Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda thedoctor15 » 03/10/2014, 21:14

Salve a tutti. Sono uno studente del secondo anno di ingegneria elettronica e ieri ho concluso il primo anno (lunedì iniziano i corsi del secondo). Ringrazio tantissimo tutti coloro che mi hanno aiutato in questo forum, a partire dai moderatori della sezione di am e di questa sezione. Spero che riusciranno a "sgomitolare" anche questo dubbio amletico che mi perseguita che non è...matematico! xD (o forse sì 8-) )
Avendo dei giorni liberi, sto tirando le somme di questo primo anno. Ho notato che per i non geni conta molto il fatto: faccio più esami o ne prendo di meno ma con un buon voto (inteso come non minore di 28 tipo...). Io ad esempio ho fatto 5 esami: analisi1, fisica1, analisi2, fisica2 e geometria ed algenbra, tutte materie che bloccavano interamente quelle del secondo anno. Ebbene: analisi1 voto 30, in fisica avevo delle lacune ma son riuscito a rimediare un 25 nella 1 Per pi recuperare veramente con un 27 nella 2 (che era molto ma molto tosta, con una rof che su 100 cadidati ad appello prmuoveva 10), geometria e algenra 24 e analisi 2 (fatto l'orale ieri) 25. Per ora ho la media del 26 quindi. Non mi lamento, ma ad esempio ci sono altri ragazzi che preferiscono rimanere un po' indietro ma con tutti voti da 28 a 30. Ad esempio un amico è della serie "se non faccio tutto il compito perfetto non consegno" e così facendo è rimasto indietro senza am2 e g&a che bloccano interamente i corsi del secondo anno. Ordunque: ai fini lavorativi mi spiegate quale logica uno dovrebbe adottare? Io so di non stare ne da una parte ne dall'altra, visto che non ho voti esorbitanti e 2 esami (che però non bloccano) me li son lasciati: informatica e calcolatori 1, che valgono crediti ma sono propedeutici alla laurea praticamente xD. Secondo voi quale logica funziona? Lo so che quella giusta è "3 anni 100 e lode", ma la escludo a priori. Ve lo dico a partire dall'esperienza di ieri: orale di am2, due prof stronzissime, avevo studiato tanto, ma su 15 ammessi all'orale 2 28 (con scritto 27) e il resto tutti in meno. In pratica si limitava a confermare i voti dello scritto, nonostante un'interrogazione impecabile. A quel punto ho pensato: che faccio? Am2 è propedeutico a tutto il secondo anno e alla fine a malincuore ho firmato la camicia d'esame, anche se non è un votaccio, lo so. Io ad esempio ho pensato: ho esami come quei due che mi son lasciato e sistemi dimanici del secondo che non bloccano e che valgono molti crediti...potrei recuperare con quelli provandoli fino a che non prendo un voto alto? xD Ma poi volevo proprio chiedere a voi ingegneri quanto conta in pratica il voto? Uno che si laurea con voto da 95 a 103/105 cosa è destinato a fare/non fare? Vorrei capire con che ottica affrontare meglio l'anno venuro, per questo...
Ringrazio anticipatamente :lol: :roll:
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda raffamaiden » 03/10/2014, 22:45

Dipende molto dal TIPO di lavoro (da che mansioni vuoi andare a fare) e dalla quantità che viene domandata/offerta

Se vuoi fare ricerca o attività simili (progettazione, lavori molto creativi insomma) conta praticamente soltanto il voto

Già nelle società di consulenza, considera che (in quella più grossa di tutte) arrivano 100 curricola a settimana la maggior parte dei quali si è laureata nei tempi e con lode.
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda smaug » 03/10/2014, 23:56

stiamo comunque parlando del voto della magistrale però, se stai parlando di lavoro, sbaglio?

Non credo che se un ingegnere non sa il teorema della media e prende 18 ad analisi, non potrà essere un bravo strutturista, geotecnico o idraulico.
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda thedoctor15 » 04/10/2014, 08:00

Ragazzi ma in generale come vi sembra che stia andando?
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda Intermat » 04/10/2014, 11:14

Secondo me hai un ottima media. Io al primo anno ad ingegneria avevo la media del 23. Dal secondo in poi, capendo il metodo di studio e mettendoci ulteriore impegno, ho aumentato di molto la media portandola, nei rispettivi anni, a 28 al secondo e a 29 al terzo quindi considera che tu parti già da un ottimo punto. Vedrai che nei prossimi anni potrai migliorare ulteriormente! Inoltre per il voto devi vedere il regolamento, da me con una media come la tua, considerando che alcuni esami non faranno media, si potrebbe prendere un ottimo voto.
Per quanto riguarda, in generale, il discorso voto-lavoro, io credo che incida fino ad un certo punto. Sopra il 105 e con un'età al di sotto dei 26/27 anni (laurea magistrale) credo che non ci siano troppi problemi. Sicuramente ci sono alcune aziende che cercano solo i 110 e Lode in 5 anni ma non sono tante.

Smaug, non sottovalutare il voto della triennale, conta sicuramente meno della magistrale ma ci sono aziende che lo vogliono vedere e lo valutano. Almeno così ho capito nei giorni in cui le aziende vengono in università... :smt023
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda smaug » 04/10/2014, 13:44

No non lo sottovaluto ma la Salini costruzioni non credo abbia interesse di sapere se sono bravo in Analisi I o II o in Chimica o in Algebra. Se proprio le interessa il rendimento spero voglia vederlo in costruzione di strade, ferrovie ed aeroporti, oppure in costruzioni idrauliche oppure in costruzioni antisismiche oppure in progetto di ponti. Sarebbe anche logico.
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda Intermat » 04/10/2014, 14:38

Il voto non esprime solo il livello di preparazione. Un 110 e Lode al PoliMi potrebbe essere molto più bravo di un 110 e Lode laureato a Cosenza (citata a caso). Le aziende spesso valutano il mix voto/tempi di laurea per valutare quanto tu riesca ad essere produttivo e a raggiungere l'obiettivo migliore nei tempi previsti. In pratica valutano oltre la tua efficacia anche la tua efficienza. Quindi per loro è indifferente se hai studiato i ponti o paleologia cristiana, l'importante è che sappiano che tu sei in grado di rispettare i tempi e ottenere i risultati. Ovviamente non è che se ti laurei fuori corso ti schifano ma si fanno l'idea che tu non sei in grado di raggiungere gli obiettivi nei tempi previsti. In questa ottica, una volta che sanno che sei ing. meccanico/ ing. civile /ing. gestionale non gliene frega nulla delle materie che hai fatto ma solamente se sei riuscito ad ottenere la laurea nei tempi previsiti e con un buon voto. Ne consegue che una persona che ci ha messo 5 anni tra triennale e magistrale e ha preso 110 e Lode ad entrambi risulti migliore di uno che ci ha messo lo stesso tempo e ha preso 100 e 110 e Lode. Questo non perché analisi I la devi sapere ma semplicemente perché nella loro testa il primo riesce a raggiungere gli obiettivi anche in quei campi che magari non gli competono completamente.
Poi, come dicevo prima, non è che se ti sei laureato con 110 alla magistrale e con 100 alla triennale tu venga schifato dalle aziende, alla fine incide molto il colloquio. Almeno questo è quanto dicono le aziende.
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda smaug » 04/10/2014, 16:10

Si il colloquio e soprattutto il periodo di prova incide moltissimo. Gente laureata che ha trovato un lavoro mi racconta che al colloquio gli è stato chiesto di trovare il momento flettente e torcente di una trave caricata in un certo modo o cose del genere. Poi per la produttività il discorso è abbastanza logico, però non troppo indicativo, c'è gente che anche che deve pagarsi gli studi lavorando e perde del tempo, e la passione, la voglia, la determinazione, secondo quei giudizi e criteri non vengono affatto presi in considerazione. Però effettivamente uno si può fare un'idea del rendimento di un ragazzo da come dici. Tuttavia se dovessi assumere, quello che mi farebbe convincere è l'impressione che mi dà e quel poco che mi dimostra al colloquio un ragazzo e quello che mi dimostra nello stage e se sa lavorare in gruppo, se è una persona di cui ci si può fidare ecc ecc
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Re: Ingegneria: chiariamo una volta per tutte il rapporto lavoro/voto di laurea?

Messaggioda Intermat » 04/10/2014, 17:01

Infatti il tempo di laurea e il voto sono discriminanti in due casi:
-azienda molto grande => tanti curricula => intervisto solo quelli che sembrano essere migliori
-scelta fra due persone con la stessa identica preparazione ed entrambi convincenti al colloquio.

Ovviamente il colloquio incide tantissimo, da quello che ci hanno detto contano moltissimo i primi minuti, non solo per quanto riguarda la preparazione specifica (le società di consulenza, per uno stage, non pretendono tu sia già preparatissimo) ma soprattutto la capacità di relazionarsi con l'intervistatore: il non essere troppo teso, il saper rispondere in modo adeguato alle varie domande (anche non tecniche), il saper risolvere piccoli problemini (l'esempio fatto era: quante palline da ping pong entrano in un Boeing?) e cose simili. Inoltre solitamente anche le grandi società ammettono ai colloqui i laureati entro 26/27 anni proprio per comprendere quei studenti che hanno sforato i 5 anni per motivi di salute, perché dovevano lavorare etc. Sicuramente il lavorare durante l'università è valutato positivamente, è indice di grande forza di volontà e di responsabilità. Io ad esempio premierei uno studente del genere e lo dico contro i miei interessi dato che oltre che studiare non faccio altro (inteso come sport o lavoro!).
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