Per esempio:
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utente__medio ha scritto:La "scienza" poi dovrebbe anche spiegare il seguente grafico:
https://i.postimg.cc/kgqZq97K/fgh.png
a tal proposito guardate cosa riporta una famosa e accreditata rivista scientifica:Nature ha scritto:Utilizzando un set di dati unico dei servizi medici di emergenza nazionali israeliani (EMS) dal 2019 al 2021, lo studio mira a valutare l'associazione tra il volume di arresto cardiaco e le chiamate EMS di sindrome coronarica acuta nella popolazione di 16-39 anni con potenziali fattori compresi i tassi di infezione e vaccinazione da COVID-19. Nel periodo gennaio-maggio 2021 è stato rilevato un aumento di oltre il 25% in entrambi i tipi di chiamata, rispetto agli anni 2019-2020. Utilizzando modelli di regressione binomiale negativa, i conteggi settimanali delle chiamate di emergenza erano significativamente associati ai tassi di 1a e 2a dose di vaccino somministrata a questa fascia di età, ma non ai tassi di infezione da COVID-19. Pur non stabilendo relazioni causali, i risultati sollevano preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti collaterali cardiovascolari gravi non rilevati indotti dal vaccino e sottolineano la relazione causale già stabilita tra vaccini e miocardite, una causa frequente di arresto cardiaco inaspettato nei giovani.
Ovviamente non si può stabilire un nesso di causa effetto certo, ma queste "coincidenze statistiche" (e va ricordato che la statistica, vista l'abissale ignoranza umana, la fa da padrona in moltissimi ambiti) suggerirebbero quantomeno maggior cautela, mentre invece si è perseverato in barba a qualsiasi principio di precauzione.
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https://blogs.bmj.com/bmj/2021/01/04/peter-doshi-pfizer-and-modernas-95-effective-vaccines-we-need-more-details-and-the-raw-data/
Qui, oltre a mettere in dubbio il 95% di efficacia sbandierato all'inizio (che poi si sono visti costretti a ridimensionare), si pone l'accento su alcuni dettagli ignorati dai più a cui mi riferivo quando dicevo:
Secondo il protocollo interno di Pfizer, il direttore scientifico dello studio, così come i ricercatori clinici, erano “smascherati”. Persino l’equipe di ricercatori responsabili per la verifica degli eventi avversi e delle possibili violazioni di protocollo erano al corrente di chi avesse ricevuto il placebo e chi il vaccino. Che cosa significa? Che a Pfizer bastava inserire conseguenze gravi del vaccino nella tabella delle “violazioni di protocollo”, per evitare di mettere in cattiva luce il farmaco da loro prodotto. Cosa che sarebbe impossibile da fare in un trial a “doppio cieco”. Per “violazione di protocollo” si intende errori nella somministrazione di un preparato, ad esempio una dose più elevata di quanto prestabilito. Stranamente, il numero di “violazioni di protocollo” è risultato di gran lunga più alto nel gruppo dei vaccinati, rispetto al placebo (311 nel gruppo vaccinati, 60 nel placebo).
E ancora la somministrazione di farmaci analgesici e antipiretici è stata 3-4 volte maggiore nel gruppo vaccinati rispetto a quello placebo. Con ogni probabilità ciò è stato fatto per mascherare gli eventi avversi della vaccinazione, ma rimane comunque un dato significativo.
Qui, oltre a mettere in dubbio il 95% di efficacia sbandierato all'inizio (che poi si sono visti costretti a ridimensionare), si pone l'accento su alcuni dettagli ignorati dai più a cui mi riferivo quando dicevo:
utente__medio ha scritto:Ti sei assicurato nel dettaglio della bontà delle metodologie utilizzate e della corretta interpretazione dei dati grezzi? Oppure il tuo credere nella "scienza" è in realtà una resa più o meno consapevole al principio di autorità nei confronti di presunti organismi imparziali?
Secondo il protocollo interno di Pfizer, il direttore scientifico dello studio, così come i ricercatori clinici, erano “smascherati”. Persino l’equipe di ricercatori responsabili per la verifica degli eventi avversi e delle possibili violazioni di protocollo erano al corrente di chi avesse ricevuto il placebo e chi il vaccino. Che cosa significa? Che a Pfizer bastava inserire conseguenze gravi del vaccino nella tabella delle “violazioni di protocollo”, per evitare di mettere in cattiva luce il farmaco da loro prodotto. Cosa che sarebbe impossibile da fare in un trial a “doppio cieco”. Per “violazione di protocollo” si intende errori nella somministrazione di un preparato, ad esempio una dose più elevata di quanto prestabilito. Stranamente, il numero di “violazioni di protocollo” è risultato di gran lunga più alto nel gruppo dei vaccinati, rispetto al placebo (311 nel gruppo vaccinati, 60 nel placebo).
E ancora la somministrazione di farmaci analgesici e antipiretici è stata 3-4 volte maggiore nel gruppo vaccinati rispetto a quello placebo. Con ogni probabilità ciò è stato fatto per mascherare gli eventi avversi della vaccinazione, ma rimane comunque un dato significativo.
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Riguardo poi alla trasparenza delle case farmaceutiche e degli enti regolatori, nel settembre 2021, per vederci chiaro riguardo ai trial del vaccino anti-Covid prodotto da Pfizer, l’associazione no profit PHMPT aveva intentato una causa legale contro l'FDA (ente regolatore del farmaco statunitense) che aveva dichiarato di non riuscire a pubblicare la documentazione in loro possesso, vista l’ingente mole di file da elaborare, e aveva individuato il 2076 come data entro la quale i documenti sarebbero stati resi integralmente di dominio pubblico. Tuttavia, un giudice federale ha respinto la proposta dell’FDA, ordinando il rilascio di 55.000 pagine al mese a partire dal primo di marzo. Quanto emerge supporta la tesi espressa in un’inchiesta pubblicata il 2 novembre 2021 sul British Medical Journal:
https://www.bmj.com/content/375/bmj.n2635
https://www.bmj.com/content/375/bmj.n2635
Nel mirino ci sono alcuni trial clinici effettuati dalla texana Ventavia Research Group, società che aiuta a realizzare la sperimentazione di Pfizer sul vaccino covid-19. L’accusa è molto grave: Brook Jackson, ex direttrice regionale della Ventavia Research Group ha riferito alla redazione di The BMJ che la compagnia avrebbe falsificato dati, ai pazienti era stato rivelato il trattamento ricevuto, invalidando così la formula del doppio cieco, e gli effetti avversi segnalati nella fase III del processo di sperimentazione erano stati riportati con estrema lentezza. Problemi che venivano ripetutamente notificati al quartier generale di Ventavia, e anche alla FDA, proprio dalla Jackson, la quale in tutta risposta si è vista licenziare di lì a poco tempo.
Oltre a informare i superiori rispetto a quanto accadeva nell’azienda, Brook Jackson avrebbe anche documentato le sue accuse con immagini, video e email che ha fornito alla redazione del British Medical Journal. In particolare una di queste mostrava l’imballaggio del vaccino con il numero di identificazione del paziente che partecipava alla sperimentazione, lasciato in bella vista e potenzialmente scoprendo l’identità del paziente. Jackson ha anche riferito che i tabulati di conferma dell’assegnazione dei farmaci venivano lasciati nelle cartelle dei partecipanti, accessibili dunque a tutto il personale.
Alcuni dirigenti avrebbero poi fatto pressione su alcuni membri dello staff per falsificare i dati e, discutendo su una possibile ispezione da parte della FDA, un dirigente avrebbe rassicurato tutti dicendo che se e quando ci fosse stata un'ispezione lo avrebbero saputo prima. Ispezione che alla fine non è mai avvenuta, neanche dopo la denuncia di Jackson.
Quando il 10 dicembre 2020 Pfizer presentò al comitato consultivo della FDA il documento informativo per richiedere l’autorizzazione all’uso d’emergenza del suo vaccino Covid-19 non fece alcuna menzione dei problemi fuoriusciti dagli stabilimenti di Ventavia. E il giorno successivo la FDA, che ricordiamo era stata messa al corrente delle problematiche, rilasciava l’autorizzazione. Da settembre 2020 ad oggi, Pfizer non solo non avrebbe preso provvedimenti, ma avrebbe addirittura assunto Ventavia come subappaltatore di ricerca su altri quattro studi clinici sul vaccino, compresi quelli sulle donne incinte e sui bambini.
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In Italia ed Europa invece:
Libero ha scritto:Vaccino, "il report sulla sicurezza coperto da segreto militare"
Sulla carta c'è scritto che le case farmaceutiche sono obbligate a presentare periodicamente i rapporti sulla sicurezza dei vaccini anti covid che producono. C'è una determina dell'Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco, a stabilirlo. Ed è stata pure pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Peccato che queste relazioni sui vaccini Pfizer-Biontech, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson sembrano un segreto di Stato: ad oggi alle due associazioni di promozione sociale Idu e Dus che ne avevano fatto richiesta è stato risposto picche. Lo denuncia dalle colonne del Fatto Quotidiano Enzo Iapichino, uno dei legali delle associazioni che ha fatto richiesta di accesso agli atti e che poi si sono trovate costrette a presentare una querela alla Procura di Roma contro Aifa, il ministero della Salute, il Comitato tecnico-scientifico, l'Istituto superiore di sanità indicando varie ipotesi di reato, dall'omissione di atti d'ufficio al falso ideologico.
Come racconta Iapichino a Natascia Ronchetti, è da novembre che cercano di leggere quei report. Il direttore generale dell'Aifa, "Nicola Magrini ci ha risposto che i rapporti sulla sicurezza dei vaccini hanno natura riservata, sono di proprietà delle case farmaceutiche", rivela l'avvocato. "Soprattutto che Aifa non detiene la documentazione richiesta. Magrini ci ha scritto di rivolgerci a Ema, l'agenzia europea del farmaco". Cosa che hanno fatto, ma anche lì nulla da fare. "Ema ci ha opposto un diniego. Indicando tre motivi. Primo: i report non possono essere divulgati per non pregiudicare il processo decisionale sull'autorizzazione incondizionata. Secondo: rientrano nelle eccezioni del loro regolamento, che attengono all'ordine pubblico e al segreto militare. Terzo: l'interesse di non incidere sulla decisione finale, che riguarda appunto l'autorizzazione, prevale sull'interesse pubblico. Assurdo. Perché in Italia abbiamo intere categorie obbligate a vaccinarsi". Poi c'è stato il ministero della Salute, di nuovo l'Aifa, ma ad oggi ancora nessuna traccia delle relazioni. La conclusione di Iapichino è "che manca la trasparenza da parte delle istituzioni. Se parliamo delle relazioni sulla sicurezza dei vaccini a questo punto presumiamo che non ne siano in possesso. Se parliamo degli studi scientifici, presumiamo che li abbiano. Ma allora perché non li mettono a disposizione?".
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Ci sarebbe poi la celebre (o meglio famigerata) fake news per cui il vaccino modificherebbe il DNA... ebbene uno studio svedese ha osservato che in vitro l'mRNA vaccinale (Pfizer) è in grado di modificare il DNA di cellule epatiche umane mediante una trascrittasi inversa. Ovviamente si è cercato di nascondere e sminuire la questione invece di approfondirla e assicurarsi che qualcosa di simile non avvenga anche "in vivo", visto anche che tra le tante proteine bersaglio si è andati a scegliere per il vaccino proprio la proteina spike, che è di per sé una tossina (soprattutto nei confronti del tessuto endoteliale, ossia della superficie interna dei vasi sanguigni).
E a tal proposito non mi risulta che ad oggi sia stato effettuato alcuno studio di genotossicità e cancerogenicità.
E a tal proposito non mi risulta che ad oggi sia stato effettuato alcuno studio di genotossicità e cancerogenicità.