaudio del tuo Signore.

Si presentò dopo, quello che aveva ricevuto due talenti, dicendo: Signore mi affidasti due talenti, eccone qui altri due che ho guadagnato. Il padrone gli rispose: benissimo servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò autorità nel molto; entra nel gaudio del tuo Signore.

Per ultimo si presentò quello che aveva ricevuto un solo talento e disse: Signore so che tu sei un uomo severo, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Così, temendo nascosi il tuo talento sotto terra; eccotelo. Ma il padrone gli replicò: Servo iniquo e pigro, sapevi che io mieto dove non ho seminato, e raccolgo dove non ho sparso; per questo dovevi consegnare il denaro ai banchieri, ed al ritorno l’avrei ritirato assieme agli interessi. Riprendetegli perciò il talento e datelo a colui che ne ha dieci; perché a chi ha sarà dato ancora, e si troverà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche il poco che possiede. Questo inutile servo gettatelo fuori nelle tenebre dove sarà pianto e stridor dei denti.

(Vangelo di Matteo, XXV 14-30, primo secolo d.C.).

Si tratta di uno dei passi dei vangeli meno amati dalla cultura cattolica e da quella comunista, ma al contempo uno dei più amati dalla cultura protestante e da quella liberista. Comunque si pensi è certo che molti spunti possono essere tratti dalla parabola dei talenti per la gestione delle organizzazioni e per prevenirne alcuni dei problemi peggiori.

E’ importante saper riconoscere che gli individui non sono tutti uguali e non hanno le stesse capacità. A causa di questo, per non demotivare le persone e per un efficace funzionamento delle organizzazioni, è sempre opportuno premiare il merito e la responsabilità evitando riconoscimenti indifferenziati e a pioggia.

Diversamente dalla cultura islamica la pratica dell’interesse è qui riconosciuta come valida (purché ovviamente non scada nell’usura) perché disporre di denaro per un certo tempo è un grande vantaggio se lo si sa utilizzare proficuamente nelle imprese e nel commercio.

Anche il profitto, inteso come remunerazione del capitale investito è cosa lecita in quanto la sopravvivenza e la creazione di valore per tutti gli stakeholders (azionisti, finanziatori, dipendenti, fornitori, utenti, clienti, ecc.) è lo scopo principale di una organizzazione imprenditoriale.

I talenti rappresentano anche le potenzialità di un individuo che ognuno ha il dovere (ma si spera anche il piacere) di sviluppare cogliendo le opportunità che man mano si presentano. Per ogni impresa lo sviluppo del capitale intellettuale, la ricerca e l’innovazione, sono fondamentali per la prosperità dell’organizzazione, degli individui che la compongono e della società in generale.

Patway: trova la strada tra i numeri

patway.jpgScopo del gioco è trovare una strada tra i numeri seguendo la regola aritmetica indicata in alto a sinistra sullo schermo. Partendo dal numero in basso a sinistra cerca di raggiungere il numero in alto a destra: puoi andare su, giù, in diagonale, non puoi saltare.


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La matematica nella maturità 2009: tutte le materie della seconda prova

gelmini-video.jpgIl Ministro Gelmini affida a un video sul suo canale su Youtube la comunicazione delle materie scelte per la seconda prova per l’esame di maturità. Oltre all’elenco delle materie, il Ministro annuncia una modifica per la terza prova.

Ecco l’elenco completo delle materie.

Liceo scientifico: PRIMA PROVA SCRITTA AFFIDATA AL COMMISSARIO INTERNO: – ITALIANO
                        II PROVA SCRITTA MATEMATICA AFFIDATA AL COMMISSARIO ESTERNO
                        ALTRE MATERIE AFFIDATE AI COMMISSARI ESTERNI: 2) SCIENZE NATURALI 3) DISEGNO E STORIA DELL’ARTE

Liceo classico: PRIMA PROVA SCRITTA AFFIDATA AL COMMISSARIO INTERNO: – ITALIANO
                     II PROVA SCRITTA LATINO AFFIDATA AL COMMISSARIO ESTERNO
                     ALTRE MATERIE AFFIDATE AI COMMISSARI ESTERNI:  2) MATEMATICA 3) FILOSOFIA

Liceo linguistico: lingua straniera

Liceo pedagogico: pedagogia

Liceo artistico: elementi di architettura.

Quest’anno, per la prima volta, sarà proposta anche la prova scritta di cinese nei licei linguistici.

Ragionieria: economia aziendale

Geometri: tecnologia delle costruzioni

Tecnici commerciali per programmatori: informatica generale e applicazioni gestionali

Periti aziendali e corrispondenti in lingue estere: lingua straniera

Tecnici: sistemi elettronici automatici per l’indirizzo elettronica e telecomunicazioni;
           disegno, progettazione e organizzazione industriale per l’indirizzo meccanica;
           tecnologie chimiche industriali, principi di automazione e di organizzazione industriale per l’indirizzo chimico; 
           progettazione grafica per tecnico della grafica pubblicitaria;
           disegno professionale per tecnico dell’abbigliamento e della moda.

«Mi piacerebbe, conclude il Ministro, che in un futuro molto vicino la terza prova della maturità fosse una prova valutata con criteri particolarmente oggettivi, sulla falsariga dei test internazionali […] Ma su questo mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.»

http://www.youtube.com/mariastellagelmini

Altri documenti specifici

MATERIA OGGETTO DELLA II PROVA SCRITTA E MATERIE AFFIDATE AI COMMISSARI ESTERNI – A.S. 2008/2009 – CORSI ORDINARI

MATERIA OGGETTO DELLA II PROVA SCRITTA E MATERIE AFFIDATE AI COMMISSARI ESTERNI – A.S. 2008/2009 – CORSI SPERIMENTALI –

 

105. Lo scaffale dei libri

cerasoli-numero_1.jpgAnna Cerasoli è nota al grande pubblico per i suoi libri divulgativi di matematica I magnifici 10, La sorpresa dei numeri, Mr Quadrato, pubblicati anche all’estero. Le abbiamo fatto alcune domande sul suo nuovo libro.

Matematicamente.it: Nelle storie precedenti il protagonista era Filo un ragazzo ‘comune’, curioso di matematica, dall’intelligenza vivace, alle prese con la scuola e le maestre, esploratore del mondo, guidato dal nonno professore di matematica in pensione. Anna, chi è il protagonista di questo nuovo libro?

Il dilemma dei prigionieri: gli svantaggi della razionalità

magic_panda-through_the_wall.jpgPoteva mancare il dilemma del prigioniero? Certo che no! La proposta è di giocarlo “al plurale”. Ovvero, si gioca a squadre: qui parleremo di squadra I contro la squadra II, ma nulla vieta di scegliere nomi più “immaginifici” o più appropriati a secondo del contesto, incluso il fantozziano “scapoli-ammogliati”. Alla fine del gioco, c’è spazio per litigate, come a tressette o a scopa. Oltre che giocarlo a gruppi, si suggerisce anche di giocare una sorta di dilemma del prigioniero ripetuto, cioè di giocare più di un turno. Tutti i dettagli necessari sono forniti sotto.

Se hai sperimentato questi gioco con gli amici raccontaci come è andata, scrivi un commento qui o sul forum di teoria dei giochi.
Sei hai difficoltà a leggere l’articolo scarica da qui il pdf salva.png

104. 2009 anno internazionale dell’Astronomia

anno-astronomia.jpgL’ONU ha proclamato l’anno 2009 “Anno Internazionale dell’Astronomia”, accogliendo così la mozione che l’UNESCO aveva già avanzato nel dicembre 2005. Questa proclamazione è anche un successo italiano, poiché è stato proprio il nostro Paese il primo a farsene promotore fin dal 2003. Un risultato raggiunto anche grazie al fatto che nel 2009 ricorre il IV centenario dalla prima osservazione del cielo con un cannocchiale, da parte di Galileo Galilei.

Un magico ritratto: geogiochi

gioconda.jpgIn questo lavoro propongo un’attività didattica per studenti della scuola media o del primo biennio superiore. L’obiettivo è quello d’introdurre lo studio delle proprietà dei quadrilateri attraverso la lettura di un racconto di fantasia che incuriosisca i ragazzi. In una fase successiva essi dovranno individuare delle figure, disegnarle (con riga e compasso o con software di geometria dinamica) ed esplorarne le proprietà. In tutte le fasi il docente guiderà la discussione con la classe fino a pervenire alla sistemazione teorica dei contenuti.