Gugo82 ha scritto:Fioravante Patrone ha scritto:"
Quando la matematica trasforma in «gioco»
la complessità della vita",
articolo(*) a firma di Antonino Zichichi su
Il Giornale on line:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=249085&START=0&2col=(*) Invito a leggere anche l'articolo, io, in quanto "scienziato praticante", ho trovato
deprimente la chiosa finale (a "pagina" 3)
La trovo soltanto una visione oltremodo darwiniana della competizione scientifica; perchè
deprimente? Al massimo è
ridicola, perchè detta da Zichichi.
Gugo82, ti dovevo una risposta...
Parlavo di "deprimente" per contrapposizione con quanto dice Zichichi nella sua conclusione (si riferisce a Nash, come si può capire leggendo l'articolo), proprio nelle ultime parole:
"
In Scienza o si arriva primi o niente; esistono solo medaglie d’oro. Le medaglie d’argento e quelle di bronzo esistono nello sport. La Scienza è competizione rigorosamente a somma zero. Non perché chi vince uccide il nemico, ma in quanto arrivare primo sulla vetta vuol dire essere riuscito nell’impresa di dimostrare la propria eccellenza intellettuale. E se questa viene messa in dubbio può arrivare la cupa depressione."
Non so se la si possa chiamare concezione darwiniana. E' vero che se un teorema è stato pubblicato, difficilmente potrò farmi accettare da una rivista un contributo in cui riproduco lo stesso tipo di dimostrazione dello stesso teorema. Ma ache la ricerca matematica è molto più complessa e ricca di sfaccettature di quanto non sembri suggerire in queste ultime brevi righe Zichichi. Ci sono anche "scuole" diverse che lavorano in un clima di collaborazione-competizione ben diverso da questa
cut-throat competition. Ho presente questo clima fra le scuole italiane e francesi, vissuto direttamente o di riflesso. In analisi, potrei citare le disequazioni variazionali (ho passato dieci anni a Pavia, dove anche i muri ormai le sapevano!). Oppure la gamma-convergenza (o epi-convergenza): De Giorgi e la scuola pisana (principalmente) e dall'altra, appunto, ricercatori francesi (ma non solo: Wets). Le arene dove ci si "scontra" e ci si pavoneggia sono i convegni. Ma essi sono anche i luoghi in cui ci si scambiano idee, e magari si comincia una collaborazione su una congettura che sembri promettente.
Insomma, un complicato gioco fatto di interessi comuni e interessi (ma anche gusti, passioni) divergenti. Ben diverso dalla "banalità" dei giochi a somma zero.
Sarà che sono vissuto in un'isola (isole) felici? Non credo.