Stavo ripassando alcuni teoremi relativi alle derivate e non mi è chiarissimo il criterio di derivabilità (quello che non usa il limite del rapporto incrementale per stabilire la dericabilità della funzione in un punto $x_0$).
In particolare, il criterio dice che:
1) se $f(x)$ è continua in $[a,b]$;
2) derivabile in $(a,b)$ a eccezione al più di un punto $x_0 in (a,b)$
3) risulta $lim_(x->x_0^-) f'(x) = lim_(x->x_0^+) f'(x) = l$,
allora la funzione è derivabile in $x_0$ e risulta $f'(x_0) = l$.
Applicando il teorema alla seguente funzione:
$f(x) = \{(2+e^-x, x>=0), (3+x^2, x<0) :}$
In effetti risulta $lim_(x->0^+) f'(x) = -1 != lim_(x->0^-) f'(x) = 0$, quindi la funzione non è derivabile in $0$. In particolare viene a mancare la terza ipotesi del teorema.
Se però considero:
$f(x) = \{(x^2sen(1/x), x!=0), (0, x=0) :}$, se voglio studiare la derivabilità in $x_0=0$ applicando la definizione di derivata ottengo:
$ lim_(h->0) (f(0+h) - f(0))/h = lim_(h->0) (h^2sen(1/h))/h = 0$.
Quindi la funzione in $0$ è derivabile (ha derivata nulla).
Calcolo $f'(x)$ per provare a capire la derivabilità della funzione in $0$ col criterio di sopra:
$f'(x) = 2xsen(1/x) -cos(1/x)$. $lim_(x->0) f'(x)$ non esiste. Come nel primo caso, il limite della derivata in $x_0$ non esiste, tuttavia nel caso di sopra la funzione non era derivabile in quel punto mentre qui lo è.
Cosa non mi è chiaro di questo criterio di derivabilità?