Repubblica è un po' più guerrafondaia del Pentagono, un po' più filo-atlantica dell'Atlantico, un po' più filo-Biden di Biden e un po' più filo-ucraina dell'Ucraina.
Sulla sua credibilità anche io ho riserve, la sua specialità (ma anche de La Stampa) sono i titoli fuorvianti: mettono un titolo che non c'entra niente con l'articolo, tanto la gente legge (sul sito) solo quello, quasi tutti non sono abbonati.
E vede l'ombra della Russia pure nelle elezioni comunali a Asti. Ma davvero eh? C'era un titolo 'L'ombra della Russia sulle elezioni', leggevi l'articolo e parlava delle comunali in Piemonte
. La spie russe non tengono che fà.
E appena c'è un articolo che parla di spie russe ci mette vicino la foto di Orsini, anche se non ci azzecca niente e non è mai menzionato nell'articolo, l'importante che il lettore distratto associ Orsini e spia russa nell'inconscio.
La Stampa e il Corriere seguono, a reti unificate, La Stampa almeno, pur in genere adeguandosi alla rete unificata, qualche voce diversa la ospita.
Il Corriere è pieno di gente che dice che gli italiani non hanno introiettato il liberalismo, o sono dei c.. plagiati dal populismo, perciò tendono ad essere contro la guerra (se invece li plagiassero loro troverebbero la retta via).
Repubblica e Corriere si sono distinti per i putinian-busters, tipo Gianni Riotta, e le liste farlocche di 'putiniani'.
Scherzi a parte, il Pentagono si è spesso davvero spesso mostrato più moderato di molti politici americani e di molti giornalisti con l'elmetto di Repubblica &Co.
Ma in generale i militari sono più moderati, perché conoscono la guerra, Riotta al di là del Risiko non è mai andato.
Che devo dì, mi dispiace vedere il giornale che ho letto per una vita, Repubblica, e che una volta apprezzavo, caduto così in basso negli ultimi anni.
Easy reading is damned hard writing. (Nathaniel Hawthorne, The Scarlet Letter)