https://www.youtube.com/watch?v=eSdzkDBXDJo
(Purtroppo i sottotitoli in italiano generati automaticamente sono tremendi, e pure quelli in francese sbarellano spesso).
Dieudonné è considerato il 'locomotore' del gruppo, per la sua personalità esuberante, le grandi conoscenze e una immensa capacità di lavoro.
Dal punto di vista personale, si racconta che Dieudonné fosse grosso e vociante, e avesse un carattere forte e irascibile.
I litigi nel gruppo Bourbaki erano memorabili e atterrirono più di uno spettatore.
Ne parla Laurent Schwartz, che fu anche lui membro di Bourbaki, nella sua autobiografia. Uno degli scherzi dei Bourbakisti consisteva nel fare uscire volontariamente Dieudonné fuori dai gangheri e provocare le sue leggendarie ed effimere dimissioni. Laurent Schwartz, nella sua autobiografia, racconta:
"Dieudonné, che aveva una voce possente, dominava le discussioni. Dava regolarmente le dimissioni con voce tonante. [...] Certi argomenti lo facevano dimettere automaticamente. Ad esempio, voleva che gli spazi vettoriali topologici figurassero prima dell'integrazione, poiché ci si serve di essi nell'integrazione. Se qualcuno si azzardava a proporre che la si piazzasse prima degli spazi vettoriali topologici, Dieudonné dava immediatamente le sue leggendarie dimissioni. Sonia Godement, moglie del matematico Roger Godement, era scettica e curiosa di assistere a una di queste scenate. La invitammo a venire alla seduta seguente alle dieci precise, ora in cui noi avemmo provocato l'incidente abituale. Tre minuti prima delle dieci, qualcuno lasciò cadere tranquillamente: "Bisogna assolutamente mettere l'integrazione prima degli spazi vettoriali topologici". Su due piedi, Dieudonné diede violentemente le dimissioni, nell'istante preciso in cui Sonia Godement faceva il suo ingresso." [in M. Marshaal, Bourbaki, Belin, 2017, p. 186, trad. mia dal francese]1
Il link del video l'ho preso da un Forum francese di matematica, Les-mathématiques.net.
Alcuni commentatori nel Forum sottolineano il carattere élitario delle affermazioni di Dieudonné, e forse di un 'politicamente scorretto' che non si vedrebbe al giorno d'oggi, quando sottolinea come le doti matematiche siano innate (a differenza di un Cédric Villani di oggi che sembra affermare che chiunque può diventare matematico):
"Extrait absolument savoureux, Jean Dieudonné est d'un élitisme naïf et délicieusement politiquement incorrect, plus personne n'oserait parler comme cela."
Scrive un commentatore, a proposito dell'atteggiamento di Dieudonné rispetto alla matematica applicata:
[...] "Si sente il disprezzo per le scienze applicate e la tecnologia [...]
Lo situazione attuale mostra fino a che punto Bourbaki si è sbagliato!
C'è una quantità enorme di matematica nell'IA. Dire al giorno d'oggi che un chimico o un astronomo non capisce niente di matematica è assurdo. Forse nel 1987 non si parlava di gruppi cristallografici o di teoria delle rappresentazioni...
L'opposizione filosofica tra Jacobi e Fourier è sempre meno netta.
Dieudonné a proposito delle scienze (non matematiche): "Noi le comprendiamo. Loro non ci comprendono". Molto presuntuoso!"[trad. mia].
Di Jacobi e Fourier Diedonné parla all'incirca al minuto 4:50 dell'intervista, dove legge una citazione da Jacobi che mette in esergo al libro e dà il titolo al libro2
Io per la verità tutto questo elitismo e disprezzo non ce l'ho visto, a un primo ascolto dell'intervista, ma la risentirò.
E a proposito di Bourbakismo, e di Mathématique nouvelle , di ispirazione bourbakista,3nella didattica della matematica, è rimasto famoso, riguardo l'uso di figure in matematica, il grido di Dieudonné a un convegno di didattica:
"À bas Euclide! À mort le triangle!"
Si può vedere
https://matematica.unibocconi.it/artico ... contenuti-
- nella traduzione italiana della autobiografia di Laurent Schwartz, Autobiografia di un matematico protagonista del Novecento, Egea, 2015, il passo è a pagina 183 ↑
- Ne metto per sempicità la traduzione, anche perché nell'intervista la lettura non è chiarissima.
Jacobi:" Il signor Fourier era dell'opinione che lo scopo principale delle matematiche è l'utilità pubblica e una spiegazione dei fenomeni naturali, ma un filosofo come lui avrebbe dovuto sapere che lo scopo unico della scienza è l'onore dello spirito umano e che a tale riguardo una questione di teoria dei numeri vale quanto una questione sul sistema del mondo". La citazione è tratta da una lettera di Jacobi a Legendre del 1830. ↑ - che fu però anche molto criticata, anche Laurent Schwartz, nella sua autobiografia, la considera un flagello dell'insegnamento. ↑