13/08/2022, 09:59
13/08/2022, 11:02
13/08/2022, 11:33
13/08/2022, 12:11
j18eos ha scritto:Per quanto mi riguarda: certi personaggi politici vivono proprio fuori dalla realtà...
13/08/2022, 14:16
13/08/2022, 14:35
utente__medio ha scritto:gabriella127 ha scritto:Questo per spezzare una lancia a favore della 'scientificità' dell'economia.
A tal proposito:ilsole24ore ha scritto:«Se mi chiede se la regola adottata oggi in Europa e in altre nazioni del mondo, tra cui Israele, Malesia e Cina, secondo cui il deficit di un Paese non debba superare il 3% del Pil abbia basi scientifiche le rispondo subito di no. Perché sono stato io a idearla, nella notte del 9 giugno 1981, su richiesta esplicita del presidente François Mitterrand che aveva fretta di trovare una soluzione semplice che mettesse rapidamente un freno alla spesa del governo di sinistra che nel frattempo stava esplodendo. Così in meno di un’ora, senza l’assistenza di una teoria economica, è nata l’idea del 3%».
Non ha peli sulla lingua Guy Abeille, che a quei tempi era un funzionario del ministero del Bilancio della Francia e oggi ha 68 anni ed è felicemente in pensione.
[...]
"Così, quella notte del 1981 il numero due alla direzione del Bilancio, Pierre Bilger [...] chiese a me e al mio collega [...] con urgenza di stabilire una regola semplice e utilitaristica. Avevo 30 anni e la cosa era anche divertente. Purtroppo nessuna teoria economica supportava il lavoro. Ma dato che l’ordine arrivava dall’alto non potevamo fare altrimenti che metterci all’opera. Esaminammo le voci di bilancio, spese, entrate, debito. E a quel punto arrivò un’intuizione: in macroeconomia tutto comincia e finisce con il Pil. Ecco quindi l’idea di rapportare il deficit al Pil.
Ma perché 3% e non 2% o 4%?
Quell’anno il Pil era di 3.300 miliardi e la spesa si avvicinava a 100. Il rapporto non era quindi lontano dal 3%. Ecco il perché della formula. Poi tra l’altro cadeva casualmente sul “numero 3” che è noto al pubblico per vari motivi ed ha un’accezione positiva, si pensi alle Tre Grazie, ai tre giorni della resurrezione, le tre età di Auguste Comte, i tre colori primari, la lista è infinita. Un numero, magico, quasi sciamanico, facilmente spendibile anche nel marketing politico come Fabius, e lo stesso Mitterand l’anno dopo, fecero. Sin da allora ero però consapevole che legare il deficit al Pil era un po’ come dividere i cavoli con le carote. Il deficit/Pil è un rapporto che può al massimo servire da indicatore, ma in nessun caso può essere una bussola perché non misura nulla, non è un vero criterio. Ciò che conta è ottenere un valore che calcoli la solvibilità di un Paese, la capacità di rimborso del debito da un’analisi ragionata. Ma avevamo fretta. E quindi dalla nostra cassetta degli attrezzi non è venuto fuori di meglio".
Anche la soglia del 60% del rapporto debito/pil è un valore arbitrario, infatti nasce semplicemente dalla media dei valori di tale rapporto, relativo ai paesi che firmarono il trattato di Maastricht, al momento della stipulazione.
Detto ciò, non voglio sminuire la scienza economica, ma va detto che essa si basa su modelli (anche molto diversi l'uno dall'altro), che a loro volta si basano su postulati, la cui aderenza alla realtà fattuale è quantomeno opinabile.
Per come la vedo io, da profano, gli unici vincoli reali sono le risorse del pianeta e il loro tasso di rigenerazione, la popolazione umana, il suo tasso di crescita e il suo standard di vita (che possibilmente dovrebbe essere simile ad ogni latitudine), e i compromessi ambientali ritenuti accettabili; tutto il resto sono solo scelte politiche camuffate da verità scientifiche.
13/08/2022, 16:40
gabriella127 ha scritto:Le cose che dice Riccardo Realfonso, l'economista del video, sono sacrosante, ed è vero che si parla pochissimo di queste cose.
[...]
Io sono sostanzialmente d'accordo con quello che dice, dico sostanzialmente perché si tratta di un tema enorme.
[...]
E' vero che una certa visione è diventata prevalente nelle istituzioni, e sono d'accordo che si deve cambiare.
[...]
Così come trovo molto interessanti la citazione che hai fatto dal Sole240re sui vincoli dell'Europa al deficit, debito/ PIL, etc. Non ho dubbi che sia così, visto che oltretutto lo dicono i protagonisti.
gabriella127 ha scritto:Insomma, io sono pro Europa, in primis per motivi politici, l'Europa è stata squassata da guerre nella storia, ora preferisco vedere Francia e Germania a braccetto, con tutti i loro limiti, che vedere che si scannnano.
Questo non vuol dire che qualsiasi cosa faccia l'Europa va bene, e penso che l'Europa con i suoi meccanismi, le sue istituzioni e i suoi obiettivi, vada profondamente rivista.
utente__medio ha scritto:forse il problema è che ti pesa da una parte ammettere tutte le storture (per usare un eufenismo) dell'Unione EUropea e contemporaneamente dall'altra ribadire comunque di essere assolutamente a favore della stessa.
13/08/2022, 17:23
utente__medio ha scritto:gabriella127 ha scritto:Insomma, io sono pro Europa, in primis per motivi politici, l'Europa è stata squassata da guerre nella storia, ora preferisco vedere Francia e Germania a braccetto, con tutti i loro limiti, che vedere che si scannnano.
Questo non vuol dire che qualsiasi cosa faccia l'Europa va bene, e penso che l'Europa con i suoi meccanismi, le sue istituzioni e i suoi obiettivi, vada profondamente rivista.
Ed è proprio qua che per me casca l'asino... ed era proprio a questo che mi riferivo quando ho detto:utente__medio ha scritto:forse il problema è che ti pesa da una parte ammettere tutte le storture (per usare un eufenismo) dell'Unione EUropea e contemporaneamente dall'altra ribadire comunque di essere assolutamente a favore della stessa.
13/08/2022, 20:36
gabriella127 ha scritto:Come si può in un mondo sempre più interconnesso, dove ormai l'occidente è minoritario, pensare di competere e di non andare in rovina diventando tanti vasetti di coccio di fronte alle sfide globali poste dal resto del mondo?
Un'Europa frammentata conterebbe quanto il due di coppe in politica internazionale? E' probabile.
gabriella127 ha scritto:E come viviamo? Non possiamo più andare liberamente da un paese all'altro come ora? Penso alla Brexit come brutta ferita all'idea che ho di Europa e di mondo in cui vivere.
E' che prioprio per il mio carattere e il mio sentimento naturale vorrei stare in un mondo in cui non ci si chiuda gli uni rispetto agli altri.
14/08/2022, 07:47
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