vict85 ha scritto:Il problema è che con le persone sopra una certa età, c'è anche il rischio che la cura faccia più danni di quel che già ci sono.
Ma anche questo avviene sempre e non solo per le persone di una certa età; qualsiasi cura e ancor più qualsiasi intervento hanno un certo grado di "rischiosità", non per nulla ti fanno firmare il "consenso informato" (come se uno "non addetto ai lavori" capisse veramente qual è il reale rischio che corre leggendo un foglio con più clausole di una polizza assicurativa
)
vict85 ha scritto:Quando non ci sono letti, è normale che una persona con più speranza di sopravvivere abbia la precedenza. Anche perché curare qualcuno che non ha possibilità di sopravvivere vuol dire avere due morti invece che uno.
Appunto, stai confermando quello che ho scritto: non è certo una novità che scelgano chi deve vivere e chi deve morire (Lo so, detto così è grandemente melodrammatico ma così è più chiaro ... )
Ma il problema (o meglio la questione) sta proprio qui ovvero "perché curare qualcuno che non ha possibilità di sopravvivere?"
Perché non vi è certezza in quel "NON ha possibilità" e quante volte capita che il "non avere possibilità" sia invece "solo" non aver provato/tentato tutte (o tante altre) possibilità? Non lo so … ma ho sentito tanti (troppi?) medici dare per scontato che non vale la pena curare più di tanto persone di una "certa" età, tanto ... e sia chiaro che non mi sto riferendo a persone incurabili ma semplicemente vecchie e acciaccate ...