gianpierovignola ha scritto:in particolare sarei interessato all'Ipotesi di Riemann della quale non ho mai trovato una spiegazione più abbordabile (vi prego non rispondetemi che non posso capirla potrei provarci...)
Va bene, non rispondo che non puoi capirla. Sicuramente ti ho risposto io così in un altro thread (eri tu?), ma ho avuto una motivazione e non ti ho detto questo per darti dell'ignorante o altro.
Proverò comunque a mettere insieme qualcosa... da tesista recente sull'argomento
.
Premessa "necessaria".
La mia spiegazione è "da bar" quindi so che in ogni parola dovrei mettere almeno 2 pagine di precisazioni a livello universitario.
1.
Cominciamo con i numeri complessi che forse potresti aver già incontrato.
L'insieme dei numeri complessi si può descrivere in un migliaio di modi differenti, ma il più utilizzato è dire che
"un numero complesso $z$ è del tipo $z=x+iy$ dove $x,y \in \RR$ e $i$ è l'unità immaginaria".
L'insieme dei numeri complessi si indica con $\CC$.
Per essere più puntigliosi posso anche dirti che nel complesso $z$, $x$ è detta parte reale di $z$ mentre $y$ è detta parte immaginaria.
2.
Le funzioni di variabile complessa sono come (all'incirca
) quelle di variabile reale, almeno in prima analisi.
Cos'è una funzione di variabile reale?
E' un'applicazione che associa ad un elemento di $A\subseteq \RR$ un unico elemento di $B\subseteq \RR$: poi sappiamo benissimo che $A,B$ possono essere limitati/illimitati/tutto $\RR$, ecc...
Cos'è una funzione di variabile complessa?
E' un'applicazione che associa ad un elemento di $E\subseteq \CC$ un unico elemento di $F \subseteq \CC$. In modo simile alle funzioni di variabile reale si può definire continuità\derivabilità, ecc...
Tuttavia, come detto nel punto 1, un numero complesso è composto da 2 componenti e questo complica in maniera assurda le cose... e lascio perdere.
3.
Con il termine serie si indica una somma infinita di termini. Non so né se hai fatto le serie, né se hai fatto le sommatorie, però ci provo.
Diciamo che
$\sum_(i=m)^n a_i = a_m + a_(m+1) + a_(m+2) + ... + a_(n-1) + a_n$
In pratica quella sopra detta "sommatoria degli $a_i$ (che possono essere numeri/funzioni, quello che vuoi) per $i$ che va da $m$ a $n$" (con $m < n$ logicamente).
Un altro esempio tanto per capire
$\sum_(i=2)^5 x^i = x^2 + x^3 + x^4 + x^5$.
Quando la somma è infinita... è infinita! Come posso dirti se non hai fatto limiti e/o altro? Diciamo che va sempre avanti e non termina mai... uhm... non va molto...
$\sum_(i=0)^\infty = 1+x+x^2+x^3+...+x^n+...$
Questa serie ha un nome particolare che ora ho paura di sbagliare (serie geometrica?), però non è questo che conta, ho solo fatto un esempio. PS. $x^0 =1$...
4.
Consideriamo la seguente serie.
$\sum_(n=1)^\infty \frac{1}{n^x} = 1+1/(2^x) + 1/(3^x) + ... + 1/(n^x) + ...$
Tale serie è detta serie armonica ed è definita solo per $x>1$.
Dire "è definita solo per $x>1$" intendila come fosse una funzione. Pensa a $log(x)$ che è definito solo per $x>0$.
In realtà, infatti, la somma di questa serie - dov'è definita - è una funzione con certe proprietà che non vado a sottilizzare. Si definisce, dunque,
$\zeta(x) = \sum_(n=1)^\infty \frac{1}{n^x}$
dove questa funzione "zeta" definita come somma della serie armonica dov'è definita (pardon per il gioco di parole) è detta "(funzione) zeta di Eulero".
5.
Riemann ha esteso la zeta in vari modi.
Inizialmente ha considerato questa
$\zeta(z) = \sum_(n=1)^\infty \frac{1}{n^z}$
dove stavolta $z\in \CC$ e cioè $z = x+iy$. Per motivi che non sto ad elencare, la zeta (di Riemann) così definita vale solo per $x>1$ ($y\in \RR$).
In seguito ha detto qualcosa tipo (io me lo immagino pure
) "ma non posso trovarne una definizione più ampia?"
Ha trovato varie rappresentazioni sfruttando regole di analisi complessa che è inutile elencare giungendo alla sua $\zeta(z)$ che non è quella di partenza, ma una funzione che per $x>1$ è quella di partenza, ma in realtà vale anche per $x<1$.
6.
Per altri mille motivi che tralascio, si può dimostrare che $\zeta(z)$ ha infiniti zeri e che questi zeri sono divisi in 2 gruppi
- zeri detti "banali" in prossimità di interi negativi pari (sul termine banali la spiegazione più facile è che si annulla "banalmente" il seno nell'equazione funzionale... ma qui lascio perdere sennò complico!)
- zeri detti "non banali" che possono esistere solo nella zona $0<x<1$ detta "striscia critica" (dall'inglese
critical strip).
Riemann allora ha congetturato che tutti gli zeri non banali siano lungo la retta $x=1/2$ - detta "retta/linea critica" (dall'inglese
critical line, ricordo $y\in \RR$) e questa è l'ipotesi di Riemann (non proprio questa perché lui parla anche di $\xi$ e altre robe assurde)...
Conclusione
Io ci ho provato a metterla da bar, ma come ti ho sicuramente detto, ci sono conoscenze assolutamente necessarie da padroneggiare come, ad esempio, limiti, continuità e almeno un pizzico di numeri complessi...