Faussone, mi fai faticare di 11 agosto
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Come dici, una discussione tecnica è molto complicata.
Dire Flat Tax senza avere una proposta dettagliata e complessiva non consente di dire molto.
La Flat Tax, si sa, non è una invenzione di Salvini, è una proposta seria, anche se poi ogni cosa che dice Salvini suona male
. Ma depurata dall''effetto Salvini', non può essere liquidata come una sciocchezza o con frasi stereotipate come "dà ai ricchi e toglie ai poveri" o "non ci sono le coperture".
Meccanismi redistributivi che la rendano progressiva possono essere introdotti, e le coperture, è ovvio che chi la propone proporrà anche le coperture.
E' una proposta del liberalismo americano, del premio Nobel Milton Friedman, alla fine degli anni '50.
Per l'Italia è stata fatta una proposta articolata anni fa dall'Istituto Bruno Leoni, che non c'entra niente con la Lega, è un istituto di studi liberali. Dovrebbe essere ancora sul sito, mi pare che fosse a firma di Alessandro De Nicola.
Una intervista di oggi su La Stampa a Giovanni Tria può chiarire alcuni aspetti. Ve lo metto in copia qui sotto perché riservato agli abbonati.
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Tria: “L’aliquota unica non privilegia i ricchi se si tagliano detrazioni e deduzioni”
L’ex ministro dell’Economia: «Così la progressività verrebbe preservata»
PAOLO RUSSO
La Stampa 11 Agosto 2022 alle 01:00
Giovanni Tria, ex ministro dell'Economia
ROMA. Per l’ex ministro dell’Economia del governo gialloverde, Giovanni Tria, la flat tax non è la tassa dei ricchi che cancella la progressività del reddito, «che verrebbe garantita dal riformato sistema di detrazioni e deduzioni».
Per il centrosinistra cancellando la progressività del prelievo fiscale la flat tax avvantaggerebbe i ricchi. È così?
«Mi sembra una semplificazione eccessiva. Prima di tutto bisogna vedere cosa si intende per aliquota unica e come si applica. Poi bisogna partire calcolando qual è l’aliquota effettiva che si paga sul proprio reddito, che non è quella nominale, sulla quale poi interviene tutto il sistema di detrazioni e deduzioni fiscali. Attraverso le quali è possibile anche conservare la progressività del prelievo».
Secondo alcuni studi, l’aliquota unica del 15% costerebbe tra i 50 e i 60 miliardi. Dove li troviamo?
«Prima di tutto credo che nessuno pensi di partire da subito con un’aliquota di quel tipo per tutti. Comunque il bilancio dello Stato è vicino ai 900 miliardi e nelle voci di spesa si possono limare e rivedere tante cose. Da decenni si parla di rivedere la giungla delle deduzioni e detrazioni, ma poi nessuno fa nulla per paura di perdere consenso. E da anni si va avanti con nuovi bonus senza che nessuno abbia il coraggio di cancellare quelli vecchi».
È pensabile estendere la flat tax del 15% anche ai dipendenti, come propone Salvini?
«Non penso si possa fare nell’immediato. È una proposta da vedere in prospettiva. Credo che si potrebbe partire adottando il sistema tedesco, dove le aliquote non sono per scaglioni di reddito ma c’è una flat tax per ciascuna fascia dello stesso reddito. Se guadagno 60mila euro pago su tutto il reddito il 23%, se sono a 70mila il 25 e così via. Una curva che si può poi appiattire progressivamente senza stravolgere il bilancio dello Stato».
Se in cambio dell’aliquota piatta si falciano detrazioni e deduzioni non si rischia di colpire famiglie numerose e con disabili a carico?
«No, perché si potrebbero mantenere per i redditi più bassi e ridurre per quelli più alti. In questo modo si tutelerebbero le famiglie svantaggiate e si garantirebbe anche la progressività del prelievo fiscale».
La proposta di un’aliquota al 23% lanciata da Forza Italia le sembra più ragionevole?
«Anche qui bisogna vedere come la si applica, quali detrazioni restano e quali no. Di fatto dietro la flat tax c’è l’idea di tassare più i consumi che i risparmi. Se investo quello che guadagno il prelievo scende, aumenta se anziché investire spendo. Certo, l’Iva è un’imposta regressiva perché i poveri consumano soprattutto in beni essenziali una quota maggiore del loro reddito. Ma questo potrebbe essere compensato offrendo un sussidio sotto un certo livello di reddito».
Meloni propone in una prima fase una aliquota unica solo per la quota incrementale di reddito. Ci aiuta a capire?
«Non è una flat tax ma un incentivo a guadagnare di più. Sulla parte di reddito maggiore dello scorso anno ti faccio pagare meno. Ma se l’anno successivo il reddito non progredisce torno a pagare su tutto le normali aliquote. È un sistema opposto alla filosofia del reddito di cittadinanza, che può funzionare se si sposa con l’abbassamento delle aliquote ordinarie in modo da rendere permanente l’incentivo a fare di più».
Intanto vola la tassa più iniqua di tutte: l’inflazione. Come la fermiamo?
«La Bce lo farà aumentando i tassi di interesse, ma questo significa frenare anche l’economia. Bisognerebbe invece intervenire per limitare la perdita d’acquisto dei redditi più bassi. Ma lo si deve fare senza innestare la spirale prezzi-aumento dei salari e senza aumentare il deficit, tagliando invece le spese non essenziali».
Economisti che studiano le diseguaglianze mostrano che da 100mila euro il reddito è via via prodotto più dalla rendita che dal lavoro. È uno squilibrio su cui intervenire?
«Sì, ma non tassando i patrimoni, bensì introducendo una progressività del prelievo sulla ricchezza che questi producono. E poi bisogna ridurre il peso del fisco sul lavoro. Parlare di patrimoniale significa spaventare la gente, inducendola così a consumare meno. A danno dell’economia».
Sia Tria che mi pare (ma non ne sono sicura, l'ho letto anni fa) l'Istituto Bruno Leoni, parlavano in parallelo di uno spostamento dalle imposte dirette alle indirette (IVA). Però oggi c'è l'inflazione, quindi è diverso.
C'è un articolo in proposito del 2007 di Tria e di Ernesto Felli che fu allora abbastanza famoso.
https://www.ilfoglio.it/economia/2019/0 ... va-250531/Le imposte indirette sarebbero una tassazione che pesa più sui consumi che sugli investimenti, incentivando questi ultimi, e sarebbe in effetti anche un rimedio all'evasione, poiché i ricchi possono non dichiarare i redditi, ma se spendono devono per forza pagare l'IVA.
La Flat Tax è stata legata anche alla cosidetta 'curva di Laffer', che fece furore un periodo negli Stati Uniti, non so quanto ora caduta in disgrazia.
E' una relazione tra gettito fiscale e aliquota di tassazione, rappresentata da una curva a U, che fa vedere come lo stesso gettito fiscale può essere ottenuto con due aliquote, una più bassa e una più alta, e l'idea della Flat Tax è spostarsi verso questa aliquota più bassa.
Dico questo solo per dare qualche informazione. Non sono ne' pro ne' contro la flat tax, in primis per i motivi che ho detto, senza una proposta articolata non si sa che dire. In secundis perché non sono affatto ferrata in campo fiscale, ne' prevedo di diventarlo, preferisco vivere
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Quindi in tema fiscale mi appello alla clemenza della corte.
Easy reading is damned hard writing. (Nathaniel Hawthorne, The Scarlet Letter)