Solo per tirare le somme, dato che ora mi sembra di esserci abbastanza.
1) Ok ho capito la tua scrittura e mi torna, quindi giusto per raicapitolare quando ho qualcosa tipo:
$$P =>$ ($forall x$ ($Q(x) => R(x)$))$ lo rendo con quella "generalizzazione" della I-E come: $AAx,[(P and Q(x))=> R(x)]$. Col caveat di dare i giusti "nomi" alle variabili mute (cosa che non avevo fatto).
Qui ora mi pare che ci siamo no?
Dato che qui non mi hai più bacchettato lo prendo come un eureka finalmente ho capito!
Quindi per rispondere alla tua domanda (D), in realtà non è vero che prendiamo un x che soddisfa P(x), prendiamo un x qualsiasi e poi dividiamo la dimostrazione in due casi, quello in cui P(x) è falsa e quello in cui P(x) è vera. Poi però ci accorgiamo che nel primo di questi due casi non c'è nulla da dimostrare, quindi passiamo direttamente al secondo caso.
Anche qui mi pare di esserci, prendo ancora in esame la nostra dimostrazione.
Quello che in effetti faccio è di prendere ogni x, [e ogni y (associato a quell'x) e valuto ϕ(x,y)].
Qui abbiamo i due casi che elenchi:
1) se non rispettano ϕ(x,y)=0 antecedente falso, conseguente vero (siamo a cavallo) perché l'implicazione è vera istantaneamente.
2) se rispettano ϕ(x,y)=0 e dimostro che (implica) x=0
se si verificano tali due punti ho dimostrato il teorema.
E' proprio in virtù del fatto che 1) posso darla per buona in automatico che dico: "assumo un x tale che ϕ(x,y)=0 per ogni y ecc ecc", cioè dei vari x che rendono e non rendono vera ϕ(x,y)=0 mi interessa valutare quelli che la rendono vera (unici degni di nota).
Quindi in effetti valuto tutti gli x e y, è solo che quando ϕ(x,y)=0 è vera mi "isola" (e questa è la dimostrazione) gli x=0
Spero di non aver detto troppe ca____ come mio solito, ma in testa ora mi sembra filare liscio.
Un mega-grazie Martino per la tua disponibilità e aiuto.